15
Gen
2010

Papers e fiction: ripensare la Banca Romana

Lo scandalo della Banca Romana torna – per così dire – “d’attualità”, nel senso che domenica e lunedì sera su Rai Uno verrà trasmetto un film per la tivù che avrà al centro proprio quella vicenda. L’episodio storico è importante, per quello che ha significato nel nostro Paese. Ma tale ritorno d’interesse può anche essere l’occasione per una riflessione sulle peculiarità del sistema bancario italiano post-unitario, caratterizzato dalla presenza di sei istituti di emissione, i quali emettevano valuta in lire. Non si trattò certo del free-banking di cui ci parla Kevin Dowd nel testo pubblicato da IBL Libri (perché quello italiano era un oligopolio chiuso, e poi perché lo Stato esercitava un controllo assai stretto), ma comunque presentava elementi di originalità nel panorama europeo del tempo.

Del sistema bancario italiano di secondo Ottocento si sono occupati vari economisti. Negli ultimi anni, sul tema ha scritto varie cose interessanti Nathalie Janson, che dopo un periodo di permanenza in Italia insegna ora economia e finanza alla Rouen School of Management. Chi fosse interessato ad approfondire la natura del sistema bancario del tempo trova qui un suo lavoro in italiano, scritto a quattro mani con Giuseppina Gianfreda,  e un altro qui, scritto in francese a quattro mani con Antoine Gentier.

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