Pubblico è neutrale?
Ritorno in queste ore da due giorni passati a Magonza, sede della principale istituzione televisiva pubblica, la ZDF. Incuriosito dalle proverbiali lodi che in Germania ed altrove vengono profuse all’indirizzo della rete, decido di munirmi di taccuino e apposito biglietto per visitare l’intero complesso, peraltro proprio nel giorno della bocciatura del Lodo Alfano in Italia.
Il percorso di visita agli studi è strutturato come in molti musei o forse è meglio dire come in alcuni sgargianti film-studios americani. L’atmosfera ricorda per certi versi quella di Disneyland, per altri quella di Milano 2 o di Cinecittà. Ad accoglierti un coloratissimo shop con gadget, magliette, spilline e quant’altro. L’attrazione per i più piccini è fatale. Al mio gruppo tocca in sorte una guida assai effervescente, dall’umorismo grassoccio, talora persino un po’ stucchevole e volgare. Le pareti interne dell’edificio sono tappezzate con i volti sorridenti dei mezzibusti più noti e popolari della ZDF. Intorno schermi al plasma, giochi di luce e ambienti vivaci e colorati. Il viaggio nei meandri dell’azienda è estremamente piacevole, a tratti perfino rilassante; ci viene mostrata la sala-regie, i diversi studi in cui vengono girate le trasmissioni, dopodiché vengono svelati i trucchi per far sembrare più giovani i conduttori o più spaziosi gli ambienti, persino l’enorme ascensore su cui ,qualche anno fa, venne fatta salire la Ferrari di Michael Schumacher. Infine giungiamo nel grande giardino retrostante, dove d’estate va in onda il seguitissimo programma Fernsehgarten, spettacolo di svago un po’ carnevalesco, ricco di ballerine, cuochi e cantanti. Dagli enormi pali che incorniciano questo verdissimo anfiteatro, la popolare moderatrice televisiva Dunja Hayali ha intrattenuto il brulicante pubblico di visitatori, con ripetuti lanci di bunjee jumping. Accanto a lei una piscina grandissima aperta a dipendenti e non…
Quando esco dal circuito mediatico sono un po’ frastornato. La scenografia sarebbe stata perfetta per il seguito di Videocracy, mi dico, eppure no, non siamo a Mediaset, Cologno Monzese è distante centinaia di chilometri…
Sono le sette. Mi fermo a guardare un telegiornale dai maxischermi della caffetteria: si parla di Berlusconi, di come abbia zittito il dissenso, di come abbia reagito alla sentenza che ha cassato la lex che gli garantiva l’immunità, degli “insulti ai pochi media che ancora non controlla”. A parlare ai tedeschi è Marco Travaglio, premiato qualche mese fa dall’associazione della stampa tedesca come reporter più coraggioso d’Europa. Subito dopo tocca a Leoluca Orlando erudire il popolo tedesco; come un rifugiato politico ai tempi della II guerra mondiale, l’ex-sindaco di Palermo sfoga tutta la sua rabbia sul governo golpista in un lungo fiume di parole. L’effetto provocato nel telespettatore è ovviamente di indignazione, come un invito a prendere le armi contro la dittatura fascista al potere ormai da decenni. Il fatto che la Corte Costituzionale abbia appena cassato la “lex Berlusconi” sfuma in secondo piano.
Mi avvio verso casa. In poche ore un altro mito si è infranto: il denaro pubblico non tiene lontani né “nani e ballerine”, né tantomeno la faziosità.
Per noi teleutenti italiani, mi sembra la scoperta dell’acqua calda!
Ha presente il TG1 del Sig. Minzolini??
@liberal
Assolutamente sì. Ce l’ho presente, come ho ancora presente il Tg1 di Riotta e quello di Mimun e via via quelli precedenti degli ultimi quarant’anni. Ebbene?
Concordo appieno con la tesi per cui pubblico NON è neutrale.
Oggi il bell’articolo di Battista sul Corriere argomenta efficacemente che in Italia non c’è un regime, inteso alla maniera di Travaglio e Orlando.
