9
Lug
2012

Picco del petrolio: apocalisse rimandata, come sempre

Pochi, in Italia, si sono resi conto della rivoluzione che sta attraversando il mondo petrolifero. Si è molto discusso – et pour cause – della rivoluzione dello “shale gas“, e molto meno di quella dello “shale oil” o, più precisamente, delle produzioni non convenzionali di gas e olio. Le conseguenze di questa rivoluzione sono enormi e di lungo termine, e non riguardano solo la capacità della produzione di greggio di tenere il passo di una domanda che, nel lungo termine, è comunque destinata a crescere. Ora, la pubblicazione di un nuovo rapporto curato da Leonardo Maugeri per il Belfer Center dell’Università di Harvard rende pubblici dati nuovi, e fa crollare miti vecchi. Come quello del “picco del petrolio”.

La tesi dei “picchisti” è che, poiché le risorse di petrolio sono fisicamente limitate, la produzione è destinata a raggiungere un livello massimo oltre il quale avverrà una inevitabile discesa. Poiché la domanda è molto più alta, al momento del picco, di quanto non fosse durante il percorso per arrivarvi, ne segue che la curva discendente avrà una pendenza maggiore di quella ascendente. Qui trovate una descrizione della tesi picchista. Tale tesi è sbagliata perché ignora del tutto l’aspetto economico della faccenda: in altre parole, la disponibilità fisica di greggio è una variabile rilevante ma non è né l’unica variabile né quella più importante. Ciò che guida il processo è infatti il sistema dei prezzi. Se, stante un certo livello della domanda, la quantità disponibile di petrolio a quei prezzi diminuisce, i prezzi saliranno. Ciò non sarà privo di conseguenze: da un lato i consumatori modereranno la propria domanda, dall’altro i produttori troveranno economico produrre da altre risorse e investire in ricerca per scoprirne di nuove (che è esattamente il fenomeno descritto da Maugeri). Inoltre i picchisti tendono a sottostimare le riserve economicamente producibili, ma questo è un peccato veniale. Qui Michael Lynch spiega perché i picchisti sbagliano, in un paper dell’IBL.

Ora, lo studio di Maugeri fa un aggiornamento dei numeri e non della teoria, che nella sostanza ribadisce ponendosi in linea con Lynch. Tuttavia, la rivoluzione di questi ultimi anni – con la produzione Usa cresciuta da 8,3 milioni di barili / giorno nel 2005 (il minimo degli ultimi 30 anni) a 10,1 milioni di barili / giorno nel 2011 – è talmente clamorosa da meritare attenzione speciale e produrre conseguenze eccezionali. Infatti, mentre l’output è cresciuto del 21 per cento, il consumo americano (causa prezzi, prima, e causa crisi, poi) è sceso da 20,8 milioni di barili / giorno a 18,8 milioni di barili giorno (-10 per cento). Il combinato disposto equivale a mettere sul mercato, su base quotidiana, 3,7 milioni di barili, pari, per capirci, a un quarto della domanda dell’Ue27 e a un ventesimo di quella mondiale. L’impennata della produzione Usa disegna, sul grafico, uno scarto verso l’alto troppo grande per essere compatibile con la semplicistica visione della “campana di Hubbert“, che trovava proprio nel caso statunitense, cioè nel sottosuolo più intensamente sfruttato e meglio conosciuto al mondo, la propria pretesa prova empirica. Secondo Maugeri, da qui al 2020 la capacità produttiva americana potrebbe ulteriormente crescere fino a 11,6 milioni di barili giorno, mentre quella globale potrebbe passare dai 93 milioni di barili / giorno attuali a quasi 111. Abbastanza, insomma, da farci dormire sonni tranquilli.

Come reagiscono i “picchisti”? La parola a Ugo Bardi, past president di Aspo Italia (Aspo è l’associazione per lo studio del picco, fondata dal “guru” Colin Campbell) e persone competente oltre che intellettualmente onesta:

Il problema non è la disponibilità di petrolio, ma il costo di estrazione in termini di energia, che diventa sempre più alto. Le nuove tecnologie, molto decantate ultimamente, aiutano ad alleviare il problema ma non lo possono risolvere alla radice.

Leggere, sul sito dei picchisti, a firma del loro esponente più autorevole nel nostro paese, che la disponibilità fisica non è (più) un problema è, in tutta onestà, un bel passo avanti. Perché cambia completamente i termini del dibattito, spostandolo da “c’è abbastanza petrolio per reggere gli attuali ritmi di consumo?” a “abbiamo prospettive di evoluzione tecnologica sufficienti a sostenere la produzione di greggi relativamente più difficili da sfruttare?”. E’ una domanda complessa e non è possibile rispondere in un post, se non per notare che è sempre andata così e non c’è ragione di pensare che oggi le cose siano diverse. Il fatto è che le transizioni energetiche sono guidate dall’interazione tra domanda, offerta e tecnologia coordinata dai prezzi – non dalla geologia. Si possono cambiare gli equilibri, ma non si possono cambiare le leggi fondamentali dell’universo.

Ai picchisti non resta che guardare piccati i dati, tirando un sospiro di sollievo perché, anche questa volta, l’apocalisse è rimandata.

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60 Responses

  1. Barney09

    Leggendo l’articolo, sembra che i dati del 2011, siano eccezionali.

    Se si osserva gli stessi dati, analizzati su base annuale http://www.eia.gov/dnav/pet/hist/LeafHandler.ashx?n=pet&s=mcrfpus1&f=a

    ci rendiamo conto che la produzione USA è tornata ai livelli del 2003.

    Il dato non mi sembra particolarmente entusiasmante, tenendo presente, che siamo appena a 2,071,000, rispetto al picco produttivo del 1971 di 3,517,000.

    Considerando che sono trascorsi 40 anni, e che la tecnologia ha fatto passi da gigante
    ma soprattutto che il prezzo del petrolio in questi ultimi anni ha subito un forte incremento, tale da giustificare estrazioni in luoghi che diversamente sono molto meno economici di quando il barile vale pochi dollari.

    Inoltre è vero che usa e europa hanno economie ferme al palo ma cina e india sono ancora in forte crescita, quindi la domanda globale è sostenuta da queste economie in crescita (ultimamente rallentata, ma sempre in crescita).

    Tutto cio’ a mio modesto parere conferma la teoria di fondo di hubert, che di sicuro non puo’ essere messa in discussione per un incremento annule così misero, rispetto ad un analisi storica basata su diverse decadi.

    Teniamo anche in considerazione che alcuni paesi produttori in questi anni sono passati da esportatori ad importatori, e che altri paesi per esempio quelli del nord africa, in seguito alla primavera araba e ai processi di democratizzazione, ambiranno ad un tenore di vita maggiore, con maggior consumi, anche di tipo energetico.

    Le speranze di un calo di domanda globale, possono essere riposte solo in un ulteriore aggravio della recessione che stiamo vivendo.

  2. Ricardo

    Si… purtroppo però i veri problemi legati al petriolio non riguardano la disponibilità fisica, quanto le emissioni di CO2 ed il cambiamento climatico (per non parlare delle tensioni geopolitiche…).

    L’apocalisse da fine del petrolio può essere poco realistica (“L’età della pietra non è finita per mancanza di pietre”…), ma quella da climate change è più reale che mai

  3. Matteo Dellanoce

    A dire il vero si dice anche che gli USA in previsione dello shock da guerra israelo-iraniana stiano facendo scorte!
    Aspettiamo e vediamo.
    Sulle emissioni di CO2 tralascio di rispondere perchè il problema è già stato ampiamente dibattuto! Di balle gli ambientalisti come i picchisti hanno riempito l’atmosfera!
    Matteo Dellanoce

  4. Alberto P.

    Si si si è concluso dando all’IPCC il Nobel per la Pace… davvero una realtà scientifica! Non fatemi ridere per favore!

    Se stiamo parlando di scienza e dati scientifici per favore tralasciamo il global warming di origine antropica…la bufala del secolo!

  5. pfra64

    Tutto ‘sto articolo per dire che l’ultimo barile di petrolio non verrà mai estratto.
    Non è una grande scoperta, mi sembra piuttosto un pretesto per attaccare i ‘picchisti’ che, tuttavia, non hanno mai concluso che moriremo per mancanza di petrolio.
    Il fatto che la produzione si possa “spremere” usando delle tecnologie non convenzionali non fa che aggravare il problema visti i costi e le probabilità di catastrofi ecologiche (tipo Deepwater della BP) che, gira che ti rigira, non fanno che gonfiare ulteriormente i costi al fine di prevenirle.
    A me sembra che la linea dei ‘picchisti’ continui ad essere valida.

