Perché fermareildeclino si può e si deve – di Alessandro De Nicola
Questo testo è stato pubblicato su L’Espresso del 30 agosto 2012.
Nelle pieghe dell’estate della crisi, si è infilata la pubblicazione di un Manifesto sottoscritto da sette promotori (tra cui, oltre a Boldrin, Brusco, Giannino, Moro, Stagnaro e Zingales, anche chi scrive) e 250 primi firmatari, esponenti di quella che si suole chiamare la “società civile” (espressione un po’ stucchevole, ma che aiuta a semplificare). Il manifesto si intitola “Fermare il declino” e si articola in un ulteriore decalogo di 10 proposte, sintetiche ma nette.
In buona sostanza, il manifesto parte dalla premessa che, salvo alcune eccezioni individuali, la classe politica emersa nel 1992-1994 ha fallito. Inoltre, constata che in Italia non esiste un’offerta politica adeguata per coloro i quali si richiamino ai principi di merito, concorrenza, trasparenza, mercato, legalità, libera iniziativa e reclamino meno spesa pubblica, meno debito e meno tasse.
Le 10 proposte cercano di indicare percorsi chiari affidandosi anche ai numeri: ridurre la spesa pubblica per un ammontare pari al 6% del PIL in 5 anni e nello stesso periodo le imposte per un valore pari al 5% del PIL, abbattere il debito pubblico attraverso vere dismissioni sia di immobili che di aziende pubbliche, liberalizzare l’economia, sostenere i redditi di chi perde il lavoro e non le imprese decotte e così via (si può consultare tutto sul sito www.fermareildeclino.it).
Immediatamente si sono aperti sul web e sui social network forum di discussione sui quali vengono presentati articoli più sostanziosi e dettagliati dei promotori e dei primi firmatari sui vari temi.E, sorpresa, nella canicola agostana, Fermare il Declino ha ricevuto circa 20.000 adesioni e altre migliaia e migliaia di follower su facebook e twitter. Non male, per un gruppo di “intellettuali” completamente autofinanziati.L’iniziativa ha alimentato il dibattito politico estivo: dagli editoriali del Corriere della Sera agli articoli dei giornali tradizionali e on line, passando per l’Espresso che ne ha parlato nelle pagine di politica e attraverso un fondo critico di un osservatore acuto come Innocenzo Cipolletta.
Se non ho mal capito, Cipolletta rimprovera tre cose: 1) Non si può dire che ha fallito la classe politica ma gli italiani che l’hanno scelta. Ognuno deve prendersi le sue responsabilità, dove erano i firmatari negli ultimi anni? 2) Non si può fare di ogni erba un fascio se no si alimenta l’antipolitica o oscuri interessi personali; 3) Chi pensa che Monti sia una persona seria deve votare per i partiti che lo hanno sostenuto, chi gli è contrario per chi lo ha osteggiato, altrimenti fondi il suo partito.
A me sembra evidente che la classe politica abbia fallito. Un paese che negli 20 anni ha avuto la crescita media più bassa del mondo, preda della corruzione e dell’evasione fiscale e, in alcune zone del paese, della criminalità organizzata, con una giustizia che funziona malissimo e con investimenti stranieri al minimo deve forse ringraziare chi ha governato? Certo, colpa degli elettori italiani, ma è appunto ora di aprire gli occhi e cambiare pagina. Dove eravamo noi promotori? Lavoravamo sodo e denunciavamo (Luigi Zingales ed io anche da queste pagine) quelle che ci parevano le storture italiane. A prendere i fucili nascosti da Bossi, lo ammetto, non ci abbiamo pensato.
Non facciamo di ogni erba un fascio, e abbiamo scritto che alcune eccezioni individuali ci sono state. Non confondiamo certo Ciampi con Pecoraro Scanio. E allora? Vale quanto detto prima: con l’Italia in queste condizioni, il management deve essere sostituito.
Pensiamo che Monti sia una persona seria, ma non riteniamo (e ovviamente le nostre ricette possono non piacere) che il suo governo abbia fatto abbastanza ed, anzi, sono proprio i partiti che lo sostengono a fungere da freno verso scelte più coraggiose, quindi non si capisce perché appoggiarli. Dovremmo per questo votare Grillo, Vendola o Storace? Non credo proprio, visto che il manifesto denuncia esattamente la mancanza di un’ offerta politica che abbia nel Merito il suo faro. Vuol dire che si deve fare una nuova lista elettorale? Vedremo, per ora quello che ci è chiaro è che fermare il declino si può, anzi, si deve.
Alessandro De Nicola, adenicola@adamsmith.it
“Non facciamo di ogni erba un fascio, e abbiamo scritto che alcune eccezioni individuali ci sono state. Non confondiamo certo Ciampi con Pecoraro Scanio. ”
Io direi, al posto di Ciampi, su cui non saprei dare il giudizio,avrei scritto Formigoni, visto che la regione da lui amministrata è un rapporto di qualità dei servizi / costo per i cittadini, che se fosse così in tutta l’Italia non saremmo al punto in cui siamo.
Il problema è che il “buon governo” di Formigoni, ha fatto illudere alcuni (in alcune elezione anche il sottoscritto) che il centro destra prendesse esempio dalla gestione lombarda, invece che da quella siciliana!
Concordo pienamente che a fallire insieme alla politica italiana è stata anche la sua società, di cui i politici eletti sono suoi rappresentanti. Oggigiorno stiamo riducendo il dibattito sulla crisi a uno sproloquio reciproco laddove la colpa viene addossata alla politica, all’evasione, all’euro, alla disoccupazione etc. Tutti questi sono senz’altro elementi che si compenetrano tra loro e che hanno determinato lo stato dell’economia del nostro Paese. Per me parlare di crisi non è riconducibile solo a trovare una maniera per far entrare nelle tasche della gente più soldi, fossero questi soldi anche solo finalizzati alla mera sopravvivenza. Parlare di crisi dovrebbe essere anche una maniera per contravvenire al forte individualismo che si è creato nella nostra società, che impedisce alle persone di aiutarsi reciprocamente e che confina l’altruismo e la voglia di impresa (l’impresa della vita non solo quella di trovare un lavoretto) nell’ambito delle corporazioni, dell’appartenenza a questo o a quel bando, dei pregiudizi. Individualismo che ci spinge a dare sempre la colpa agli altri (di solito l’ultimo arrivato) quando le cose vanno male e che ci fa andare bene tutto anche quando il più ingiusto dei provvedimenti fosse nei nostri interessi. Più importante delle liste elettorali, più importante di chi votare, più importante di come sarà il nostro tenore di vita rispetto al passato, sarà la nostra capacità di ammettere i nostri sbagli e la disponibilità a voler cambiare. E’ un passo da fare il più presto possibile.
