Pareggio di bilancio in Italia: la proposta bipartisan di Nicola Rossi
Il Presidente dell’Istituto Bruno Leoni, senatore Nicola Rossi, ha depositato oggi in Senato una proposta di legge per emendare la Costituzione vigente al fine di introdurre una regola di responsabilità fiscale in grado di contribuire significativamente a garantire la sostenibilità di lungo periodo delle nostre finanze pubbliche e, anche per questa via, il benessere delle generazioni future. La proposta introduce esplicitamente nella Costituzione il principio del pareggio del bilancio strutturale (senza, quindi, ricorso all’indebitamento e tenendo conto dell’andamento del ciclo economico) delle Amministrazioni Pubbliche, dello Stato e delle Regioni, associato ad un vincolo circa il livello massimo del rapporto fra spesa totale delle Amministrazioni Pubbliche e prodotto interno lordo. Il testo della proposta e’ accessibile qui.
Nicola Rossi ricorda che “nelle passate settimane una crisi di fiducia ha investito l’intera area dell’euro ed in particolare l’Italia. Quello che appariva fino a qualche tempo fa un fenomeno legato alla periferia dell’area monetaria è oggi, con tutta evidenza, un fenomeno che mette in discussione l’esistenza stessa di quell’area e, con essa, gran parte della costruzione europea. L’Italia ha reagito approvando in tempi senza precedenti nella storia recente la manovra finanziaria per il triennio 2012-2014 e vincolando così se stessa all’obbiettivo del pareggio di bilancio. L’Europa, dopo molte incertezze ed esitazioni, ha compiuto negli stessi giorni un passo importante per ricostruire la credibilità del governo dell’eurozona, intraprendendo una strada che ora deve proseguire senza ripensamenti. E’ a tutti evidente, peraltro, che le decisioni appena assunte non sono la fine bensì l’inizio di un processo: lo testimonia la persistenza delle turbolenze sui mercati ed il collocarsi dei divari di rendimento fra Buoni del Tesoro Poliennali e Bund tedeschi su livelli ormai doppi rispetto al maggio scorso e tali da comportare già oggi oneri aggiuntivi significativi per la finanza pubblica. Un processo che – come è riconosciuto da più parti – dovrà in tempi brevi trovare espressione anche in una integrazione del dettato costituzionale che accolga esplicitamente il principio della equità fra le generazioni e lo traduca in regole di comportamento per la finanza pubblica.”
La citata proposta di legge costituisce un primo importante passo in questa direzione.
Sono molto scettico. Le modifiche costituzionali prevedono ampie maggioranze o referendum. ed abbiamo visto come è facile “imbambolare” il popolo (acqua pubblica e precedente riforma costituzionale).
Sarebbe meglio piccole leggi che tocchino piccoli particolari. Per esempio: obbligo dei pagamenti ai fornitori delle PA entro X giorni da emissione fattura, altrimenti: blocco degli stipendi del personale, responsabilità penale dirigenti e politici che hanno approvato la spesa, dismissioni (pignoramento) patrimonio immobiliare, cessione di quote nelle municipalizzate (ed il fornitore pagato in azioni della municipalizzata, se lo ritiene).
Ovviamente è un po’ grezza come l’ho detta, ma mi pare sia meglio andare al sodo che aspettare anni per leggi che diventeranno “grida manzoniane”
A mio parere si dovrebbero apportare delle modifiche al testo presentato.
Innanzitutto il rapporto spesa pubblica/PIL al 45% è troppo alto e dovrebbe essere portato al massimo al 30%.Poi oltre a porre un limite alla spesa pubblica andrebbe posto anche un limite alla tassazione (come è stato fatto in Germania).Quest’ultima cosa,oltre a rappresentare un principio sacrosanto dal punto di vista etico,servirebbe anche ad evitare che la politica, non potendo più ricorrere all’indebitamento per finanziare la spesa pubblica clientelare,punti tutto sull’aumento delle imposte: questo, in un paese dove la tassazione reale già oggi supera il 60%,porterebbe alla paralisi completa dell’economia italiana con ripercussioni gravissime in termini di perdita di posti lavoro e di competitività del sistema economico.
Va da sè che una ulteriore modifica all’art.23 con l’introduzione di un limite alla tassazione si rende assolutamente necessaria.
Quoto Roberto e Massimo74-
Asciutti, concreti, chiari.
Non andrete mai al governo, ma nel caso il mio voto è pronto.
Sono pienamente d’accordo con la proposta.
Se guardiamo alle difficolta’ di far pasare proposte di questo tipo non arriveremo a nulla.
La cosa essenziale e’ fare circolare tra la popolazione questa proposta in modo che i nostri eletti ne DEBBANO tener conto.
L’ottimo è sempre nemico del bene!
Sono pienamente d’accordo con Roberto e Massimo74; l’obbligo costituzionale del pareggio di bilancio sia per lo Stato che per tutti gli enti sarebbe un atto di responsabilità e di civiltà, pertanto non verrà mai approvato dal nostro parlamento.
