Politica negli aeroporti. Si prega di scendere.
A volte la politica sembra non solo essere fuori dal mondo, ma sembra non riuscire neanche a guardare in faccia una realtà, pur scomoda, ma troppo evidente da essere nascosta.
Stiamo parlando dell’aeroporto Catullo di Verona e della difesa strenua della proprietà pubblica da parte del presidente della Provincia di Verona Giovanni Miozzi. Dopo le affermazioni che “l’arrivo dei privati sarebbe positivo solo se pilotato dalla politica” e dopo aver mostrato soddisfazione “per il lavoro fatto nello scalo di Villafranca”, la mia sete di abolizione delle Province è ancora più forte.
Partiamo da una tabella, semplice semplice, con dei dati di Assaeroporti e non dell’Istituto Bruno Leoni.
È evidente che la gestione dello scalo di Verona qualche problemino ce lo ha avuto nell’ultimo decennio. Se si raffrontano i dati di traffico tra lo scalo veronese e quelli direttamente concorrenti, Bergamo e Treviso, si vede come Villafranca abbia perso d’importanza nell’ultimo decennio.
Se nel 2000 era l’aeroporto principale della zona, con oltre 2,3 milioni di passeggeri annui contro 1,2 milioni a Bergamo e 300 mila passeggeri a Treviso, la situazione a distanza di un decennio è completamente capovolta. L’aeroporto di Bergamo, grazie all’arrivo delle low cost, ha ormai un traffico annuo vicino a 8 milioni di passeggeri, mentre Verona ne ha solamente 3 milioni (il 39 per cento di quelli di Orio al Serio), mentre Treviso conta quasi 2,2 viaggiatori all’anno.
Treviso è di proprietà della SAVE ed è a gestione privata ed ha saputo crescere come aeroporto di riferimento per il nord-est per il traffico low cost. Ad ovest di Verona, Orio al Serio ha saputo attrarre Ryanair, la quale ha deciso di renderlo una delle basi più importanti d’Europa per la compagnia irlandese.
Nel mezzo, Verona, che vuole a tutti i costi mantenere la sub-concessione di Brescia Montichiari, che nel frattempo ha subìto una lunga crisi. Verona non ha sviluppato Brescia ed ora la Provincia di Verona si dice contraria anche ad una gara per dare in concessione l’aeroporto di Montichiari.
Un’assurdità perché nuoce sia a Catullo, gestore aeroportuale di Verona che sopporta le perdite provocate da Montichiari, che a Brescia che non può crescere.
Un non sense tutto politico. La stessa classe politica che ha controllato la gestione dell’aeroporto Catullo per anni con il solo risultato di averlo reso poco importante nel nord Italia.
Che senso ha voler controllare l’arrivo dei privati? Se questi portano risorse per sviluppare Montichiari, perché la politica dovrebbe mettersi di traverso?
La politica aeroportuale è afflitta un sovraesposizione mediatica che fa sì che i politici sguazzino nel mare delle dichiarazioni. Così non dovrebbe essere, perché il mercato aereo ed aeroportuale ha già largamente dimostrato di saper fare il suo dovere e sviluppare gli aeroporti più meritevoli.
L’intromissione politica negli aeroporti provoca solo danni. Si prega di scendere, grazie.
Grazie sig. Miozzi. Ora ho un nuovo anti-eroe.
“L’arrivo dei privati sarebbe positivo solo se pilotato dalla politica”.
Non è una violazione del principio di non contraddizione?
Bell’articolo.
Naturalmente il Sig. Miozzi, chiaramente un finissimo politico, con “l’arrivo dei privati sarebbe positivo solo se pilotato dalla politica” intendeva “positivo per me e per tutta la classe politica della provincia”…
Scegliere tra gestioni pubbliche e certe gestioni private come quella di Fiumicino è come saltare dalla padella alla brace
La prima parte dell’articolo articolo non ha ne capo ne coda e non esprime ne tesi ne conclusioni.
L’inferenza che treviso è cresciuta perchè a gestione privata e verona no perchè a gestione pubblica è un po’ grossolana. Oltretutto bergamo è a gestione pubblica.
Diciamo che bergamo è la base per Milano e Treviso è la base per Venezia di Ryanair e già si spiega il grafico.
Basti pensare l’appeal di Verona nel mercato turistico non è neanche paragonabile con Milano e Venezia e le low cost hanno rivoluzionato il mercato e determinato un sorpasso che Verona poteva subire e basta.
Sulla seconda parte dell’articolo ,mancato sviluppo di Brescia, ci può essere confronto di opinioni e sono personalmente d’accordo.
Fatto sta che il sistema aeroportuale (tanto quanto il fieristico e ospedaliero) vive di realtà in esubero (uno tra Verona e Brescia è di troppo) e la soluzione politica potrebbe e dovrebbe essere meno traumatica di quella del mercato (duopolio che rischia di portare ad una lenta morte entrambe) se solo la politica avesse la capacità di far scelte coraggiose.
@Vincenzo: vero, però basta lasciar parlare i dati: il confronto tra Villafranca e i due aeroporti più vicini, in termini di passeggeri trasportati, è impietoso. Dubito si possa fare di peggio.