Secondo me però il fatto che non ci sia un regime non significa che tutto vada come dovrebbe. Ciò che ho appena detto è cosa più che ovvia, e penso che noi si concordi su questo in astratto. Però poi in concreto temo che chi vuol ribadire (giustamente) che in Italia non c’è un regime poi finisca per farsi prendere dal (giusto) fastidio per i giacobini e minimizzare le sconcezze d’ogni sorta del berlusconismo che – anche se non sono regime – sono comunque molto gravi (mi dirai che non è così, ma questo è ciò che appare, mi dispiace).
Sempre oggi Boldrin su FB ha fatto dei post che ho apprezzato molto a proposito di questi temi. In sintesi il suo discorso: la paura dei comunisti non giustifica l’indulgenza al berlusconismo. Lo so che nessuno su questo blog è indulgente né lo è stato. E condivido il tentativo di disinnescare l’ossessione-Berlusconi, per cui sembra che Berlusconi debba entrare in ogni discorso. Sacrosanto e necessario criticare la sinistra e i giacobini senza infilarci per forza Berlusconi. Epperò epperò epperò… io mi spiace ma non riesco a vedere nei discorsi contro Berlusconi lo stesso (giusto) livore, lo stesso (giusto) sdegno, la stessa (giusta) condanna netta che c’è per i giacobini. E un briciolo di faziosità (involontaria) io ce lo vedo anche qui.
Possibile che il giacobinismo (odioso e pericoloso finché si vuole) sia così peggio dei rapporti con la mafia, della volgarità teorizzata, del disprezzo per chiunque non si allinei, dell’insulto pesante a chiunque non si appiattisca, dello spregio del mercato a favore degli amici, delle leggi fatte per sé, di un impero economico costruito con la compiacenza della politica amica (altro che mercato!), dell’uso della rai e delle istituzioni (soldi pubblici, nostri!) a fini personali, della modifica delle regole (magari criticabili come tutte le regole) ma per puro vantaggio personale, etc etc? Non so, io ci vorrei vedere un po’ più di indignazione per queste cose, e ribadisco che non vuol dire meno indignazione per i giacobini. Con rispetto e stima
A molte domande ti sei dato una risposta da solo. Io credo che non si tratti di indulgenza. C’è modo e modo di approcciare il fenomeno Berlusconi. E ciò dipende anche in buona misura da quanto si tiene in considerazione la democrazia, da quanto se ne siano capiti i meccanismi. Io non credo che Berlusconi sia un’anomalia. Credo anzi che sia perfettamente compatibile con il sistema democratico. La storia dei sistemi politici occidentali è fatta di corruzione, tremenda contrapposizione, volgarità, uso spregiudicato del denaro pubblico e favoreggiamento delle clientele. Si veda il post di Stagnaro su Gore più sotto. Mi si consenta: tutto il mondo è paese. Il “Lodo Alfano” non c’era forse anche in Francia? Accanirsi contro Berlusconi e non vedere la trave che penetra nell’altro occhio è il vero problema. A me non interessa il livore. Il livore serve a ben poco. L’IBL propone e discute idee, non emette bollettini di partito. Per quelli c’è già Travaglio.
Continuate così, provocate l’intelligenza discutendo di problemi, idee e proposte. Dell’indignazione son piene le fosse e non serve a migliorare le cose, solo a confonderle.
Non ho mai capito perché i giornali (TV comprese) stranieri intervistino o citino sempre giornalisti notoriamente di parte.
Io sono abbonato al Time e ogni volta che si parla di Italia c’è sempre una citazione di un giornalista di Repubblica.
A parte il fatto che se quello anglosassone viene ritenuto un buon giornalismo come minimo mi aspetto, oltre a quella di Repubblica, anche un’opinione di un giornalista del Giornale. Cosa che non avviene mai!
Detto ciò mi sfugge proprio il motivo per cui quanto scritto su quotidiani autorevoli e tendenzialmente imparziali come il Corriere della Sera e il Sole 24 Ore non viene mai preso in considerazione dai quotidiani stranieri mentre tutto ciò che viene scritto su Repubblica e l’Unità viene preso come unica e incontestabile verità!