  6. Ricardo

    @ matteo della noce
    @ alberto p

    Cari amici,
    vi consiglio di informarvi un po’ meglio, un po’ di cultura scientifica non fa male.
    Saluti

  7. LucaS

    Gentile Carlo Stagnaro,

    Intanto complimenti per la professionalità con cui si occupa dei temi energetici e per i suoi articoli in proposito sempre molto interessanti. Io la penso esattamente come lei con una piccola ma potenzialmente enorme incognita: l’e-cat che si sta sviluppando ma di cui non si hanno tuttora dati certi. Ovviamente una tecnologia di questo tipo potrebbe rivoluzionare completamente lo scenario energetico! Volevo chiederle se, seppur con dati e informazioni limitate, è possibile secondo lei dare credito a questa tecnologia oppure no. Grazie.

  8. sinbad

    Ah…ah…ah

    Dire che i picchisti non considerano la variabile economica è una mistificazione.

    Comunque, io dopo questo articolo mi aspetto di pagare il barile di petrolio in Italia, non dico a 30 dollari al barile ma a 45 dollari.
    Dott Stagnaro…dico veramente…dopo il suo post mi aspetto che tra 6 mesi, 1 anno compriamo a 45 dollari, va bene?

    Immagino che lei abbia dati alla mano che dicono che con 45 dollari lo shale oil sia profittevole…anzi persino le tar sands…e che le aziende, specie americane, che ci hanno investito godano tutte di ottima salute, vero?

    Che bello! che bello!! presto farò il pieno a 1 EURO/LITRO (senza comprare la Fiat ovviamente).
    Grazie Stagnaro, mi ha veramente tranquillizzato.
    Anch’io, come Berlusconi, vedo i ristoranti tutti pieni.

    sinbad

  9. Ganavion

    Ricardo, la bufala dell’AGW ha gli anni contati, perché il passare inesorabile degli anni dimostra come la natura si discosti sempre di più dai comportamenti previsti da quell’ipotesi, forse più ideologica, politica e commerciale, che scientifica.
    Che fine ha fatto la previsione di James Hansen del 1988 ? Tracciò tre scenari…scenari vuol dire, a Paese mio (forse ad Utopia la pensano diversamente) che non si sa cosa succederà, e si fanno previsioni diverse a seconda di quel che potrà succedere, emissioni come usual, o zero emissioni e via dicendo. Ora non si può più parlare di “scenari” per la semplice ragione che ora quel che è successo è successo, quindi non dite che le previsioni siano non molto lontane da uno degli scenari, perché sarebbe una menzogna. Quello scenario non esiste, le emissioni hanno continuato a crescere, e non sono scese a zero. Eppure la temperatura non è cresciuta come profetizzavano i guru ambientalisti. Hanno toppato, ce lo dice la realtà. L’ipotesi AGW è sbagliata. Altro che “cultura scientifica”, che non si fa con l’ideologia. Secondo me.

  10. giovanni carboni

    E’ da sempre ben noto ai “picchisti” seri che il problema non è l’esistenza di riserve naturali di petrolio ma la loro disponibilità a prezzi accessibili. La contrazione dei consumi e l’incremento delle estrazioni in USA è solo una conferma del fatto che ormai siamo sul picco. Quanto a immaginare che, spinti dalla
    necessità aguzzeremo l’ingegno, è una bella ipotesi ma tutta da dimostrare. Specie per un paese come il nostro dove petrolo ed energia in genere sono già i più cari del mondo.

  11. Marco Tizzi

    Noto con profondo dispiacere un bel po’ di disonestà intellettuale in questo articolo.
    Aspo non ha mai sostenuto che il petrolio o il gas stiano “per finire”, nel senso che fisicamente non ce ne sono più sotto la crosta terrestre, perché questo ovviamente nessuno lo può sapere. Il picco si riferisce a quando petrolio e gas (e carbone e uranio…) non saranno più convenienti da estrarre.
    Convenienti in quale senso? Economico, certo, ma soprattutto energetico: se per estrarre un barile di petrolio devo utilizzare l’equivalente energetico di più di un barile di petrolio, il processo non è più conveniente. Non mi pare un discorso molto complicato. Poi si può anche dire che non c’è problema perché “la mano invisibile” si occuperà da sola di tutto, ma non essendo religioso personalmente preferisco affidarmi a ingegneri, chimici e tecnici che la mani le hanno belle visibili perché possano trovare alternative a tutti gli usi del petrolio così che io non resti schiavo di un ristrettissimo oligopolio che ha in mano una risorsa su cui al momento si basa tutto il mondo. Mi pare un concetto parecchio liberale.
    Mirco Rossi di Aspo Italia qui lo spiega molto meglio di me:
    youtube.com/watch?v=D46xTGtsn0M&feature=plcp

  12. marco

    Siamo sempre a ragionare in punta di matita: il problema vero credo che ci sia sempre troppa strumentalizzazione….e le strumentalizzazioni normalmente le fanno gli incompetenti. La dimostrazione? una classe politica largamente incompetente riesce a ottenere consensi enormi raccontando favole o agitando paure.

  13. Paolo 54

    @Ricardo
    veramente non del tutto e non proprio. La teoria non è abbastanza conosciuta per trarre queste conclusioni così sicure. L’IPCC poi si è screditato proprio perchè, come diceva il suo massimo rappresentante italiano, cercava “l’impatto umano sul clima” e non le cause del cambio del clima il che non è differenza da poco in termini scientifici.
    Posso assicurarti che ci sono astrofisici di gran lunga più importanti di quelli dell’IPCC che ne dubitano parecchio e molti attribuiscono alle attività antripiche dirette un massimo del 20% di responsabilità.
    Poi ci sono quelle che chiamerei indirette che non sono poco ma che non sono colpevolizzabili: la stessa esistenza in vita di un paio di miliardi di esseri umani in più rispetto all’inizio del ‘900 e l’esistenza di altrettanti animali da allevamento. La sola esistenza in vita produce CO2 e metano (dai rifiuti organici).
    La mania di autoflagellazione colpevolistica è sempre presente e diretta sempre verso presunte colpe per quello di “cattivo” che facciamo.
    Se si scopre che è la sola esistenza in vita che causa il cambiamento che si fà ? Si uccidono 3 mld di persone ? E su che base ?

  14. massimo

    A me sembra che l’articolo di Stagnaro, che a sua volta commenta il saggio breve di Maugeri, sia focalizzato esclusivamente sulla disponibilità fisica di petrolio, che era la tesi originale di peak oil. Il professor Bardi in un certo senso devia il discorso sul rendimento energetico dell’estrazione del petrolio. Altri che sono intervenuti prima di me tirano in ballo le emissioni di CO2 che sono un problema molto diverso: per esempio l’uso del carbone come fonte di energia non crea problemi di scarsità fisica, ma comporta molte emissioni. Come direbbe il noto politico: “che ci azzecca”?

  15. Marco Tizzi

    @massimo
    Assolutamente no, perché nel sito Aspo si parla di PRODUZIONE (= estrazione) di petrolio e non di DISPONIBILITA’ FISICA.

    E’ sempre stato così. Non ci sono novità.
    Il video che ho postato sopra è del 3 gennaio di quest’anno e fa riferimento a dati precedenti e a teorie ancora precedenti.
    Il problema non è e non è MAI stata la disponibilità fisica perché è un dato assolutamente inutile: se domani scopriamo che esiste una luna di saturno che è completamente piena di petrolio abbiamo un sacco di disponibilità fisica, ma non sappiamo che farcene.

  16. massimo

    ASPO scrive”La terza fase: il picco e il declino. A un certo punto, il graduale esaurimento rende talmente elevati gli investimenti necessari che non sono più sostenibili. La produzione raggiunge un massimo (il picco di Hubbert) e poi comincia a declinare.”
    ASPO ha ben presente, come tutti quelli che si occupano di petrolio la differenza fra “risorse” e “riserve”, così come Maugeri, Stagnaro e io stesso nel mio piccolo.
    http://www.enea.it/it/enea_informa/focus-fissione-nucleare/riserve-e-risorse

  17. Marco Tizzi

    @massimo
    Appunto: non si parla di disponibilità fisica totale del petrolio, ma di costi estrattivi troppo elevati.
    Questo è quanto.
    Poi se si vuol ciurlare sul manico si può andare avanti all’infinito, ma il punto è uno ed uno solo: ha senso spendere più energia di quanta se ne estrae per estrarre il petrolio?
    La risposta tecnica è no. E basta un esame di fisica tecnica.
    La risposta economica è: dipende. In un mercato libero e concorrenziale il problema non si pone perché all’aumentare dei prezzi l’energia che diventa scarsa verrebbe sostituita dal mercato.
    Peccato che il mercato dell’energia non sia né libero né concorrenziale, quindi se non ci si da una smossa si può serenamente arrivare ad utilizzare un’energia rinnovabile per estrarre il petrolio solo perché le lobby e gli oligopoli hanno lavorato talmente bene da soffocare ogni alternativa.