Ok quindi per fermare il declino italiano abbiamo:
– un economista che andava in giro sbraitando che l’Italia era messa peggio della Spagna (si è visto)
– il consulente dell’ex sindaco di Parma (quant’è il buco alla fine?) e di Formigoni.
– un economista secondo cui l’economia italiana ce la può fare ad onorare il debito svendendo qua e privatizzando là perchè secondo tabellina fmi dal 2013 si torna a crescere, palesando così una drammatico deficit di comprensione dell’entità della crisi in atto.
Avanti così. Verso il precipizio.
Alessandro,
non condivido la sua risposta al punto 1, che poi è l’assunto del programma di “Fermare il Declino”, perché quei politici li abbiamo, in un modo o nell’altro, messi lì noi.
Il nodo cruciale è stato il referendum del 1999, con il quale si voleva abolire la quota del 25% proporzionale, fino ad allora usata dai partiti per salvare chi non sarebbe mai stato eletto direttamente; il 50,01 di noi non è andato a votare e, passata la paura, i nostri eletti hanno posto rimedio con il “porcellum” che ha determinato lo scadimento e la demotivazione dei nostri eletti e che sembra essere a prova di referendum.
Io penso che chi sbaglia debba pagare, che noi dovremo pagare e che la prossima volta l’unica nostra chance sarà di votare qualcuno che butti per aria il tavolo, mandi tutti a casa e ci permetta di scegliere noi, non loro, chi ci rappresenta.
Questo punto non lo vedo nei 10 indicati ma è il più importante perché se in parlamento non abbiamo gente seria, preparata, responsabile e motivata non si va da nessuna parte.
Caro Dott. De Nicola,
mi permetto di darvi alcuni consigli:
– agli elettori non interessa nulla dei giornalisti del Corriere, di Repubblica, con tutto rispetto anche del Sole e probabilmente anche della maggior parte degli “opinion maker” televisivi. Se, come spero, voelete trasformare questo manifesto in una formazione politica fregatevene completamente e non perdete tempo a rispondere a LORO, rispondete agli elettori;
– la maggior parte degli elettori non solo fa di tutta l’erba un fascio, ma l’erba la cospargerebbe di benzina e gli darebbe fuoco: se un 20% del 50% dei “decisi” voterebbe M5S vuol dire che il 60% degli aventi diritto hanno le palle che fumano come l’Etna. Quindi se volete sfondare non abbiate pietà;
– vinceranno facce nuove, pulite, serie, dure, incazzate che rappresentino con le loro persone un’inversione ad U. Evitate battaglie accademiche e di salotto e fate vedere alla gente di essere nuovi, puliti, seri, duri e incazzati. Vi premierà, state certi.
Dott.De Nicola e p.c. Dott.Giannino i propositi positivi li abbiamo tutti,chi piu’ chi meno,ma ho l’impressione che Voi siete “staccati” dalla realta’ che vi circonda per i seguenti motivi: 1- Montezemolo (vedere intervista con Romiti,persona seria e stimabile per il suo operato) e’ piu’ che discutibile come scelta, 2- Affermare che il Premier sia professionalmente abile ci penserei due volte, 3- La vs. visibilita’ mediatica e’ ininfluente, altro che twitter ecc.(e i sondaggi a che % vi portano?) quindi c’e’ un grosso problema di immagine,andate in quartieri popolari a chiedere chi siete e cosa proponete e non ad una cerchia di amici e conoscenti, 4-Riprenderei seriamente in considerazione le vs.idee se con umilta’ colloquiaste con M5S, Rischio Calcolato e perche’ no IDV al fine di creare un pool di persone in grado di far svoltare veramente il Paese in un “Nuovo Evo” .P.s.Propongo su questo blog un’indicatore di pagine e un “Chicago sondaggio” serio e non come quello attuale bloccato da tantissimi giorni sul calcio,no comment. Questa la considero una critica costruttiva auspicando che abbiate piu’ tempo prezioso da dedicare a noi rispondendoci ed illuminandoci in quanto comuni mortali.Saluti MML-
Illusti Dott. De Nicola e Giannino, anch’io sono sostanzialmente d’accordo con quanto detto da Marco Maria. I vostri propositi sono giusti e li sottoscrivo ma credo che state andando troppo per la leggera vista la gravità della situazione. Mi spiego meglio – voi avete la forza della conoscenza, siete persone dotte e di alto profilo, ma per sfondare dovete mettevi su un bulldozer e aiutarlo a seguire la strada giusta. In questo senso rivolgendomi per iscritto in altra sede al Dott. Giannino, avevo consigliato di “salire” sul bulldozer M5S. Vedete, qui in basso, la situazione peggiora mese per mese, diventiamo sempre più poveri perchè derubati dallo stato ladro (e non lo dico perchè lo dice Giannino ma me n’ero accorto già da anni!!) e di tempo ne resta davvero poco. Basta con le parole, sono vent’anni che sentiamo parole, proclami, promesse, intenzioni….. Come ? Dice che questa è la democrazia? Certo, questo è il fallimento di una democrazia! Dove tutti decidono e nessuno decide. Dove le leggi si fanno a metà per far contenti tutti e così risultano totalmente inefficaci.
Date forza e peso intellettuale al M5S, dategli quella credibilità intellettuale che manche per renderlo credibile e appetibile ad alcune categorie di elettori – in tal modo creerete un blocco forte in grado di ottenere una maggioranza solida. Questa è la mia speranza.