Preciso a Massimo74 che in merito ad un’imposizione massima da stabilirsi in Costituzione, si entra in un possibile equivoco: nominalmente per la mia impresa la tassazione non è al oltre il 60% che in realtà paga; sono tutte le cd “riprese fiscali” (cioè tassazione non ufficiale) che portano l’incidenza della tassazione così in alto… tralascio il furto chiamato IRAP. Bisognerebbe definire bene cosa si intende per tassazione, altrimenti i furboni ci raggirano come fanno con il giochetto in base al quale le loro non sono pensioni, ma vitalizi. Così tutte le norme sulle pensioni che riguardano noi poveri lavoratori per loro sono inesistenti!!!
Un’ultima postilla: la proposta è buona, tuttavia i promotori, come tutti coloro che da varie ed innumerevoli legislature siedono in Parlamento, sono delegittimati. Nell’ultimo decennio, non da ieri, l’Italia non è cresciuta (credo 1-2% nel decennio, contro 40% degli anni 70 e il 20-30 delgi anni 80, correggetemi se sbaglio) a causa dell’eccesso di spesa corrente improduttiva, di deficit, di interessi sul debito, di troppe tasse, di leggi sbagliate… e i nostri bravi promotori dov’erano? se non mi sbaglio, praticamente tutti seduti in Parlamento e qualcuno anche al governo. E cosa facevano, dov’erano? Ovviamente a parte vivere in Partiti che si sono attribuiti rimborsi elettorali abnormi (aboliti per volontà popolare, alla faccia della Democrazia) e nemmeno legati a fatture giustificative delle spese, viaggiare su aerei di stato per vedere il Gran premio di Monza, concedersi stipendi, prebende e pensioni – oops vitalizi – degni di un principe saudita, fondare nuove utilissime province ecc…? Boh, forse in pellegrinaggio.
Ecco il modo di fare sbagliata una cosa giusta solo per dire di averla fatta e mi spiego:
“senza, quindi, ricorso all’indebitamento e tenendo conto dell’andamento del ciclo economico”
che significa che se le cose vanno male o bene posso indebitarmi? Le leggi devono essere chiare semplici e senza eccezioni alcune altrimenti non servono a nulla e creano solo confusione o peggio ancora si punisce solo l’ ente pubblico che magari è governato da un altro partito.Come dicevo il bilancio magari triennale o quinquennale (sarebbe meglio) deve essere al pareggio punto e basta senza deroghe o altro.
Una legge di sapore “tecnico” nella costituzione è per un “liberale” un errore marchiano. E’ un’illusione costruttivistica. Perché tutto si tiene e la virtù non si inculca per legge.
I parametri di Mastricht sono crollati miseramente di fronte alla realtà. Negli USA hanno appena votato uno sfondamento del tetto del debito.
Se ad esempio allla politica di pareggio di bilancio – nel breve, medio termine potenzialmente recessiva – si accompagnasse da parte delle banche centrali – in obbedienza al mantra della “crescita” – una politica di allegro allargamento della base monetaria ci ritroveremmo con bolle, debiti privati schizzati all’insù, e alla fine della fiesta con la necessità di ripianare, nazionalizzare, ecc. e a quel punto degli imperativi categorici scritti nella Costituzione alla realtà non importerebbe un piffero.
Dobbiamo assolutamente inserire un blocco della spesa pubblica e la pubblicità accessibile a tutti, della spesa per tutta le istituzioni e la macchina politica tenendone separati conti daquelli della spesa delle amministrazioni ed inserendo anche per questa un tetto massimo, in percento della spesa totale.
Intanto lo shopping Cinese in Grecia, inizia a dare i suoi terribili effetti soprattutto sulle nostre tipologie di merci.
E chi lo sapeva che il presidente dell’IBL era un senatore? Ma perchè si è mosso soltanto ora?
si potrebbe più efficacemente stabilire che se resta nei limiti del pareggio, il Governo può allocare (cioè spendere) le risorse come gli pare, se fa deficit e si indebita deve passare dal Parlamento che a quel punto gli impone le proprie scelte
Ormai abbiamo passato ampiamente il punto di non ritorno !
L’unica soluzione possibile sono sonore legnate in maniera indistinta a destra sinistra e al centro apparati burocratici compresi . Non un bagno di sangue (magari) ma una doccia di nerbate .
Ci sono anche imprese che hanno dilapidato la ricchezza costruita negli anni precedenti. Se volete posso fare nomi e cognomi, una di queste si trova a due passi da casa mia, praticamente fallita, ma i titolari hanno garage con ferrari d’epoca, e tesoro all’estero. Non credo che il fallimento dipenda dalle tasse, , nè tantomeno dall’IRAP e cose del genere. L’attuale capitalizzazione della borsa di Milano è pari a quella della APPLE, forse c’è qualcosa che non quadra. Io credo che sarebbe intelligente distinguere tra chi non ha investito e chi lo ha fatto, così come parlare genericaemente di tetti alla spesa spesa pubblica fissati arbitrariamente al 30 o al 40 per cento, senza indicare i ciriteri in base ai quali tagliere cosa e quanto sia solo ipocrisia. Io non ho ancora capito tra socialisti, destri, sinistri, liberisti, berlusconiani e vattelapesca, che idea ci sia sul nostro paese e sui rimedi per cercare di mettere a posto le troppe cose che non funzionano. Di critiche ne leggo tante ma di idee serie ne vedo poche.
l?olivetti era una perla tra le aziende italiane ed è stata distrutta ..sapete da chi(DA UN SIGNOR FINANZIERE)