Una prospettiva di lungo periodo sulla Brexit: Liberalismo, Nazionalismo e Socialismo–di Deirdre N. McCloskey
Concludiamo il nostro “Seminario on line” sulla Brexit con un contributo di Deirdre McCloskey. McCloskey, Distinguished Professor of Economics, History, English, and Communication at the University of Illinois at Chicago, è fra i maggiori storici contemporanei dell’economia ed è autrice di una fondamentale trilogia sulle “virtù borghesi”. IBL Libri ha pubblicato il suo “I vizi degli economisti, le virtù della borghesia”. Ringraziamo la Professoressa McCloskey per il suo contributo. La versione originale dell’articolo è disponibile qui.
Nel corso degli ultimi tre secoli quello che potremmo definire il “clero laico” d’Europa si è ispirato, in economia e in politica, a tre idee: una è molto, molto buona, mentre le altre sono decisamente pessime. La prima idea, nata nel Diciottesimo secolo dalla penna di pensatori del calibro di Voltaire, Tom Paine, Mary Wollstonecraft e, più di ogni altro, il beato Adam Smith può essere definita usando proprio le parole di quest’ultimo: «consentire a ciascun di perseguire autonomamente il suo proprio interesse personale, su un piano di uguaglianza, di libertà e di giustizia». La realizzazione pratica del liberalismo nel Diciannovesimo secolo, così come nel Ventesimo, quando riuscì a prevalere sulle due idee ad esso opposte, produsse frutti straordinari. Diede alle persone comuni il coraggio di sottoporre le opere del loro ingegno alla prova del mercato. Questo processo ebbe come esito quello che chiamiamo il “Grande Arricchimento”, vale a dire l’aumento dei redditi europei, grosso modo dal 1800 a oggi, di qualcosa come il 3000 (tremila!) per cento.