So che per diverse questioni la conciliazione è davvero difficile ma la prospettiva è che in realtà le prossime elezioni regaleranno una completa ingovernabilità e si finirà nel solito pastrocchio all’italiana, che questa volta porterà a gravissimi disordini sociali.
Spero tanto di sbagliarmi ma la vedo davvero grigia.
Saluti
LB
Egr. Alessandro De Nicola,
ricevo in toto le osservazioni attribuite ad I. Cippolletta e contemporaneamente rigetto le proposte avanzate da FiD che riconosco rientranti nel mondo dei sogni.
A me piacerebbe mangiare caviale tutto il giorno e poterlo offrire ad ogni cittadino italiano. Si va bene, ma come?
Se si suggerisce la destinazione prima si ha l’obbligo d’indicarne il percorso, senz’altro sarà un mio limite, ma non l’ho rilevato, il tracciato.
In quanto ai firmatari del manifesto, personalmente ci stendo un velo pietoso, sto ancora scompisciandomi dalle risate dopo averlo scorso.
Aldilà che vivendo vicino a certi personaggi, colà firmatari, conosco le loro gesta o curricula direttamente, ha mai condotto una ricerca su qualsiasi motore per comporsi una panoramica sugli stessi?
I più hanno militato all’interno dei partiti dell’arco costituzionale, quindi, se non vado errato, cosa c’entrano taluni firmatari che hanno sempre condiviso le politiche della sinistra con un manifesto che si rifà all’idee della scuola di Chicago?
Può compulsare un qualsiasi dizionario della lingua italiana alla voce: “coerenza”, e se la semantica non è un’opinione, converrà con il sottoscritto circa la vistosa carenza di trasparenza dell’operato dei Nostri.
Per favore non facciamoci deridere dal mondo, ci vuole dignità, caratteristica completamente disattesa finora, come popolo non come individuo.
A rileggerla.
@Lorenz864
Condivido pienamente, forse e’ meglio che “qualcuno” pranzi all’osteria che in ristoranti 5 stelle o meglio prenda la metropolitana o il tram altrimenti “verba volant”…….Saluti,Marco Maria
Egregio De Nicola, se c’è rimedio al declino, perchè si agita? se non c’è rimedio, perchè si agita? Le ricordo che occorre essere prudenti nell’indicare le soluzioni, perchè “la causa principale dei problemi sono proprio le soluzioni” (Eric Sevareid)
Sicuramente si rende necessario abbassare il debito pubblico. E veramente angosciante vedere i numeri in alto a destra!
Ok, le dismissioni, Ok la riduzione delle tasse per le imprese ed i cittadini (la gente i soldi li spende). Ma prima bisogna ridurre al minimo la spesa pubblica, iniziando dai politici e di seguito con la mal gestione del carrozzone di impiego pubblico. Quello che non rende deve essere chiuso!
Spendiamo oltre a quello che incassiamo, qualunque manovra correttiva (tapa buchi) durerà molto poco….e poi?…
Chiudiamo i rubinetti ai posti inutili….creiamo occupazioni turistiche al sud ed industria al nord……
la vedo dura, molto dura…….
@enricobabini
Caro De Nicola , condivido almeno al 90% il Vostro manifesto. Rilevo con interesse e grande soddisfazione che state pestando i piedi a molta gente. Lo rilevo da numerose critiche isteriche che ormai quotidianamente leggo sulla stampa economica. In particolare urta i nervi la vostra (sacrosanta) insistenza sulle dismissioni pubbliche. Ieri un giornalista di TrendOnline polemizzava asprissimamente sull’argomento portando come unica motivazione il fatto che negli ultimi 2 anni pochi Paesi Occidentali hanno privatizzato le aziende pubbliche. L’Illustre Giornalista dimenticava di rammentare che gli altri Governi non posseggono più , come il Governo Italiano, Società che Capitalizzano il 20% di Piazza Affari. A mio avviso vendere le partecipazioni in Finmeccanica , Eni, Enel e Snam renderebbe molto di più dei 150 Mld di attuale capitalizzazione. Considerando il premio di maggioranza ,il premio per la privatizzazione , e l’ordinario premio che il mercato paga sui take-over probabilmente potremmo ricavare 300 mld. Adesso le Borse (almeno quella Usa) è vicina ai massimi di sempre. IL mercato immobiliare è pure vicino ai massimi di sempre (o vogliamo dimenticarlo ?). Se aspettiamo anche solo 2 o 3 anni c’è veramente qualche individuo sano di mente che si aspetta valori immobiliari più alti degli attuali ?
Continuate così.
La scomposta pretestuosità degli attacchi che vi rivolgono le varie consorterie delle oligarchie che ci hanno governato per 50 anni mostra che LORO incominciano a temervi.
Enrico Babini
@Roberto 51
Per fortuna che c’è qualcuno che lo dice: ci sono mille riforme untili, mille altre indispensabili e centomila leggi e leggine da abolire. Ma, anche se l’uninominale non dà garanzie, è garantito che senza uninominale chi vuole veramente fermare il declino verrà disintegrato o fagocitato senza lasciar traccia. L’errore più grande è presumere di essere i primi a voler fermare il declino, e non studiare come e perché tutti quelli che ci hanno provato a più riprese nel corso del XX secolo hanno miseramente fallito.
@mario unnia
Condivido Lei e chiedo al Dott.De Nicola:
In ogni essere umano c’e’ un pizzico di saggezza, umilta’, esperienza di vita vissuta ecc.. Ognuno di noi puo’ essere considerato un “libro” da leggere con pagine meritevoli o meno. Quale padre (Stato) si puo’ definire saggio se non ascolta e capisce i suoi figli (cittadini)?
