Esselunga, dal benestante al fuori sede – di Michele Pisano
Perché il fenomeno targato Caprotti piace a molti
Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Michele Pisano.
Di Esselunga i giornali hanno parlato di recente soprattutto per una causa civile, che – senza entrare nel dettaglio degli aspetti giudiziari – ruotava attorno alle quote di Supermarkets Italiani s.p.a., la holding che controlla Esselunga, e ha coinvolto la famiglia Caprotti, padre e figli, con Bernardo vincitore in appello.
Questi aspetti tuttavia non hanno affatto minato la costante forza del gruppo Esselunga a Milano, e in altre parti d’Italia, in cui c’è grande ammirazione per la società fondata da Bernardo Caprotti.
Un gruppo fortissimo, che negli ultimi anni ha segnato numeri più che positivi: nel 2014 un utile di 212 milioni e vendite per 7 miliardi, con una crescita dello 0,8 per cento e nuove assunzioni in cantiere. Nel 2015 invece l’utile è cresciuto del 37 per cento, arrivando a 290 milioni di euro. Anche le vendite sono cresciute, del 4,3 per cento, pari a 7,3 miliardi, addirittura più del mercato di riferimento che registra una crescita al 2,8. Gli investimenti sono stati di 400 milioni: Esselunga negli ultimi cinque anni ha investito complessivamente 1,8 miliardi.