  18. Ignorante

    Per chi non lo sapesse Maugeri era (non so se lo sia ancora) Direttore Scientifico di ENI (oltre a essere membro di diversi comitati scientifici sull’energia, compreso quello del MIT), questo dimostra che la ricerca si può fare anche senza essere stipendiati dallo Stato.

  19. Ricardo

    @Paolo 54

    L’IPCC NON fa ricerca direttamente. L’IPCC si limita ad analizzare e collazionare i risultati e le pubblicazioni della comunità scientifica. I Report dell’IPCC NON sono degli studi, sono banalmente dei riassunti dello stato dell’arte (e arrivano pure con qualche anno di ritardo a dirla tutta).

    Lo stato dell’arte è che la stragrande maggioranza della comunità scientifica è convinta che il cambiamento climatico sia una realtà, che sia causato dall’incremento della concentrazione di CO2 nell’atmosfera, e che tale incremento sia dovuto alle attività umane, principalmente industria e trasporti (per utilizzo di combustibili fossili) e deforestazione – la semplice esistenza degli esseri umani non ha alcun impatto significativo.

    Esiste una piccola minoranza di scienziati che non è d’accordo. Certamente va sentita anche la loro posizione, ma non si può ragionare come se le posizioni fossero 50%/50%. Le posizioni sono nell’ordine del 99%/1%.
    Se il 99% dei dottori ti dicesse che devi operarti d’urgenza o morirai, e l’1% che non hai nulla, tu che faresti?

  20. Ricardo

    @massimo

    La questione della CO2 è in effetti un problema completamente diverso da quello del presunto picco, anche se è cmq sempre legato alla questione generale delle politiche energetiche che i paesi

    La questione che volevo mettere in risalto è che FORSE il mercato può gestire il problema della limitatezza/difficoltà di estrazione del petrolio, ma NON quello delle emissioni di CO2 – se scarsità e costi di estrazione sono già fattorizzati nel prezzo del barile, l’emissione di CO2 non lo è, ed è un costo pagato dalla società per intero (il più banale degli esempi di esternalità).

    Tra l’altro, FORSE il mercato può gestire i problemi di scarsità e costi di estrazione, ma bisognerebbe quantomeno anche considerare:

    1) le difficoltà ed i costi di transizione di un’economia basata sul petrolio a una basata su altre fonti: non avviene dalla sera alla mattina e non è indolore. Questi potrebbero essere molto diversi se programmati nel tempo invece che imposti ad un certo punto da un prezzo del petrolio insostenibile che causerebbe presumibilmente una depressione economica spaventosa (dicesi domanda molto anelastica – la domanda si muove molto più lentamente del prezzo del petrolio).

    2) il fatto che il mercato non è in concorrenza ma in oligopolio, e che tale oligopolio è in mano principalmente a paesi non esattamente amichevoli, rendendo il petrolio LA questione geopolitica per eccellenza.

  21. LucaS

    X Marco Trizzi

    Guarda che per molto tempo, anni, il cavallo di battaglia dei picchisti era sulla disponibilità fisica delle risorse… adesso forse hanno studiato un po economia e hanno ampliato il discorso per far “quadrare” le loro previsioni. La cosa che più mi fa ridere dei picchisti ma anche degli ambientalisti è che considerano morta una tecnologia come quella dei combustibili fossili (e anche del carbone) che invece è assolutamente competitiva e lo sarà per molti anni (forse decenni) nonostante tutti i casini che lo stato cerca di fare tipo tassazione record della benzina…. e cosa propongono come soluzione? Le rinnovabili ossia una tecnologia che è già morta OGGI e che solo per sussidiarla ci sta costando MILIARDI DI EURO OGNI ANNO e sta generando enormi problemi per gli impianti tradizionali…. Tutto questo violando ogni legge di libero mercato possibile immaginabile….. Secondo te queste “teorie da strapazzo” sono logiche? Se puoi leggiti questo link del mi-ti-co Peter Ferrara:
    http://spectator.org/archives/2012/06/13/green-welfare-green-taxes-gree

  22. Francesco_P

    Vi prego solo di dare un occhio al grafico : http://www.scotese.com/climate.htm

    La maggior biodiversificazione è avvenuta nei periodo di alta temperatura, mentre le fasi di estinzione si sono manifestate con il raffreddamento della Terra e, in modo molto minore, nelle fasi di uscita dalle glaciazioni a causa della difficoltà di adattamento di molte specie ad un clima più caldo.

    Che il pianeta si stia riscaldando è una verità scientifica, che sia dovuto principalmente alle attività antropiche è una bugia clamorosa. Questo non dovrebbe però indurci a non considerare la rischiosità di certi nostri comportamenti. Comunque l’uomo è in grado di alterare i cicli naturali molto più con una scorretta gestione dei rifiuti o la pessima gestione delle foreste che non attraverso il rilascio di emissioni di CO2 per via dell’uso di combustibili fossili.

    Quanto alla tecnica del “fracking” per sfruttare particolari giacimenti (gas shale) in profondità esistono perplessità da parte di moltissimi geologi. Questa metodica comporta l’iniezione di enormi quantità di acqua in zone profonde che posso letteralmente “lubrificare” le fafglie, generando sismicità. Lo stesso USGS afferma: “There is a credible connection between the wastewater injection activities near Youngstown and the recent earthquakes, including the magnitude 4 earthquake that occurred on New Year’s Eve, 2011. This connection is based on the close proximity of the earthquakes to the injection well and depth of injection, and the observation that these events began soon after the start of the injection activities”.

    Si stanno sviluppando anche nuove tecniche per la fratturazione idraulica delle rocce come l’uso di composti ceramici che riducono drasticamente la quantità di acqua e di prodotti chimici necessari. Purtroppo non sono sufficientemente informato sullo stato dell’arte perché sono informazioni difficili da reperire in rete. Anzi, i contributi sono quanto mai importanti.

  23. Marco Tizzi

    @LucaS
    Luca, dai, non diciamo stupidate. La curva di Hubbert si chiama curva di PRODUZIONE. Si è sempre chiamata così, non è cambiato nulla ultimamente né ieri né l’altroieri, se ne parlava quando io facevo l’università e l’ho finita nel 2000.

    La grande confusione che si fa è sul fatto che la curva di Hubbert si applica a cicli produttivi a risorse non rinnovabili, o meglio, il cui ciclo di rinnovamento è infinitamente superiore rispetto al consumo. Per questo alcuni segano tutto quello che ci sta in mezzo e dicono “il petrolio sta finendo”. Che non vuol dire assolutamente nulla. Esiste un processo chimico-fisico per trasformare il mercurio in oro, quindi l’oro non finirà mai, ma questo non significa che se quello fosse l’unico processo utilizzabile per produrre oro allora l’oro mondiale non sarebbe più utilizzabile per nessuno scopo dato che costerebbe energeticamente troppo.
    In pratica il problema sta nel fatto che la produzione di energie rinnovabili non è una produzione, ma è una raccolta, mentre le energie fossili devono essere estratte due volte: una quando si “tirano su” dal sottosuolo ed un’altra quando si estrae l’energia stessa dal fossile.
    A causa di questi fattori la produzione di energie rinnovabili può solo e sempre costare di meno man mano che la tecnologia migliora perché la fonte non solo non può mai esaurire, ma non può mai essere più difficile da raccogliere, mentre nel caso del combustibile fossile già oggi la tecnologia non riesce ad abbassare i costi, SE SI CALCOLANO TUTTI I COSTI.
    E’ ovvio invece che, come per il sistema bancario, se si privatizzano i profitti, ma quando poi c’è l’incidente paga sempre quel coglione di pantalone allora i costi sono tutt’altra cosa, perché le perdite sono socializzate.
    Ma la questione energetica è in assoluto il più grande esempio di come un mercato fortemente lobbystico e strettamente oligopolico, oltre che spesso statale, costringa alla fine l’essere umano a fare scelte senza senso.
    Anche la questione delle rinnovabili che non convengono è una stupidaggine perché l’energia idroelettrica è competitiva con le altre da 30 anni e forse più. Solo che noi facciamo le dighe e non ci mettiamo le centrali perché… perché? Perché il mercato dell’energia non è libero, non è concorrenziale, è lobbystico, è oligopolico.
    Ed essendo il mercato più importante del mondo purtroppo da questa situazione non se ne esce.
    Io non sono favorevole ai sussidi, penso che una seria certificazione di impatto ambientale sia molto più importante e funzioni molto meglio: se c’è coscienza ecologica sarà il consumatore a scegliere.
    Ma se vogliamo sussidiare allora dobbiamo sussidiare TUTTE le rinnovabili, non solo quelle che ci costringono a sussidiare i produttori cinesi o i mafiosi siciliani.
    Però il primo passo è che tutti i produttori di energia siano al 100% responsabili dei danni che fanno, altrimenti i costi non si calcoleranno mai correttamente.