Dove e’ lo “Statista” o l’illuminato che ascolta la casalinga e i suoi problemi o i blogger nella loro apparente stupidita’ e/o mancanza di “tecnicita’” nell’esprimersi ma preoccupati per i propri figli e il proprio Paese? Terminando, dott.De Nicola, io(e gli altri)ignorante e fastidioso, perche’ non ho diritto di replica? Come posso capire se sbaglio e dove sbaglio nell’illustrarLe il mio umile punto di vista? Come posso crescere nelle mie idee se nessuno mi corregge o ,eventualmente ,elogia? Sono cosi’ misero? Se Le propongo una soluzione di “tassa unica sul consumo” eliminando totalmente le varie voci su tutto per cui una persona fisica ha uno stipendio netto di 25000 euro e con questi quando acquista beni voluttuari paga una volta e subito l’Iva (anche al 30% perche’no?, faccia due calcoli e vede chi ci guadagna)cosa ne pensa? Ha mai letto una bolletta di energia elettrica? Volutamente incomprensibile ai piu’. Preferisco sapere che se consumo tot. Kw pago con IVA il dovuto e nient’altro, ecc. A che pro “svendere” i beni statali, chi li puo’ comprare? Una cooperativa di cittadini? Sta scherzando, andranno ai soliti noti speculatori e affaristi e per Lei sarebbe una soluzione?Si ricordi la Cirio e l’Alfa Romeo…..Domande e soluzioni in quantita’,chieda ai suoi concittadini con umilta’ e magari un piccolo spazio per proposte e conseguente sondaggio (tipo Libero).Saluti e con sincero rispetto,Marco Maria.
@Marco Maria
“Ha mai letto una bolletta di energia elettrica? Volutamente incomprensibile ai piu’.”
Si ricorda chi era il “Garante” che doveva renderla comprensibile?
Risultato. A prima vista sembrerebbe che il Kwh costi 8 cent.
Ma la prova del nove ( importo totale bolletta fratto n Kwh consumati) ci racconta che costa ben 40 cent. Alla faccia!
@Marco Maria
Uno spunto di dialogo glielo do io. L’IVA al 30% non è sufficiente a coprire il fabbisogno dello Stato. Serve un’IVA ben superiore al 100%, perché è stato calcolato che lo Stato ci chiede più della metà di ciò che guadagniamo. Attualmente chi compra un bene all’interno dell’Unione Europea paga l’IVA nel paese in cui ha acquistato quel bene. Immediatamente scatterebbe una corsa agli acquisti all’estero. Bisognerebbe rivedere gli accordi, il ché, come immediato effetto collaterale, darebbe il via all’importazione clandestina e a una nuova guerra al contrabbando lungo i confini terrestri e marittimi. Questa guerra, a sua volta, intralcerebbe il movimento legale di beni e persone e, in ultima analisi, isolerebbe l’Italia.
Anchi’io ho la mia umile idea per riformare il fisco, se vuole gliela propongo e vediamo cosa ne dice…
@claudio p
Sono d’accordo con tutte le ipotesi costruttive, cosi’ questo blog diventa come deve essere :aperto ,con tutta la limitatezza che ognuno di noi puo’ avere, e propositivo in attesa che “qualcuno in alto ” abbia la voglia di un contradditorio serio. Buona serata.
P.S. sono d’accordo su un’IVA europea (stia tranquillo che all’estero emettono lo scontrino!) mentre sono ancora convinto che la tassazione unica sui beni acquisiti sia l’unica strada percorribile e equa in quanto senza demonizzare chi onestamente guadagna migliaia di euro e’ giusto che ,pagando subito, si tolga lo “sfizio” di beni di lusso o altro (meritocrazia=spesa=tassa immediata=evasione e malaffari al minimo) E’ ovvio che lo scontrino te lo tieni 10 anni e subisci le regole USA(visita annuale o biennale,non ricordo, ispettore superpagato e incorruttibile se no perde la pensione)Il controllo su bilanci e unico sono purtroppo ridicoli ed aggirabili cosi’ come sono strutturati, e poi mi chiedo: perche’ tout court non applicano le regole e i controlli fiscali in vigore in Norvegia o negli USA? Mistero!
@giuseppe 1
Pensi a (battuta) mia nonna, arriva la bolletta,non capisce niente delle varie voci ma vede solo la cifra finale aumentata, si agita 5 minuti e paga puntuale , poi si “spara” una sera in piu a latte e caffe’ , causa “piccolo aumento” fino a che questa forzata consuetudine arriva per 7 giorni su 7 e la cosa piu’ grave che non ha piu’ soldi per il gelato del nipotino!!!!Buona serata.
@claudio p
Ha dimenticavo Signor Claudio p: legga il blog di Gpg di Rischio Calcolato ,che tra l’altro appoggiano il movimento del Dott.Giannino, ove si evidenzia il gigantesco problema Sud e vedra’ che basta e avanza il 30% di IVA (puo’ essere anche 35% ma si ricordi che la base media di un dipendente e’ del 38% anche se oggettivamente e indirettamente e’ di piu’),lo dico con dispiacere essendo di origine meridionale.Buona serata.
@Marco Maria
Però c’è qualcosa che non capisco: stiamo parlando di “come” pagare le tasse o di “quanto” pagare? Se parliamo di quanto, è chiaro che “migliorando” la spesa pubblica si può scendere fino a un 20% (basti pensare che a Singapore ci sono i ministri più pagati del mondo, le infrastrutture pubbliche più avveniristiche, si paga il 17% di tasse e quasi ogni anno avanzano soldi).
Ma se parliamo di “come”, la tassa immediata sui consumi di cui parla, deve intanto coprire la spesa corrente.
Un’altra domanda: perché bisogna conservare gli scontrini? Per provare che non si possiede merce di contrabbando?