Caro Boggero,
non sono sicuro, ma mi pare di aver capito che per te (anche) la tv pubblica tedesca sia faziosa. Arrivi a tale dolorosa conclusione a causa degli interventi di Travaglio e di Leoluca Orlando.
Sarà, ma il metro di giudizio (la presenza di certi personaggi italiani in tv) mi pare un po’ debole per comprendere la realtà tedesca. Molto più utile, al contrario, per comprendere quella italiana.
Prova a chiederti come mai le tv tedesche, pubbliche e non, così come i quotidiani tutti, dalla Zeit alla Suddeutsche Zeitung, tengano in gran considerazione l’opinione di un politico come Leoluca Orlando e non quella di un qualsiasi rappresentante dell’attuale panorama politico nazionale? E questo accade non solo in materia di Lodo Alfano e altre provinciali questioni di politica interna.
Io un’idea ce l’ho, va cercata nell’alto profilo morale e culturale del personaggio.
D’altro canto tutto si può dire della Germania, ma non certo che governino i comunisti, nè che questi controllino la stampa?
Cordialmente
Libero
Mi aspettavo l’obiezione.
Sinceramente non mi interessa chi governi. Se siano i comunisti, i democristiani o i verdi, non c’entra molto.
Il fatto che vengano privilegiati determinati personaggi piuttosto che altri è scelta libera della redazione, che proprio nel momento in cui fa questa scelta, decide implicitamente di dare la propria opinione. Non c’è spazio per il dubbio, la critica pacata, la mezza misura. E questo non solo quando si parla di Berlusconi. Spesso e volentieri la ZDF, che pure (va ammesso) fa uno straordinario servizio di informazione, abusa della sua presunta imparzialità per fornire immagini distorte della realtà, rientranti nel cosiddetto mainstream. Che si parli di crisi finanziaria, di global warming o di Russia vs Georgia, il taglio delle notizie è sempre facilmente individuabile e politicamente collocabile.
La domanda che dobbiamo porci è: vogliamo che la tv pubblica diffonda notizie mainstream oppure che faccia inchieste e reportage che propongono visioni originali? L’endorsement non è proibito. Ma quando c’è, va onestamente dichiarato.
Il telespettatore dovrebbe spegnere il televisore e possibilmente non vedersi mai confermato nelle proprie opinioni. L’arte del dubbio dovrebbe essere il tratto distintivo di una tv come la ZDF. Spesso è più comodo semplificare… L’impressione è che i servizi sull’Italia vengano confezionati da Ezio Mauro. Il che andrebbe bene se si trattasse di Repubblica TV, non della ZDF.
La faziosità non è certo esclusiva di nessuno e quindi può anche contagiare ZDF. Vorrei presentare l’osservazione che la situazione italiana presenta delle connotazioni che possono interessare e/o incuriosire e/o meraviligare in quanto diverse ed estranee alle abitudini, nel caso specifico, tedesche. E’ quindi ovvio che abbiano intervistato travaglio ed orlando. E con questo non sostengo affatto che non siano stati faziosi. Ad occhi italiani.
luigi zoppoli
Continuate a proporre idee e non entrate nella politica di ogni giorno.
(Il Lodo Alfano è indifendibile e poco importa che ce ne siano simili in altri Paesi.)
P.S.: Cercate un TG meno fazioso? Guardate SKY TG24.
