Punto e a capo n. 15
5 news di tecnologia – Rubrica di Claudia Giulia Ferrauto – edizione speciale
di Claudia Giulia Ferrauto
Negli ultimi mesi si è parlato tanto di intelligenza artificiale: sorprendente, spaventosa o salvifica? L’appuntamento di ‘Punto e a capo’ di questa settimana si snoda attorno a questa domanda lasciando ai lettori alcune interessanti riflessioni che propongono risposte con angolazioni diverse.
La falsa promessa di ChatGPT
Noam Chomsky – ChatGPT di OpenAI, Bard di Google e Sydney di Microsoft sono meraviglie dell’apprendimento automatico: ma fino a che punto? Prendono enormi quantità di dati, cercano schemi e diventano sempre più abili nel generare risultati statisticamente probabili, come un linguaggio e un pensiero apparentemente umani. Questi programmi sono stati salutati come i primi segni dell’intelligenza artificiale generale, un momento a lungo profetizzato in cui le menti meccaniche superano i cervelli umani non solo quantitativamente in termini di velocità di elaborazione e dimensioni della memoria, ma anche qualitativamente in termini di intuizione intellettuale, creatività artistica e ogni altra facoltà distintamente umana.- sul New York Times.
Pappagalli stocastici
Emily Bender e Timnit Gebru – note al grande pubblico grazie al fatto che tempo fa si erano interrogate sulla questione dell’etica nell’intelligenza artificiale e in Google qualcuno ha ben pensato di mettere Gebru velocemente alla porta anzitempo – pensano che i sistemi di intelligenza artificiale generativa, siano dannosi. Da loro viene infatti il termine virale “pappagalli stocastici” che in estrema sintesi sostiene che le A.I. di ultima generazione, per quanto rapide e affascinanti, ripetano di fatto il pregiudizio presente nei loro data set. Le scienziate si chiedono quali siano i possibili rischi associati a questa tecnologia e quali percorsi siano disponibili per mitigarli e forniscono alcune raccomandazioni – tra cui valutare prima i costi ambientali e finanziari, investire risorse nella cura e documentare attentamente i set di dati piuttosto che lasciare che questi sistemi di intelligenza artificiale ingeriscano a caso di tutto sul Web – Il paper è QUI.
Un nuovo e sfuggente illuminismo
Henry Kissinger pensa che i sistemi basati sull’intelligenza artificiale generativa stiano cambiando il funzionamento della società: L’intelligenza artificiale generativa presenta una sfida filosofica e pratica su una scala mai sperimentata dall’inizio dell’Illuminismo. Cambieranno il lavoro, la geopolitica e forse perfino il nostro senso della realtà. Sono dannosi ma non è chiaro come fermarne o gestirne il cammino – QUI.
A un passo dal caos
Se l’intelligenza artificiale non sarà adeguatamente progettata, potrebbe provocare il caos. Questo è quanto sostiene Anil Seth. Alcuni ricercatori suggeriscono che l’IA cosciente sia a portata di mano, altri credono che sia lontana e potrebbe anche non essere affatto possibile. Tuttavia, per quanto improbabile, non è saggio ignorare del tutto la possibilità. La prospettiva della coscienza artificiale solleva sfide etiche, di sicurezza e sociali significativamente oltre quelle già poste dall’IA. È importante sottolineare che alcune di queste sfide sorgono anche quando i sistemi di intelligenza artificiale sembrano semplicemente essere coscienti, anche se in realtà sono solo algoritmi che ronzano nell’oblio soggettivo. – si legge QUI.
L’A.I. generativa è una sfida internazionale
ChatGPT sta entrando in un mondo di problemi normativi in Europa. Il chatbot AI si rende un facile bersaglio per le autorità di regolamentazione della privacy man mano che crescono i timori sull’intelligenza artificiale – su Politico. – I deputati EU sollecitano Biden e Von der Leyen a organizzare un vertice globale sull’IA – sempre su Politico.
Chiamarla “intelligenza artificiale” è già un presupposto pericoloso che ci porta a dimenticare che “in realtà sono solo algoritmi che sfrecciano nell’oblio soggettivo”.