@claudio p
Buona sera, guardi che secondo me ,per raddrizzare velocemente “i conti” il 1° presupposto e’ questo: se io ho versato 50.000 euro sul conto corrente dato dal mio stipendio netto annuo e il fisco ne “vede” 80.000 (ovvio che si parte da domani!!!) mi sembra equo che mi chieda da dove proviene la FORTE differenza, altrimenti …..(n.b.in Portogallo gia’ funziona cosi’ ma nessuno lo dice! e poi si immagini chi non sa giustificare gli introiti, c’e’ da ridere…) 2° presupposto e’ COME pagare le tasse , in modo diretto e immediato a secondo di cio’ che uno vuol liberamente acquistare.E’ ovvio che i beni primari rimangano ad un 4 o 10% IVA e cosi’ via. Secondo Lei un impiegato che paga alla fonte il 38% sullo stipendio avra’ teoricamente 20.000 euro netti da spendere ,ok.Poi durante l’anno (semplifico notevolmente) ne spende 10.000 tra benzina,gas riscaldamento,elettricita’,tassa rifiuti,sigarette ecc. di cui piu’ di 5.000 come accise e IVA,ok ,abbiamo percio’ ancora un 50% di tasse poco visibili, ora calcoli in modo matematico e proporzionale a quanto sale il precedente 38%.Rimangono (sic!) 10.000 per vivere e in questo caso dipende da me quanto voglio spendere considerando l’IVA applicata.Il QUANTO arriva percio’ di conseguenza e a conti fatti oltre ad essere equo e’ vantaggioso.A conti fatti non e’ meglio sapere sempre quanto e’ l’imponibile bello e chiaro e l’IVA in modo tale che anche mia nonna sa calcolare? O preferiamo pagare ad esempio il 12,5% di SSN sulle assicurazioni auto(era una “prova” testuali parole,quanti lo sanno?) o l’accisa sull’Abissinia per i carburanti? ecc.ecc.Non e’ forse meglio una polizza SSN statale annuale che pagare per tutti gli ipocondriaci esistenti e che intasano i Pronto Soccorso con codice verde? Ho aperto gli occhi anni fa’ quando il mio commercialista “sincero e molto professionale” mi illumino’ dicendomi che la tassazione sulla mia societa’ non era del 45% come illustrato dai Media, bensi’ del 62% Controllo subito e evidenzio in aggiunta le accise “occulte” come sopra citato.In definitiva il concetto e’ quello di semplificare estremamente i movimenti di beni e relativi acquisti o nel peggiore dei casi fare come in Norvegia dove e’ lo Stato che ti invia il modello tipo Unico che eventualmente potrai modificare( l’evasione e’ dello 0,4%) .Poi,come Lei dice giustamente, si devono ripristinare ,bloccando il turn over PER ANNI, i parametri numerici degli statali adottando quelli in vigore nei Paesi UE campione.Il privato ,da sempre, si pone in essere con le leggi del mercato (sussidi assurdi a parte!).Possiamo,e lo spero, scambiarci periodicamente le idee con la consapevolezza che dal mazzo qualcosa di buono uscira’ sempre(spero sempre nel commento degli “esperti” oltre al nostro!!!).Buona serata.
Egr. Dott. DeNicola, pur condividendo a grandi linee il programma di rientro da Lei formulato, temo che salvare il declino del Paese in questo momento sia controproducente per gli obbiettivi che si desidera raggiungere. Infatti, salvare lo stato, cosi’ come concepito e lottizzato, porterebbe solo al salvataggio dell’ attuale casta politica. Bisognerebbe, senza alcun dubbio, ristabilire il legame elettori-spesa pubblica con l’ autonomia impositiva, in modo che chi spende troppo venga sanzionato senza pieta’ alle prime elezioni. Certamente, non mi permetterei mai di suggerire soluzioni illegali o peggio, cruente, ma solo quello di esercitare collettivamente il nostro diritto di voto nei mercati, sfruttando la libera circolazione del capitale, dando il colpo di grazia alle banche e quindi allo stato, che non ha i mezzi per salvarle. I mercati non sono una “dittatura”, ma una delle chiavi della democrazia
@John Gait
Condivido al 101%.Buona serata.
Come ho sempre detto, Fermare il declino parte da presupposti indiscutibili ma poi percorre sentieri discutibili. Mi spiegehrò meglio.
1) Ridurre l’ammontare del debito pubblico e riportarlo sotto la soglia simbolica del 100 % del PIL.
Ottimo argomento ma… almeno a livello psicologico, non sarebbe meglio cominciare con provvedimenti che riescano ad aumentare il PIL? Così, giusto perché con l’aumento del PIL aumenta il fieno in cascina, e a pancia piena si pensa meglio. E poi aumentando il PIL, diventa meno pressante la necessità di abbattere il debito, perché 1.800/1.800 fa lo stesso risultato di 2.000/2.000. Ah e questa non è matematica, ma semplice aritmetica.
2) Ridurre la spesa pubblica di almeno 6 punti percentuali del PIL nell’arco di 5 anni.
Mi può anche star bene, una cosa però non mi è chiara, dove vorreste andare a tagliare? No, perché anche Paul Ryan negli Stati Uniti va dicendo le stesse cose che dite voi, però lui quando dice che vuole tagliare la spesa pubblica intendee dire che vuole tagliare i fondi per il Welfare e l’Assistenza sanitaria. Ecco, se voi tagliaste pensioni, scuole e assistenza sanitaria, avreste sicuramente tagliato la spesa pubblica, ma a qualche decina di milioni di italiani potrebbe non stare bene. Meglio cominciare tagliare cose come gli sprechi e le spese militari non trovate? E attenzione che ho detto spese militari e non spese per la sicurezza, che sono un’altra cosa, intanto però voi potreste anche cominciare a specificare dove andreste a usare il bisturi e dove le forbicine.
3) Ridurre la pressione fiscale complessiva di almeno 5 punti in 5 anni.
Anche questo è bellino, davvero, ma anche qui dovreste precisare. Eh si perché, senza andare a scomodare un’altra volta Paul Ryan (che comunque nell’argomento ci entrerebbe benissimo), anche l’ultimo governo legalmente eletto ha ridotto la pressione fiscale, ma lo ha fatto togliendo l’ICI sui redditi più elevati. Quindi ditemi a chi vorreste far pagare meno tasse e vi dirò chi siete.
4) Liberalizzare rapidamente i settori ancora non pienamente concorrenziali.
Significa che si aboliranno gli albi di avvocati, notai, giornalisti, commercialisti eccetera? Significa che nelle “professioni liberali” si aboliranno le tariffe minime e nelle Università il numero chiuso? Oppure significa, come immagino che volete liberalizzare solo quello che conviene a voi, lasciando i privilegi a chi sta ingrandendo le vostre file? (che vi devo dire… un notaio che fa da referente per la mia regione… non mi è andato proprio giù)
5) Sostenere i livelli di reddito di chi momentaneamente perde il lavoro anziché tutelare il posto di lavoro esistente o le imprese inefficienti.