@Leonardo Franco
Chiunque conosca la Germania di oggi – nata dalla “ri-education” alleata del periodo 1945-49 – sa che il cosiddetto “Zeitgeist”, lo “spirito del tempo”, ha sempre avuto fra i “produttori di opinione” una connotazione antinazionale, “liberal” nel senso roosveltiano del termine. Basti guardare la “linea” dello “Spiegel” o della stessa “Zeit”. E’ un’impronta che risale ai tempi in cui per pubblicare un giornale era necessaria l’autorizzazione delle autorità di controllo alleato – e spesso le autorità alleate affidavano la decisione agli ex-fuoriusciti tedeschi (cioè a coloro che avevano lasciato la Germania nel periodo ’33-’45 per motivi politici o razziali, trasferendosi in Francia, Inghilterra o Stati Uniti). E cosí le scelte politiche sulle autorizzazioni e sulle nomine dei direttori degli enti radiofonici e delle società editoriali sono state in gran parte decise da ex-socialisti ed ex-comunisti che avevano passato la guerra operando nei reparti di guerra psicologica e propagandistica delle truppe alleate. E questa è storia. Successivamente gli americani si sono resi conto dell’errore che avevano commesso, ma il treno nel frattempo era partito. Ed ha continuato a procedere, ovviamente, via via nel tempo. Il sistema costituzionale, strutturato in modo da escludere nei limiti del possibile una riedizione di “Weimar”, ha poi dato ai partiti (a loro volta soggetti ad autorizzazione delle autorità di controllo alleate) il controllo diretto dell’informazione radiofonica (e poi televisiva) attraverso la nomina partitico-politica dei direttori delle reti. E cosí si è consolidata, nel tempo, una struttura dell’informazione sostanzialmente controllata da una sorta di intelligenzjia di sinistra, oggi molto “Sessantottina”, solo parzialmente controbilanciata da una presenza di destra economica. Una destra “ideologica” è comunque, da sempre, rigorosamente esclusa.
Non so come sia negli altri Paesi, ma non ritengo che la Germania di oggi possa essere considerata un modello di informazione veramente libera: è “libera” solo nel ben definito recinto descritto piú sopra, nel quale impera – di fatto – il famoso “Zeitgeist” di sinistra, ovviamente disponibile ad accogliere suggerimenti e “grida di dolore” dei poveri “democratici” italiani.
Detto ciò, bisogna anche dire che certe “italianate” trovano, in Germania, un riscontro comunque devastante, indipendentemente dalle opinioni politiche dei singoli commentatori. E qui si deve dare atto a Berlusconi di fare veramente del suo meglio agevolare il gioco dei suoi critici. Evidentemente l’opinione dell’estero non lo interessa particolarmente.
Un’ Italia da operetta fa sempre comodo, ci sono interessi troppo grandi per favorire un concorrente come l’Italia. Mettimo il caso che dovessimo pernderci sul serio sulla scena internazionale, daremmo fastidio a tutti gli ex imperi. Basterebbe una esperienza di “leva” all’estero obbligatoria per far cambiare idea a molti circa lo stato della nostra democrazia e della nostra tenuta sociale. Non intendo giustificare niente e nessuno ma condivido quanto in precedenza postato da “americo” quando non si ha la conoscenza e l’esperienza e’ sempre meglio tacere che avventurarsi a negare le qualità della nostra situazione. La realtà dipinta dai media (tutti) semplicemente non è attendibile. I meccanismi sociologici alla base dei comportamenti dei media sono chiari, sopravvivere sopprimendo la concorrenza e se per far ciò devo far ragliare un asino beh! Avanti il primo. Se a seguito di continue mistificazioni dovessero riuscire a manovrare il consenso di acefali per scelta (ancorchè evidentemente inconsapevoli) o di ritorno un cavaliere di qualsiasi colore saprà sfruttare l’utilità della condizione creata. A questo punto i media perdono ogni funzione e qualsiasi notizia ha la casacca imposta dagli interessi da proteggere. La guerra tra media a questo punto e’ senza esclusione di colpi. L’escalation si fermerà solo se si troverà il punto MAD (mutually assured destruction) o se perirà una delle parti in contesa. Gli acefali ne pagheranno le conseguenze.
Viva l’Italia.
m.bertelli
rientro da una tenue pizzata.. son stanco xrchè oggi ho camminato tanto..
mi viene voglia di collegarmi a Chicago prima di andare a nanna.. leggo un pò sto tuo commento qui.. Travaglio ci marcia esagera e ci specula… ok.. condivido.. poi mi viene in mente questa BARZELLETTA VERA che ho sentito dal vivo solo su Radio24 :
eccola… conferenza stampa del Berlusca di venerdì (cioè ieri) cito quasi a memoria:
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S.B. : sono l’uomo più perseguitato al mondo dai giudici, meno male che ho un grande patrimonio per difendermi, pensate che ho dovuto spendere 200 milioni di euro per pagare Consulenti Fiscali e GIUDICI…
PLATEA di GIORNALISTI: scoppia immediato e corale un AH AH AH AH AH
S.B. : no scusate, volevo dire Avvocati……
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Eppure questa bella BARZELLETTA VERA non l’hanno neppure data quelli di Sinistra di Rai3… probabilmente perchè era poco seria.. i LAPSUS FREUDIANI fanno male agli italioti ma bene alla salute di chi se li lascia sfuggire 🙂 🙂 🙂 🙂
chissà… magari all’estero sanno dell’Italia più di noi…….