    Tu più su parlavi di E-Cat. Io seguo questa storia da 3 anni.
    Posto che il grande problema sta nel brevetto internazionale che, giusto o sbagliato non so, non viene concesso perché non ci sono teorie scientifiche che spiegano il funzionamento, resta il fatto che cmq bisogna andarci coi piedi di piombo: è vero che se funziona è la più grande scoperta scientifica degli ultimi non-so-quanti-anni, ma è anche vero che un fenomeno inspiegabile può avere conseguenza devastanti sull’uomo e sull’ambiente che vanno studiati a fondo prima di farsi prendere dalla foga.
    Ti ricordo che quando i signori Curie scoprirono la radioattività si vendevano creme radiattive in farmacia per far passare i brufoli…

  24. L’IPCC non è quell’ente che hanno incriminato per aver truccato i risultati per SOSTENERE l’ipotesi peregrina e stupida denominata AGW ?
    Si.. L’IPCC è proprio quella. Quella smerdata da un gruppo di hacker che hanno pubblicato le imbarazzanti email di costoro che “aggiustavano” i dati… Direi che dopo tale prova di onestà, non crederei a loro neppure se mi dicessero che una frattura viene solitamente causata da un urto.
    L’AGW in generale, IPCC o meno è una EMERITA, ma EMERITISSIMA bufala. Primo perché un paio di eruzioni vulcaniche in più o in meno producono l’equivalente di tutta la CO2 emessa dall’uomo. Quindi tu puoi bruciare un anno di capitale umano non muovendoti e rifiatando il meno possibile, poi esplode un vulcano in Indonesia e ottieni la stessa CO2 che avresti ottenuto producendo, lavorando e incrementando il capitale umano, invece di sprecarlo.
    Secondo. La Natura, e questo gli pseudo-scienziati collettivisti lo dimenticano sempre, utilizza gli effetti TAMPONE. Un aumento della CO2 nell’aria provoca un aumento della flora terrestre e soprattutto acquatica. La quale agisce come tampone e tende a diminuire la CO2 nell’aria.

  25. Carlo

    Il mondo ha 7 miliardi e passa di abitanti. Se tutti volessero un modello di vita come quello occientale le risorse non bastano per tutti. D’altronde è una questione di logica…

    In un mondo finito di risorse, non può esserci una crescita infinita. E’ fisica non ideologia!!!

  26. Ricardo

    @libertyfighter

    Leggi il mio commento precedente: l’IPCC fa poco più che dei riassunti, la loro credibilità è irrilevante.

    Per il resto: non so dove hai letto le boiate che hai scritto, ti consiglio di fare qualche ricerca più approfondita, ma è sufficiente anche solo un minimo di buon senso:
    la concentrazione di CO2 nell’atmosfera oggi è più alta di quanto non lo sia mai stata in centinaia di migliaia di anni (questo è un dato che nemmeno i più acerrimi scettici mettono in dubbio), l’aumento non è neanche paragonabile alla CO2 emessa dalle eruzioni vulcaniche ordinarie (i quali hanno eruttato per tutto il tempo senza mai far aumentare la concentrazione di Co2 a questi livelli).

    E’ possibile che eruzioni straordinarie (di quelle da “1 volta in 100 milioni di anni”) emettano quantità tali da cambiare il clima globale? Si, è possibile, ma ignorare il climate change per questo è come ignorare di avere il cancro perché tanto potresti morire in un incidente aereo.

    L’effetto tampone: geniale! Allora non c’è problema….però la CO2 nell’aria è aumentata, che è successo al tampone?

    Forse prima di definire “emeritissima” bufala qualcosa sostenuto dalla maggioranza della comunità scientifica potresti almeno provare a leggere qualcosa sul tema.

  27. Fabio Scacciavillani

    Direi che una definizione piu’ esatta di “picchisti” sarebbe “picchiati”.

  28. LucaS

    X Marco Trizzi

    Intendevo le rinnovabili di cui si parla sempre, ossia fotovoltaico ed eolico! Che l’idroelettrico convenga è evidente! tanto è vero che le centrali idroelettriche si facevano decenni fa senza alcun sussidio e col prezzo dell’energia molto più basso però dove potevano farle le hanno già fatte! Io ovviamente mi riferivo alle altre… quelle che secondo Bardi, Tozzi e compagnia cantante, se leggi il suo sito risolveranno il problema del picco del petrolio… anzi secondo lui le rinnovabili GIA’ OGGI convengono! questo lui l’ha detto in vari articoli che rivelano una conoscenza dell’economia da prima elementare, leggine uno a caso per rendertene conto… ecco il non-sense dei picchisti! Addirittura continuano a dire che per rendere ARTIFICIALMENTE competitive le rinnovabili, quando non lo sono affatto ne lo saranno mai, lo stato deve imporre tasse enormi sulle altre tecnologie…. capisci che questa gente è di un’ignoranza totale e non capisce che cosi facendo tutta l’economia privata andrebbe in ginocchio come spiegato da Peter Ferrara… Ammesso e non concesso che abbiano ragione (io non lo credo affatto): propongono robe assurde! Di questo passo tra poco proporranno che la gente si autoproduca energia pedalando le biciclette cosi cala e si risolve il problema dell’obesità… Loro hanno la stessa forma mentis di Obama: non gli interessa risolvere davvero i problemi ma comandare! decidere loro quale impianto va fatto e quale no, quale tecnologia va promossa e quale affossata… loro vogliono massimizzare il loro potere e cosi mantenerlo dando milioni e milioni dei contribuenti ai loro amici: Obama l’ha fatto su larga scala con aziende oggi fallite di proprietà di quelli che gli hanno pagato la campagna elettorale (solyndra è solo la punta dell’iceberg)… Persino i tedeschi l’hanno capito una volta per tutte che le rinnovabili (idroelettrico a parte) sono una boaita pazzesca, se non lo fossero non avrebbero bisogno di sussidi multimiliardari! L’unica cosa sensata che sento dire ai picchisti e che è perfettamente in linea col libero mercato è investire in risparmio energetico e che il governo faciliti questi investimenti con ricadute economiche e tecnologiche enormemente superiori a fotovoltaico e company.

    Sull’e-cat, sempre ammesso che quello che dica Rossi risponda a verità, non vedo grossi problemi teorici di comprensione del fenomeno che lui e altri dicono di aver già ottenuto quanto di introduzione in commercio del prodotto… Cmq aspetto il famoso report sull’e-cat a 600° validato da terzi che Rossi ha detto verrò pubblicato a settimane. Io sono parzialmente ottimista!

  29. Marco Tizzi

    @LucaS
    Vedi, Luca, la gente un po’ spara perché si mette in testa cose che non ha nemmeno idea di cosa stiano dicendo, un po’ per malafede.
    In Aspo c’è gente seria che pone il problema energetico dal giusto punto di vista che è innanzitutto quello tecnico: nessuno spenderebbe più energia di quella che produce in un processo energetico se non fosse in qualche modo costretto.
    Oggi siamo completamente schiavi del petrolio e questo è un pericolo enorme, che già in questo momento, per dirne una, ti causa un aumento di prezzi in un momento di contrazione monetaria.
    Dobbiamo uscire subito da questa stretta.

    Fai conto che i gli Emirati Arabi sono all’avanguardia sulla ricerca e sull’uso delle rinnovabili, infatti hanno costruito Masdar che è in pratica la città-sogno dell’ecologista: se lo fanno loro vuol dire che qualche problemuccio col petrolio è il caso che ci sia, non credi?
    Forse è il caso di stare un po’ più attenti.