Qui sono pienamente d’accordo, anche perché il medico pietoso fa sempre diventare purulenta la piaga. Vi faccio però solamente osservare che il livelli di reddito andrebbero sostenuti solo in situazione di crisi perché, in una situazione in cui lo Stato investisse continuamente in crescita del PIL (guarda caso proprio ciò che ho detto al primo punto) non ci sarebbe bisogno di altri interventi, e chi perdesse il posto lo ritroverebbe subito. Lo so, questa è teoria keynesiana e a voi non sta bene. Per qualsiasi liberista la piena occupazione è come fumo negli occhi, ai liberisti serve la disoccupazione per tenere sotto controllo il costo del lavoro, ma a noi poveri lavoratori fa tanto comodo ritrovarlo subito un lavoro. Per cui tenetevi i sussidi e fate proposte più serie.
6) Adottare immediatamente una legislazione organica sui conflitti d’interesse.
Significa che un professore universitario di Economia di una qualsiasi facoltà italiana pubblica non dovrebbe andare in giro ad perorare concetti con i quali sputa nel piatto dove mangia? No, perché… se una cosa del genere dovesse accadere in una azienda privata, il dipendente sarebbe passibile di licenziamento… avete presente il nuovo articolo 18? Comunque a parte gli scherzi… se ci doveste riuscire, a eliminare per sempre il conflitto di interessi… giuro che invito i sette promotori a casa mia a cena. Menu: pesce dell’Adriatico e Verdicchio dei Catelli di Jesi a volontà.
7) Far funzionare la giustizia.
Ecco finalmente qualcosa che condivido in pieno! Se accettate un consiglio, vi dico anche cosa si potrebbe fare. Basterebbe chiarire che l’accesso al secondo e al terzo grado di giustizia dovrebbe essere consentito solo per giustificati motivi e non dovrebbe essere automatico. Cioè si dovrebbe accedere all’appello solo se in primo grado il Tribunale non avesse tenuto conto di alcune prove o se dopo il primo grado emergessero prove a discolpa eccetera, e comunque anche in appello si possono aumentare le pene. A proposito di meritocrazia… mi sta bene per i giudici, ma mi viene anche da consigliarla per gli avvocati. Ad esempio si potrebbe trovare un modo di mettere in condizioni di non nuocere gli avvocati delle cause perse, quelli che difendono l’innocenza di gente che poi invece è colpevole. Non sto dicendo che un colpevole non debba ricevere una difesa onorevole, ma un conto è cercare di far ridurre la pena, altro conto è cercare di far passare per innocente chi non lo è. Poi qui ci sarebbe da scrivere qualcosa anche contro gli avvocati a caccia di prescrizioni, ma lo spazio è quello che è e quindi soprassiedo.
8) Liberare le potenzialità di crescita, lavoro e creatività dei giovani e delle donne.
Ecco un’altra proposta che condivido in pieno, ma che trovo sia inutile, alla luce di quanto ho proposto al punto 1). Quando si rincorre la piena occupazione, non c’è bisogno di nient’altro, il problema è farlo accettare ai liberisti, neo liberisti, turbo liberisti, eccetera.
9) Ridare alla scuola e all’università il ruolo, perso da tempo, di volani dell’emancipazione socio-economica delle nuove generazioni.
Ecco… questa non l’ho capita. Quando mai la scuola italiana ha rivestito il ruolo di volano eccetera eccetera? Ci sono state delle sporadiche eccellenze, ammettiamolo, ma è tanto tempo che non escono personaggi come la Levi Montalcini, o Rubbia, eccetera. A questo livello è ancora tutto da fare, e sarebbe ora di cominciare, perché il problema dell’Università italiana non è la fuga dei cervelli, ma caso mai i corpi senza cervello che rimangono. Un esempio? Il Modello Monti-Klein, un simpatico studio dove con tutta una serie di complicate equazioni, si è riusciti “dimostrare” che in una banca in situazione di monopolio non esiste nessun collegamento diretto tra la formazione del tasso di interesse passivo e quello attivo. E ci voleva un modello per far capire alla gente che in situazione di monopolio non solo una banca, ma chiunque, fa quel che gli pare? Ah, il modello Monti-Klein è credo l’unico apporto del nostro attuale presidente del consiglio alla teoria economica. E’ un modello del 1971, poi Monti ha iniziato ad insegnare, fino a diventare Presidente della Bocconi (sic). Klein da parte sua, appena trovatosi da solo, ha potuto andare autonomamente incontro al premio Nobel per altri e ben più profondi studi. Ecco cosa intendo quando dico che a noi rimangono i corpi senza cervello.
10) Introdurre il vero federalismo con l’attribuzione di ruoli chiari e coerenti ai diversi livelli di governo.
Oh si, questa mi piace, si si, il vero federalismo, si dai, creiamo altri centri decisionali, altri centri di potere, altri centri di costo e di spesa… si si… facciamoci del male. Eppure da degli economisti mi sarei aspettato l’applicazione della teoria delle economie di scala, la stessa che è tanto in voga nella concentrazione delle industrie, quelle stesse che appena si concentrano dichiarano esuberi di manodopera… . Vabbè, gli esuberi dell’industria li assorbiremo nei nuovi parlamenti federalisti, si. Ma non dovevamo ridurre la spesa pubblica?
@John Law
Complimenti per i sassi gettati nello stagno.
Non sono d’accordo sul rincorrere la piena occupazione, immagino che la provocazione farà rizzare i capelli a più di un frequentatore di questo blog. Sostengo le idee di FiD e ho firmato l’appello.
Ma a parte questo, bravo: finora nemmeno io ho visto chiarimenti dettagliati su tutti i punti enunciati.
I promotori si mettano d’accordo fin d’ora sul come, altrimenti (se avrà successo) diventerà un altro carrozzone sul quale salteranno subito i naufraghi della casta, se mai questa dovesse davvero naufragare come speriamo.