PS: l’Obiettività/Neutralità non esiste.. non ce l’ho io ne tantomeno tu.. non ce l’ha il Pubblico ne tantomeno il Privato.. ma allora cosa ci vorrebbe ?
Nel mercato delle TV Italiane (= 85% delle Info che arrivano all’85% dei cittadini medi.. i giornali pesano x il 4% secondo la sondaggista di SB vs il 6%-8% per me) manca al di là di OGNI ragionevole dubbio il Pluralismo/Concorrenza (tra le diverse Faziosità) xrchè SB ne controlla di fatto 5 (eccetto Santoro su Rai2) su 7 (La7 e Rai 3)…
ed il fatto che eccetto Vespa si guardi bene dal fare programmi di Approfondimento come fanno i suoi nemici la dice lunga.. anzi lunghissima..
e siccome caro Boggero ti spacci x Liberista dovresti criticare aspramente come è stato gestito il passaggio Analogico/Digitale dietro le quinte (che ovviamente si lega “anche” alla privatizzazione della Rai/canone x sganciarla dai politici.. cosa in gran parte condivisibile)…
suvvia caro Boggero.. tieni famiglia anche tu ? xrchè non lo fai qui in pubblico ?
PS: non sono di Sinistra.. non leggo Repubblica… guardo il TG di La7 come meno peggio.. così eviti inutili strumentalizzazioni.. sono a-partitico..
Gentile Piero, mi dia pure del Lei.
Che l’obiettività sia una chimera è un dato di fatto. Ma il punto non è questo. Il punto è che la ragione per la quale ci si ostina a mantenere in mani pubbliche le televisioni è la loro supposta neutralità rispetto ai fatti. Ed è dietro questa favoletta che si cela il piccolo-grande inganno. Il cittadino-medio, tedesco e non, considera come oro colato le notizie confezionate da tv in vario modo controllate dallo Stato, “in quanto pubbliche”. L’obiettivo del post era quello di smascherare il mito attraverso un aneddoto. Mi fa piacere che per Lei la cosa sia sottintesa. Il resto (analogico, digitale e via di seguito) non ha a che fare con l’argomento dell’articolo. Sarò felice di poterne discutere, qualora se ne presenti l’occasione.
Caro Boggero… io dò del tu a tutti e pure a te.. xrchè io non mi ritengo più importante di te.. ne tantomeno ritengo te più importante di me.. il rispetto non si misura certo dal tu o dal lei.. about non-neutralità del pubblico concordo pienamente con te..
about analogico/digitale in Italia il fatto è strettamente collegato all’argomento del tuo post.. se nessuno è imparziale (come tu stesso mi confermi) se ne deduce che solo Pluralismo/Concorrenza è fonte di Equilibrio e Libertà (siamo su un sito Liberistà.. vero ?).. l’occasione non si presenterà mai se tu non la vuoi.. se invece la vuoi è già lì sotto il naso in atti.. basta che ti documenti un pò.. Ciao Jova ed alla prossima.. Piero
Ottimo post, ottima informazione.
L’argomento e’ vecchio, ma una cosa vorrei lasciarla.
Perche’ in germania si intervistano travaglio, orlando, ma anche saviano, caselli, casson, borsellino e altri?
Perche’ in germania c’e’ ancora un qualcosa chiamato “reputazione” che in italia si e’ perso da un pezzo, sostituito dalla fedina penale.
In germania un giornalista come travaglio, che scrive quello che scrive e non viene querelato o nel caso vince le cause, ha piu’ credibilita’ di qualsiasi battista o della loggia, per non parlare di feltri e belpietro.
Del resto perche’ chiedere l’opinione dei dipendenti?!
In Germania si ha spesso il senso del grottesco, questo sì.