    Il fotovoltaico ha un senso per alcune cose, è giusto per dire che un palazzo nuovo abbia un tetto fotovoltaico perché oggi ti costa poco più di un tetto normale, ma pensa che un’acciaieria funzioni con il fotovoltaico è un’illusione.

    Ma porca miseriaccia, in Toscana, vicino a Sansepolcro c’è una delle più grandi dighe del mondo e non ha la centrale idroelettrica! A Torino hanno messo una minicentrale in un salto del Po che a costo praticamente zero da energia ad un quartiere: per avere i permessi si è messo in mezzo il comune e ce l’hanno fatta in tre mesi, altriemnti ci vogliono 3-4 anni per avere un permesso! Per installare una centralina idroelettrica devi avere il permesso dell’ENAV, l’Ente di Assistenza al Volo!!!!!
    Questi sono i problemi, i soliti problemi, le solite cose… Fai fuori lo Stato e rendi responsabili dei problemi che creano le aziende petrolifere e vedrai che in 5 anni si ribilancia tutta la produzione energetica del mondo.

  30. LucaS

    X Marco

    Mi pare di capire che la pensiamo un po diversamente. In estrema sintesi:

    1) Io non sono contro le rinnovabili! Sono contro i SUSSIDI alle rinnovabili! Se uno crede in una tecnologia che la sviluppi, produca, venda, installi coi suoi soldi e non con quelli dei contribuenti! Sono anche d’accordo sul fatto che chi inquina paghi ma le tasse sulle fonti fossili più che compensano queste esternalità ambientali negative (l’ho letto in vari studi quantitativi ma adesso i riferimenti non li ho).
    2) In particolare so che l’idroelettrico è in molti casi competitivo e si stanno sviluppando tecnologie per sfruttare anche salti minori e mini-idroelettrico…. perfetto! Ok anche installarlo dove non c’è ma ormai di punti non sfruttati ne sono rimasti pochi ergo non è da con questo che si potrà mai soddisfare l’aumento della domanda mondiale! Su eolico e fotovoltaico non spendo nemmeno 1 parole perchè le considero tecnologie RI-DI-CO-le… almeno ad oggi! Se e quando saranno competitive in futuro saò il primo a felicitarmene ma dire che oggi il fotovoltaico conviene e che lo stato dovrebbe continuare a sussidiare con miliardi di euro ogni anno questa industria fallimentare è una posizione ridicola (ed è esattamente quella dell’ASPO! qui non puoi accusarmi di travisarli)
    3) So bene della dipendenza del petrolio e non dico sia una cosa positiva il problema è che molto semplicemente per le auto le rinnovabili non funzionano! Potrebbe funzionare il gas e in USA si sta pensando a convertire le auto a gas dato il suo basso dovuto allo shale gas… ma anche qui ASPO, ambientalisti e compagnia cantante si oppongono! Se tu denunci la dipendenza dal petrolio dimmi tu come risolverla! L’ASPO a parte denunciare sto benedetto picco (secondo loro siamo già al picco o peggio l’abbiamo già passato… scritto in vari post) non mi pare abbia fornito ricette per superarlo.. ad esclusione di quell’idiozia della “decrescita felice”. Sarò ignorante in materia e traviserò ma questo è quello che finora sono riuscito a capire dall’ASPO!

  31. Marco Tizzi

    @LucaS
    1) le esternetalità ambientali negative non possono essere pagate con le tasse perché si toglie il concetto di responsabilità: tutti pagano le tasse, sia quelli che estraggono a rischio zero che quelli che estraggono a rischio 100 e poi fanno sempre il danno. Stessa cosa col trasporto.
    Le tasse sull’impresa sono troppe in generale: tagliamole e facciamo pagare direttamente i danni, vedrai che le aziende si valutano meglio i rischi. Questo vale per tutto, non solo per l’energia, altrimenti l’imprenditoria diventa un’aggressione e non più una fonte di sviluppo.
    Stai tranquillo che se si devono fare un’assicurazione privata gli incidenti diminuiscono.
    Sui sussidi sarei d’accordo, ma c’è il problema che il resto del mercato non è libero e non è concorrenziale. Ti faccio due esempi chiari.
    Un amico di famiglia tanti anni fa ha comprato un brevetto della Nasa che rivoluzionava il trasporto del petrolio. Stava cominciando la produzione quando è stato avvicinato da due figuri che gli hanno dato in mano la foto delle figlie e se ne sono andati. Il giorno dopo gli hanno bruciato la macchina davanti a casa. Ovviamente l’azienda non ha mai aperto.
    Secondo esempio: ho fatto i conti e se riprende un attimo il lavoro (al momento è tutto fermo, sono a meno della metà del fatturato del 2008) mi converrebbe comprarmi una piccola macchina elettrica a raggio esteso a metano come la Volpe di Zagato. Peccato che non possa andare in tangenziale, quindi nella pratica non posso usarla.
    2) l’idroelettrico, soprattutto mini e midi è pochissimo sfruttato rispetto al potenziale in Italia. Ormai basta un salto di 1,5mt quindi si può fare praticamente ovunque. Sull’eolico ed il fotovoltaico sono convinto che ci sia sotto qualcosa, ma non mi è chiaro bene cosa: sono d’accordo con te che attualmente la gestione di entrambi sia completamente irrazionale. Fai conto che anche Grillo è furibondo per il fotovoltaico sui campi agricoli, figurati! Non sono esattamente d’accordo che la domanda mondiale di energia debba per forza aumentare: oggi c’è un’attenzione completamente diversa ai consumi, soprattutto a livello industriale, e da quel punto di vista la tecnologia fa passi avanti mostruosi. La vera grande sfida è quella: diminuire i consumi a parità di output. Una lampadina LED consuma meno di un decimo di una ad incandescenza e ha durata infinita: se non era per i cinesi noi eravamo ancora governati dall’oligopolio della lightbulb conspiracy.
    Per il petrolio è la stessa cosa: passo zero è far fuori le lobby. Purtroppo è il più difficile.
    3) Le auto possono benissimo già oggi andare con un motore elettrico ed un generatore a metano per i tratti più lunghi (vedi Volpe, immaginati una Ampera a metano). Nel frattempo la tecnologia delle batterie fa salti da giganti perché serve per il vero business del presente e cioé l’elettronica mobile. Tranquillo che gli accomulatori con strati di grafene saranno realtà a breve e anche le nanotecnologie hanno ottime prospettive per il mondo delle batterie.
    Certo, poi bisogna capire come caricarle ‘ste batterie, ma a quel punto cambia tutto. Fai conto che in Germania c’è un villaggio che sta sperimentando l’uso delle auto elettriche all’interno di una smart grid in modo da usarle per bilanciare l’uso delle rinnovabili durante la carica dell’auto, in modo da far funzionare le batterie in due direzioni anche durante la carica.

    Lasciamo perdere la “decrescita felice”: nel mondo ci sono 200 milioni di disoccupati, pari alla popolazione di Italia, Germania e Francia circa. Aggiungi tutti quelli che il lavoro nemmeno lo cercano più. Che diavolo facciamo fare a questa gente?
    Questa è la grande domanda e chi parla di “decrescita felice” non si rende conto che il crollo del sistema capitalistico senza avere un’alternativa non ha proprio un cazzo di felice. E’ più una catastrofe che “felice”.
    E che lo debba ricordare un’anarchico fa un po’ sorridere, non credi?

    La cosa che mi dispiace è che la questione energetica, soprattutto qui in Italia, sta diventando come tutto il resto: destra contro sinistra, bianco contro nero, economisti contro ambientalisti.
    Il risultato è che qui non si risolve un cazzo e intanto l’emiro di Abu Dhabi costrusce Masdar. Così quando il petrolio non sarà più conveniente lui ci dirà “tranquilli signori, l’energia è già qui pronta, sono anni che facciamo ricerca. Ve la vendo io”.

  32. massimo

    Marco Tizzi :@LucaS.Sui sussidi sarei d’accordo, ma c’è il problema che il resto del mercato non è libero e non è concorrenziale. Ti faccio due esempi chiari.Un amico di famiglia tanti anni fa ha comprato un brevetto della Nasa che rivoluzionava il trasporto del petrolio. Stava cominciando la produzione quando è stato avvicinato da due figuri che gli hanno dato in mano la foto delle figlie e se ne sono andati. Il giorno dopo gli hanno bruciato la macchina davanti a casa. Ovviamente l’azienda non ha mai aperto..