FiD potrebbe finire con l’ospitare tutto e il contrario di tutto e quand’anche arrivasse ad occupare posizioni di potere si frammenterà in ‘correnti’ ognuna con la propria ricetta per attuare i punti del decalogo.
E buonanotte all’attuazione di riforme.
Era inevitabile che il matrimonio tra Italia Futura e Fermare il declino portasse all’egemonia del presidente della Ferrari: se non altro, l’associazione non avrà più problemi di cassa. Quanto poco, per non dir nulla, ci sia di liberale in personaggi tipo Montezemolo l’abbiamo verificato durante la sua presidenza di Confindustria. E quanto ci sia di compatibile tra Italia Futura e l’Istituto Bruno Leoni dovranno spiegarcelo le giovani menti che popolano questo salotto. Questo blog diventerà una copia del blog Fermareildeclino(sta già succedendo): molti emigreranno in altri blog dove lo spirito liberale non sarà mortificato dalla cultura del capitalismo padronale di relazione.
Poichè proporre e sopratutto realizzare è molto difficile e criticare e magari distruggere è facilissimo , perchè coloro che criticano non fanno proposte concrete su come uscire da questa situazione che è nata da decenni ed è sempre peggiorata ?
Spero che le uniche proposte non siano :
– tasse, tasse, tasse, imposte, imposte, imposte ,per tutti ma specialmente sui ricchi pieni di patrimoni;
– galera subito per gli evasori , anche se ancora solo sospetti;
– posto di paga garantito a tutti :
– assunzione di un altro milione di dipendenti della PA , sopratutto insegnanti ;
– risoluzione del problema ambientale , facendo risanare tutto a spese delle industrie , brutte, sporche e cattive;
– cure sanitarie gratis per sempre a tutti , pagate con le imposte di cui sopra ;
avete altro ?
@Claudio Di Croce
Giusto! “verba volant scripta manent” . Perche’ non verificare annualmente i conti correnti evidenziando (da domani ovviamente,chi ha avuto ha avuto)discrepanze tra netto guadagnato e deposito in essere?(guadagno 20.000 non posso averne 30.000 se non giustifico il surplus). Perche’ non bloccare il turn-over della PA per anni fino al raggiungimento di statistiche a livello UE nel personale (con reali parametri).Perche’ non verificare come cavolo fa’ la mia amica colf(un esempio,non me ne vogliano) ad avere un natante o appartamento intestato di un certo valore e nel frattempo indicarmi come lo/li mantiene?Perche’ non posso pagare il SSN con polizza statale annuale evitando di favorire ipocondriaci al Pronto Soccorso con codice verde e impuniti, idem la mia pensione applicando il principio di quelle private versando quanto e quando voglio(come negli USA o in Australia).Perche’ non eliminare totalmente le accise e pagare un IVA anche al 30-35% sui beni voluttuari che acquisto e del 10-15 % max sui beni primari (fonti energetiche incluse!!!) Quando noi tutti paghiamo al momento ci rendiamo conto del reale costo e stiamo attenti ,mentre il prelievo alla fonte ci confonde e finisce in mille rivoli a noi sconosciuti, basta leggere una bolletta qualsiasi!.Saluti e Buona Domenica.
@Claudio Di Croce
io di idee un po’ bislacche ne ho un paio..
1 ABOLIZIONE DEI PARTITI: vietare sulla scheda elettorale simboli di partito, disegnini e scarabocchi vari: ogni circoscrizione che abbia la sua scheda con i nomi e i cognomi di chi ha raccolto abbastanza firme per candidarsi. Chi prende anche un solo voto più degli altri va a Roma a rappresentare la sua circoscrizione per 5 anni. Punto.
2 SPESA PUBBLICA: visto che non si riescono a distinguere gli sprechi dalla spesa “utile”, bisogna tagliare su tutto del 10% all’anno, stipendi di tutti compresi, fino a creare una spontanea emorragia di lavoratori verso il settore privato. Che ne sarà dei servizi pubblici? Vedi punto 3.
3 ABOLIZIONE DEI PARASSITI DELLA REDISTRIBUZIONE DEL REDDITO: il meccanismo del 5 per mille deve gradualmente diventare del 100%. Praticamente il contribuente decide in modo diretto a chi devolvere la quota di tasse che deve pagare (enti privati concorrenti che si occupano di anziani, di educazione, di sanare il debito, ecc..) gli obbiettivi e gli enti più performanti saranno premiati.
Le piace? 😉
,
aborro ogni generalizzazione, le proposte le ho avanzate, se lei non le ha lette la responsabilità è solo sua.
Tanto le dovevo.
Una domanda ingenua a FiD e relativi fondatori e/o articolisti: ma noi “blogghisti,bloggonauti o forse, per qualcuno,brachicefalo e con il vezzo della scrittura nel mio personale caso” siamo proprio un numero necessario per “alimentare” e “riempire” il blog in questione o, nella nostra relativa incompetenza tematica e/o professionale , non siamo degni di risposta? Storicamente e soggettivamente “Pannella” ,il “caro” Bossi,l’IDV ed ora Mr. Grillo hanno avuto un consenso non indifferente perche’ si confrontavano con il “popolino”, hanno magari illuso le folle ma a volte i sogni si avverano con dei veri leader carismatici.Auspico capiti la stessa “cosa” con Voi ma dubito fortemente finche’ non avremo un dignitoso e meritato contradditorio che per fortuna ed educatamente sussiste tra Noi.P.S. Apprezzo il fatto che” rischiate” nell’accettare e visualizzare i commenti in tempo reale, probabilmente almeno questo ce lo meritiamo! Saluti.
@Marco Maria ,
condivido a pieni voti.
@giorgio andretta
Grazie, mi consola e mi rallegra! P.s. ma secondo Lei “quelli in alto” hanno perso pure il senso dell’ironia e dell’umorismo? O sono permalosi piu’ di mia suocera siciliana? Mah! O forse . e chiudo, sono cosi’ “presi” dal lavoro mentre noi perdiamo tempo con le nostre epistole personali?.Comunque grazie ancora.Marco M.
Secondo me per fermare il declino la strada di questo articolo
http://www.lettera43.it/politica/giannino-il-patto-con-luca_4367563324.htm
non è quella giusta.
Un frullatore con dentro tutto (e soprattutto tutti) è la cosa più sbagliata che si possa fare.
,
un po’ di tutto quello che ha scritto.
Con simpatia.
Se veramente vogliamo fermare il declino, c’è solo una cosa da fare, una e una soltanto. Eliminare il sostituto d’imposta. I lavoratori dipendenti, che oggi reggono 4/5 del gettito irpef , dunque, di fatto l’intera nazione, si renderebbero subito conto che lo Stato sta prendendo più di quanto rende in servizi, come un domino tutte le tessere cadrebbero, una dopo l’altra, fino alla fine di questo sistema fiscale, che drena ormai fino al midollo le energie di mezza nazione per continuare a mantenere l’altra metà come supermarket elettorale. Eliminare il sostituto di imposta e aiutare quelli come Giorgio Fidenato è rimasta l’unica e l’ultima risorsa di un paese in declino inarrestabile.
@Marco Maria
@claudio p
@Giorgio Andretta
La mia proposta è molto più semplice da descrivere anche se quasi impossibile da realizzare ( anch’io ho il difetto che rimprovero agli altri ):
– lo Stato si deve ridurre drasticamente e ritornare alla funzione per cui è nato : monopolio della violenza per difendere i sudditi dalle aggressioni interne ed esterne , monopolio della cosidetta ” giustizia “.
Tutto il resto viene svolto meglio, con maggiore efficenza , a costi inferiori , con meno corruzione , dai privati.
Lo Stato deve regolare e controllare , ma non fare .
Tutti i discorsi sulla spesa pubblica, il mostro burocratico , il furto continuo statale , l’enorme corruzione e concussione ,diventerebbero molto più ragionevoli .
@Claudio Di Croce ,
forse le è sfuggito che mi sono dichiarato anarchico sincretico, quindi ricevo la sua riflessione ma non la condivido.
Lo stato è diventato coma la FAO che spende il 95% del suo bilancio per amministrarsi ed il 5% per soddisfare l’oggetto del proprio statuto, quindi non si deve ridurre tutto ad ideologismi o credi ma al buon senso del padre di famiglia, quindi sbaraccare questo carrozzone.
Tanto le dovevo.
@giorgio andretta
Condivido, inoltre oltre alla FAO abbiamo l’ONU con diritto di “veto” solo per alcune Nazioni(assurdo) ecc.Se ben ricorda anche Lei, prima di “assoggettare” i nuovi Paesi nella UE ,i detentori del potere hanno imposto la regola che a livello decisionale e quindi percentualmente non e’ influente a livello numerico la popolazione di ogni singolo Stato ma in base a diversi parametri “pro domo loro” alla faccia della democrazia! Si immagini ,come voleva il buon Prodi, l’ingresso della Turchia i problemi a livello PIL, Numero popolazione e Religione!!! No comment.Saluti MM.
@Marco Maria ,
in quest’albergo e nella rete tutta si tratta dell’universo mondo, ma le sembra possibile che solamente lei ed il sottoscritto abbiano rilevato simili incongruenze?
Per fortuna che in questo blog qualcuno ha scritto che lo riteneva un “distillato di idee”.
A rileggerla.
@giorgio andretta
Guardi solo questo esempio, il Suo post del 01.01.12 puo’ solo essere apprezzato da me e altri ma non e’ neanche contraddetto dai destinatari, o chi per loro, dall’alto dei loro scranni e questo la dice lunga sulla sensibilita’ (mancata, ignorata, ecc.)verso la Sua persona e chi la apprezza.Ammettendo che sbagliamo nel nostro modo di “vedere le cose”, come un figlio mi aspetto la correzione dal padre, come eventuale sottoposto idem dal mio superiore e per finire come allievo dal mio “Maestro” ma qui siamo alla negazione di un qualsiasi contradditorio costruttivo ed illuminante.Come possiamo istruirci e/o crescere con siffatti personaggi? Dove individuare la luce nel buio piu’ profondo che attualmente ci avvolge? Finche’ me lo permettono scrivero’ su questo blog unicamente nella speranza che una mia sola parola possa essere recepita come un piccolo aiuto al cambiamento di questo Paese insieme a Lei ,che apprezzo per la Sua onesta’ morale, e a migliaia di cittadini. Anche se la disinformazione o l’indifferenza attualmente regna sovrana “tiremm innans”.Buona serata.MM.
@Marco Maria ,
probabilmente è un nostro limite aggiudicare più potenzialità di quelle che effettivamente custodiscono i “destinatari”, dovremmo attenerci ai fatti, quindi se non ci rispondono o non hanno argomenti idonei oppure chi tace acconsente.
La luce la può trovare solo al suo interno infatti li dimora il Nostro Maestro e non si faccia abbattere dall’assenza del contraddittorio, cresceremo nonostante “siffatti personaggi”, il karma è individuale.
Ai posteri la sentenza, nel mio caso c’è voluto pochissimo tempo, infatti la notizia, alla faccia dei miei detrattori, è che il governo ha deciso che a partire dal 01/08/2013 tutte le transazioni monetarie superiori ai 50€ dovranno obbligatoriamente avvenire con carta di credito, ecco l’instaurazione della valuta virtuale, la “paghetta” ai figli, l’elemosina e le infime spese sono previste all’interno dei 50 €.
A rileggerla.
Sono d’accordo con il prendersi la propria responsabilità come cittadini
italiani, ma resta il problema di fondo di come mandare a casa questa
classe politica che non ha servito il paese, ma solo se stessa. Il paese è tutt,ora in pericolo al di la della iniziativa di draghi fortemente propulsiva, le cui conseguenze normative non sono però da sottovalutare. La speranza di un cambiamento va declinata con proposte concrete da mettere sul tavolo dei cambiamenti alla luce dell’etica, del merito, del rispetto, dell’autocritica e dell’amore del proprio paese che in quanto a cervelli, ad arte, tecnica, cultura è uno dei primi del mondo, ma ha bisogno di norme certe e giuste e che il controllo di esse sia rispettato da tutti, ricchi e poveri.
Vittoria Buttiglione