    Mi dai qualche dettaglio su questo brevetto della NASA per favore?

  33. LucaS

    X Marco Trizzi

    Spunti interessanti… Cmq:
    1) Le cose che dici in generale hanno senso, il problema è che bisogna contestualizzare. Il punto fondamentale su cui siamo d’accordo è che l’obbiettivo numero 1 da perseguire è l’efficienza energetica! e per assurdo qui in Europa grazie alle tasse stratosferiche che si pagano lo stato indirizza il mercato proprio in questa direzione… Però non credere che questo riduca la domanda! La domanda aumenterà comunque e anche parecchio anche migliorando molto l’efficienza energetica semplicemente perchè pur migliorando il consumo energetico dei vari hardwares il loro numero aumenterà sempre di più e al margine il risparmio dovuto al minor consumo energetico si tradurrà nell’acquisto di un ulteriore hardware… questo mercato è sconfinato e per certi versi anche allucinante: conosco gente per dire che ha 3 telefonini… Adesso pensa a quanta gente nel mondo non ha nemmeno gli hardware di base, non dico quelli superflui, e ti renderai conto che nessun efficientamento potrà abbassare la domanda! Quindi il problema di come coprire la domanda resta eccome anche perchè fare efficienza è sempre più oneroso: un conto è fare efficienza partendo da zero o quasi come oggi un altro è farla partendo da un livello molto superiore…. sarà tecnologicamente possibile ma economicamente non conveniente…. concetto che è chiaro anche a quelli dell’ASPO!
    2) L’Esempio di Masdar non lo conosco però ci andrei cauto! Gli arabi hanno un sacco di soldi e questo li porta spesso a 2 cose: sovrainvestimento e cattivi investimenti.. la bolla immobiliare di Dubai ne è un ottimo esempio cosi come le varie squadre di calcio che comprano quà e là… insomma mi sembra che non sappiano dove buttare i soldi e che finanzino anche robe abbastanza stupide… Per es. il Qatar ha ottenuto i mondiali di calcio e sta preparando progetti faraonici addirittura stadi che usati per un po poi si smontano… economicamente non ha senso ma se sei pieno di soldi e non sai dove buttarli forse si… questo però vale per chi è pieno di soldi e non sa dove buttarli e non per noi!
    3) Nel tuo post hai spiegato molto bene come il mercato stia inducendo le imprese ad investire in determinate tecnologie… il problema dell’ASPO è che loro questo punto proprio non riescono a capirlo! Per es. un picchista “un po meno matto della media”, diciamo cosi, con cui mi confronto spesso mi dice che è perfettamente consapevole dell’inefficienza delle rinnovabili ma che senza i sussidi il privato non ci investirebbe mai… l’idea che il privato ci investirebbe all’aumentare dei prezzi delle fonti tradizionali per lui è inconcepibile! Gli stessi progressi tecnologici fatti nel campo dello shale gas e oil per i picchisti di un tempo erano inconcepibili perchè loro non ragionavano in termini economici ma geologici… poi che adesso si siano parzialmente evoluti ben venga, Bardi ok ma gente tipo Tozzi questo punto non l’ha ancora capito! Ma anche dando per buono il loro ragionamento (che buono non è!) la cosa non sta in piedi: seguendo la loro logica io potrei chiedere i sussidi per la produzione di carrozze adducendo che il privato non ci investirebbe mai dato che non esiste un mercato delle carrozze e la gente gira in auto e che per far risultare artificialmente più competitive le carrozze oltre al sussidio alla loro produzione dovrei tassare le auto…insomma devo essere io a decidere cosa produrre, come produrre, quanto produrre… non il mercato! Spiegami la differenza tra la loro idea e l’economia sovietica… io proprio non la trovo!
    4) Il punto delle tasse l’ho sollevato per questo motivo: l’ASPO e compagnia cantante vorrebbe che lo stato (loro hanno in comune coi socialistoidi l’idea che lo stato risolva magicamente ogni cosa e che ovviamente debba fare quello che dicono loro e non quello che il mercato spontaneamente fa/farebbe…) investa molti soldi in ferrovie in modo da ridurre il consumo di petrolio delle auto e i danni ambientali che queste causano consumando benzina… Gli studi che ho letto a parte dimostrare che tutti i progetti ferroviari hanno cost overruns stratosferici, hanno una domanda ridicola anche se l’utente paga solo una parte del costo operativo del servizio (meno del 20%) e il resto è a carico della fiscalità generale, ritardi di anni e anni (non solo in Italia)… oltre a questo gli studi dimostrano che le accise sulla benzina più che compensano le esternalità ambientali negative quindi se la gente tra la macchina, pagando tutti i costi come dici tu comprensivi di esternalità ambientali, e la ferrovia dove paga solo una frazione del costo operativo… sceglie l’auto, loro vogliono imporgli la ferrovia e i mezzi pubblici! Non solo vogliono imporre le loro idee agli altri fregandosene della libertà delle persone ma non hanno ancora capito che non conta il danno ambientale in sè.. quello che conta è quanto valore ottieni per un dato danno ambientale. Usando l’auto si inquina un po’ di più ma si ottiene un valore di gran lunga superiore: ergo si ottengono le risorse per “disinquinare” e ne avanzano delle altre mentre con la ferrovia ci sarebbe molto meno valore e un sacco di debiti in più (tipo TAV…) ma vaglielo a spiegare a sti “economisti improvvisati”…

  34. Ricardo :@libertyfighter
    Leggi il mio commento precedente: l’IPCC fa poco più che dei riassunti, la loro credibilità è irrilevante.

    Allora cnhe la credibilita’ dei “Summary for Policymakers” emessi dall’IPCC e sui quali si basano le politiche di molte nazioni hanno credibilita’ irrilevante?

    A me sembra tanto un cieco che si fa guidare da un altro cieco.

    E fare dei riassunti in se’ implica una selezione di informazioni e la loro presentazione in forma semplificata: in queste attivita’ facilmente si puo’ insinuare una visione ideologicizzata.

    Forse prima di definire “emeritissima” bufala qualcosa sostenuto dalla maggioranza della comunità scientifica potresti almeno provare a leggere qualcosa sul tema.

    E le tue letture sul tema quali sono? Fin’ora l’unico argomento che hai portato e’ che la maggioranza degli scienziati la penserebbe in un certo modo.

    Per quanto riguarda il Picco del Petrolio, ci sono “picchisti” preparati ed intelligenti con i quali si puo’ avere una piacevole conversazione sulle risorse di petrolio e la loro estrazione. Altri sono del tipo “Preparati all’apocalisse prossima ventura comprando il mio libro!”.

  35. Giovanni Carboni

    Faccio presente a Marco Tizzi che ha fatto un esempio sbagliato: non esiste nessun processo fisico e tantomeno chimico per trasformare mercurio in oro. A nessun prezzo! Una volta si credeva alla pietra filosofale.

  36. Marco Tizzi

    @LucaS
    Sull’efficienza energetica sono più positivo di te perché tu non consideri il mondo industriale, che è una bella fetta del consumo, dove ci sono enormi margini di miglioramento e dove la sovracapacità produttiva in questo momento storico è davvero pesante. Negli ultimi anni il consumo di energia elettrica è fermo (en.wikipedia.org/wiki/File:Annual_electricity_net_generation_in_the_world.svg), con un po’ di intelligenza si può tenerlo lì. Non sto dicendo che sia facile, dico che ci dobbiamo concentrare su quel tema.

    Per il resto sono d’accordo con te, però bisogna rendersi conto che purtroppo gli stati esistono e sono sempre più potenti, sempre più coercitivi e sempre più antiliberali. L’economia con il maggiore potenziale del mondo è un’economia pianificata!
    E la finanza vuole spostare lì i capitali.
    Leggi qui e spaventati:
    bloomberg.com/news/2011-08-29/give-marx-a-chance-to-save-the-world-economy-commentary-by-george-magnus.html

    scenarieconomici.com/articoli/ccpl.html

    Al nostro mondo di soldi fatti di numerini nei computer comincia a piacere l’economia pianificata perché da certezze per il futuro. Ha vinto il socialismo? Non lo so. Spero di no.
    Ma stai sicuro che se la Cina infila in un piano quinquennale l’abbandono del petrolio tocca seguire… In questo senso posso anche capire i sussidi: anche se non sono d’accordo può darsi che si tratti di fare una guerra.
    Poi, certo, pensare che i nostri politici facciano ragionamenti così complessi è un po’ un’utopia. Probabilmente li ha semplciemente costretti la mafia.

  37. Francesco_P

    @Marco Tizzi

    Ho letto l’articolo di Bloomberg che lei cita. Peccato che l’autore, George Magnus, sia un esperto economico che collabora con l’UBS. La finanza astratta ama tutte le forme di socialismo perché garantisce a loro potere contrattuale nei confronti degli Stati iper-indebitati, tranne poi trovarsi invischiati nel deadlock della dipendenza reciproca Banca Stato.

    L’economia pianificata socialista ha fallito. L’economia socialdemocratica sta portando gli Stati al default (e son cambiano Obama in default ci finiscono anche gli USA nei prossimi 4 anni). Anche il capitalismo dei “too big to fail” tende inesorabilmente al fallimento.

    Cosa serve per non fallire? Semplicissimo: LA FLESSIBILITA’ E LA COSTANTE INNOVAZIONE DEI PRODOTTI che consentono di adattare la produzione al mercato. Si vende ciò che non c’è, mentre NON si vende più volte quello che c’è già! Sembra banale, ma quanti soloni dell’economia se ne dimenticano! Ovviamente questo tocca solo marginalmente i prodotti di uso quotidiano e ripetitivo (es. la carta igienica e il guttalax per chi non riesce ad usare la carta igienica con quotidiana regolarità); non per nulla quelli delle società che producono generi di largo consumo ripetitivo e le utilities sono considerati titoli “difensivi”. Ma è l’eccezione che conferma la regola e – come ci insegnano i maestri del marketing – se “vuoi vendere devi saper offrire un nuovo appeal adeguato ai tempi persino alla carta igienica”!

    Bisogna tornare allo spirito del capitalismo “innovatore” e premiare il finanziamento dei progetti piuttosto che quello degli apparati burocratico-affaristici. La pianificazione offre solo una grande certezza: essere in ritardo con il mondo.

  38. Marco Tizzi

    @Francesco_P
    Non deve convincere me… solo che la teoria del prof. Sdogati sembra purtroppo avere un gran senso.
    E in questo senso un’unione politica europea è peggiorativa perché, non prendiamoci in giro, non si tratta di CESSIONE di sovranità, ma di AGGIUNTA di un livello di sovranità.
    Più regole, più leggi, più stato, più polizia, più esercito, più coercizione…
    Il tutto sulle ceneri di un continente dilaniato dalla follia del sistema di impoverimento di massa che è il deleveraging in un sistema basato sul debito.
    Per avere una costante innovazione di prodotti le aziende hanno bisogno di soldi e i soldi sono debiti. Niente debiti, niente soldi.

  39. Ricardo

    @FabioC.

    Mi riferivo alle questioni sollevate dall’altro blogger circa le e-mail intercettate: fatto gravissimo che certamente ha danneggiato la credibilità dell’IPCC.
    Il punto che volevo mettere in evidenza è che non è l’IPCC a dirci che il climate change è reale, ma la comunità scientifica.
    Di conseguenza, la presunta ideologia dell’IPCC è irrilevante in quanto non è all’IPCC che dobbiamo credere oppure no, ma alla comunità scientifica.

    PS: aggiungo un dettaglio, anche se poco rilevante – in realtà è vagamente paradossale accusare l’IPCC di ideologia pro-cilmate change quando l’IPCC è regolarmente in ritardo di anni nell’accettare l’evidenza delle scoperte della comunità scientifica.
    Se proprio dovesse essere accusato di qualcosa, lo si potrebbe accusare di essere eccessivamente prudente e conservativo (quanlcuno pensa per l’influenza dei Cinesi, non particolarmente felici delle scoperte sull’argomento), dato che non si azzarda a riportare una riga che non sia più che supportata da prove.

  40. enrico

    Caro Carlo, purtroppo quello che dici è vero. Saranno tenute ancora nel cassetto le fonti energetiche del futuro perché c’è ancora molto petrolio sotto varie forme da vendere e su cui speculare.
    Il picco è solo rimandato. ” Si possono cambiare gli equilibri, ma non si possono cambiare le leggi fondamentali dell’universo”.
    Questa tua frase però proprio non la capisco. Di quale universo parli? Di quello economico speculativo che ha inventato l’uomo immagino. Perchè di fatto petrolio, oli bituminosi e varie sono risorse con dei limiti. Noi le stiamo solo trasformando da idrocarburi complessi a Co2 avvelenando l’atmosfera.

  41. enrico

    X Marco Tizzi
    Quella della trasformazione del Mercurio in oro non l’avevo mai sentita. Ti parla un chimico fisico…

  42. enrico

    A proposito del bosone di Higgs: quanti miliardi di euro hanno speso x questa scoperta? Che non serve a nulla. Investirli in ricerca energetica pura non era meglio? O forse i petrolieri foraggiano queste ricerche distogliendo le menti brillanti da quello che servirebbe: energia pulita x tutti.
    Di fatto il petrolio è il prodotto di più largo consumo mondiale e il business non va interrotto.
    Che ne dite economisti?!

  43. LucaS

    X Enrico

    Hai sentito parlare dell’E-cat? Se si qual’è la tua impressione? Chiedo la tua impressione visto che per avere un’opinione occorrono molti più dati e informazioni oggi non disponibili. Grazie.

  44. Marco Tizzi

    @enrico
    Ho solo visto dei documentari!!!!
    E cmq me lo conferma wikipedia, che non sarà la bibbia, ma cita riferimento precisi.
    Nel ’41 si riuscì ad ottenere oro che però era radiattivo, si riuscì poi ad ottenere oro sia in un reattore sia in un acceleratore.
    Resta il fatto che sono solo esperimenti accademici perché il costo è infinitamente superiore al risultato. Il mio esempio era solo volto al dire che se anche un qualsiasi materiale è “producibile” questo non significa nulla da un punto di vista pratico…

  45. Marco Tizzi

    @LucaS
    Ah, Luca, ora che mi viene in mente: so che sembra la più cospirativa delle teorie cospirative, ma qualche mese fa ho letto che una delegazione del minbistero della difesa aveva fatto visita ai laboratori di Rossi.
    Da lì in poi non si è saputo più nulla.
    Dai che finisce che ci paghiamo il debito pubblico in un paio d’anni 😀

  46. giulio

    A me questa storia del “sempre rimandata” fa perlomeno sorridere. Che cosa vuol dire “sempre”? Se l’orizzonte temporale dell’autore è quello degli anni, o al più dei decenni, magari il “sempre” ci può anche stare. Vorrei cortesemente ricordare che l’attuale periodo di per così dire ininterrotta crescita economica globale dura, a esser buoni, da alcuni decenni, a esser buonissimi da due o tre secoli (rivoluzione industriale), nei quali sono peraltro avvenute quisquilie quali due guerre mondiali. E’ senz’altro vero che l’innovazione tecnologica e le dinamiche legate al prezzo aiutino a ottimizzare lo sfruttamento delle risorse (petrolifere in primis) aumentando la quantità di quelle effettivamente utilizzabili. Tuttavia l’aspetto energetico, sul lungo termine, resta comunque prevalente, come hanno mostrato i numerosi collassi di civiltà avvenuti nella storia. Affermare che questo non possa più succedere perché oggi apparteniamo ad una società interconnessa e tecnologicamente avanzata è nient’altro che una scommessa, che per ora abbiamo vinto in una scala temporale di due o tre decenni al massimo.

  47. Francesco_P

    @giulio

    Bisogna distinguere. Oggi i cosiddetti green non sono assolutamente intenzionati a risolvere i problemi a lungo termine bensì solo a intralciare lo sviluppo per favorire alcune lobby (es. pannelli solari, pale eoliche, ecc.). Sono disposti a intralciare lo smaltimento dei rifiuti mediante termovalorizzazione e pirolisi a vantaggio della prosecuzione di pratiche pericolose per l’ambiente.

    E’ chiaro che lo sfruttamento dei nuovi giacimenti permette di evitare il collasso energetico tenendo presente che la odierna tecnologia di massa è basata sui combustibili fossili. Se traguardiamo il futuro fra alcune generazioni, allora è chiaro che parallelamente alo sfruttamento delle risorse ancora non toccate dovremo sviluppare nuove tecnologie adatte a generare elettricità h 24 in abbondanza ed a prezzi ragionevoli e a sostituire i combustibili per i trasporti con soluzioni pratiche, non eccessivamente costose e facilmente impiegabili anche nelle più remote zone del globo.

    Guardiamo in faccia la realtà e pensiamo sui due piani temporali: quello dell’oggi e del domani prossimo, la priorità, e quello del futuro a medio termine, ovvero ciò che dobbiamo preparare oggi. Le soluzioni proposte dal politically correct verde non servono a risolvere ne i problemi odierni ne quelli a medio e lungo termine. In compenso servono a regalare un bel po’ di soldi delle nostre tasse a delle lobby; un perfetto esempio di cosa significa il termine “ridistribuzone” che piace tanto alla cara (nel senso di costosa) socialdemocrazia.

  48. Francesco_P

    Scusate il ritardo, mi cospargo il capo di cenere. Avrei dovuto farlo presente prima.

    Un esempio di come la necessità spinga a cercare nuove risorse di cui Madre natura è dispensatrice è la recente scoperta di un importante giacimento di terre rare al largo del Giappone.

    La fonte è http://www.mineweb.com/mineweb/view/mineweb/en/page72102?oid=130668&sn=Detail&pid=63 .

    Altro articolo interessante sulla stessa scoperta: http://www.homelandsecuritynewswire.com/japanese-discovery-could-undermine-chinas-rare-earth-dominance .

    Una ricerca con google per “japanese rare earth discovery” fornisce moltissimi altri risultati.

    Dalla scoperta allo sfruttamento ci sono di mezzo nuove tecnologie da “inventare”. Inventare e raffinare tecnologie è un job difficile, ma importante e redditizio. Qui nella provinciale Italia non ne ha parlato nessuno che io sappia, presi come siamo dai nostri spread, dai tentativi di conservare il proprio insostenibile orticello e dai riti corporativi della “concertazione”. Intanto il mondo va avanti anche senza di noi.

  49. Alberto

    Lo studio di Maugeri non dice nulla di nuovo rispetto a quanto già si sapeva e a quantolo stesso Pentagono aveva nel 2010 riferito e nemmeno Colin Campbell ha mai affermato che tecnologie non convenzionali come lo Shale oil possano per qualche tempo ancora, ma a costi notevolmente superiori e con impatti ambientali (estrazione molto inquinante e produzione di inquinanti in sede di utilizzo) ed energetici (costi di estrazione superiori di molto).
    Consiglio di leggere questa intervista a Colin Campbell, che a mio avviso resta un’ autorità superiore a chiunque altro nella materia; e non mi sembra sia stato mai smentito seriamente nelle sue previsioni.
    La strada corretta per il futuro energetico non è certamente quella di proseguire affidandosi ancora prevalentemente alle fonti convenzionali fossili (circa il 75% del totale), ma l’ utilizzo fino ai limiti massimi delle energie rinnovabili e della fonte nucleare avanzata, fino a quando si riuscirà a produrre energia da fusione nucleare.

  50. Alberto

    Prego dare occhio a questo lavoro di US Department of Energy, Strategic Significance of America’ s Unconventional Oil Resources del 2007, relativo allo studio ed alle strategie relative all’ utilizzo delle risorse non convenzionali di petrolio, che poi hanno trovato conferma nell’ estrazione di olio non convenzionale USA, quindi ripeto, per me lo studio di Mugeri, non rappresenta nulla di particolarmente inatteso.
    Prego guardare le pagine relative agli impatti della tecnologia su territorio, ambiente e relativamente ai consumi di energia per estrazione.
    Ancora più importante risulta questo studio del 2011 sempre dello stesso Dipartimento che definisce i rischi strategici di USA, nonostante l’ estrazione di olio non convenzionale dove è detto in particolare:

    Little Change Will Take Place in the Dependence of the US Transportation Sector on Liquid Fuels

    The next section highlights the fact that US energy dependence is not fungible in terms of demand. In spite of improved transportation efficiency, hybrids, and electric cars, US demand for energy liquids is projected to increase through 2035. Industrial demand for liquids is also projected to remain nearly constant.

    Alternative liquids will help reduce total demand for imports, but not the critical impact petroleum has on one sector of the US economy: transportation.

    Rising US and Global Dependence on Gulf Oil Exports
    It is also clear from DOE/EIA projections that the Gulf will become a steadily more strategically critical area in spite of new oil and gas discoveries in other regions – including the US. This will make potential threats like Iran, terrorist groups such as Al Qa’ida, and instability in other countries around the Gulf just as strategically important to the US in the future as it is today.

    It highlights the critical value of: Saudi Arabia and the other Southern Gulf oil exporters; finding ways to contain and defend against Iran that do not paralyze its ability to sustain and expand its future exports; and the need to bring Iraq back on line as a major exporter.

    Increased Global Demand for Oil will be Driven by Developing States, Present New Strategic Challenges, and Raise Prices

    The next section is not necessarily “bad news,” but it does illustrate that while developed nations like the US may be able to limit their petroleum and gas imports in the near and mid-term, world markets and supply/demand – as well as the global economy – will continue to be driven by massive ongoing increases in global energy demand. The emergence of the developing world – particularly China, India, and other parts of Asia – seems to make this virtually inevitable.

  51. enrico

    x LucaS
    Si ho sentito parlare di e-cat e sinceramente speravo di risentirne parlare. Nel bene o nel male. Il prof Rossi in passato aveva fatto grossi errori nel divulgare scoperte che poi non hanno dato risvolti positivi. Tuttavia è giusto dare una seconda opportunità.
    Purtroppo in un paese senza risorse come questo ancora non si è scelto di adottare un piano serio di ricerca energetica. Tutti gli sforzi dovrebbero andare nel senso di ridurre i consumi delle fonti ora disponibili e perfezionarne di nuovi. Ma di fatto gli interessi petroliferi creano uno status quo spaventoso. Esempio lampante è lo sforzo fatto sul bosone di Higgs. E’ una conferma sperimentale importante, ma che sia teoria a stringhe o bosone ai fini energetici al momento non hanno applicazioni.
    Lo stesso nucleare sul quale io sono fortemente contrario con la tecnologia attuale, potrebbe essere rivoluzionato con tecnologie messe nel cassetto 50 anni fa. Nelle prime centrali il raffreddamento adottato ad acqua è stato scelto per dare come prodotti di scarto plutonio, riciclato poi per uso militare. Tecnologia civile va a braccetto con quella militare. Inizialmente ci furono esperimenti con raffreddamenti a metalli fusi che davano altri isotopi di scarto molto più radioattivi, ma con tempi di dimezzamento infinitamente minori.
    Sapere che una centrale nucleare potrebbe produrre isotopi che in 50 anni si esauricono, è molto diverso che produrre veleni che necessitano di 1000 anni per esaurisi. A me però non è dato conoscere la verità, perché ci sono scarse informazioni a riguardo.
    Un caro saluto.
    Enrico

  52. Alberto

    Per quanto concerne i costi di estrazione delle fonti di petrolio, incluse le non convenzionali, guardare questo documento IEA pag.11; restano valide tutte le obiezioni riguardanti gli impatti ambientali, sul territorio e sui residenti.

  53. LucaR

    Domanda: l’autore dell’articolo è lo stesso che qualche mese fa declamava quanto fossero oramai sicure le centrali nucleari moderne e a cui sarebbe estremamente piaciuto farne qualcuna nella pianura padana, zona notoriamente non sismica?
    Domando, perchè se fosse lui io correrei a fare scorta di gasolio.

  54. Alberto

    La faccia, anzi investa una buona parte dei suoi soldi in petrolio, perchè anche il suddetto articolista sa bene e lo scrive, che i prezzi aumenteranno e parecchio. @LucaR

  55. antonello

    Se il “picchismo” del petrolio segna il passo (meno male!), il riscaldamento globale invece vola, anticipando di decenni le + fosche previsioni (farsi un giro fotografico estivo della Groenlandia; fonte NASA). Per l’ambiente attuale, comprensivo della specie umana, il tempo è scaduto: la CO2 già immessa sta rialzando la temperatura media di qualche grado già nel XXI secolo. Forse, si renderà umanamente abitabile la zona artica, ma tutto il resto sarà deserto: per >7×10.000.000.000 di primati eretti non ci sarà abbastanza aria-acqua-cibo, nè tutto il resto che da senso e qualità alla vita. In conclusione, dobbiamo invertire l’attuale saldo positivo di immissione atmosferica di gas serra (CO2, in primis), scalando sostanzialmente la combustione dei fossili. Se non adesso, quando?!

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