La strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni: i piani anti-bufale e il Ministero della Verità—di Tomaso Invernizzi
Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Tomaso Invernizzi.
Qualunque persona con un minimo di cognizione scientifica può dirsi preoccupata della diffusione sul web di notizie false, credenze erronee, superstizioni. Ma istituire un’Autorità pubblica di controllo atta ad eliminare dalla rete le cosiddette “bufale” appare un rimedio preoccupante e pericoloso. Il presidente dell’Antitrust Pitruzzella ha auspicato l’istituzione di un’Autorità di controllo europea, incaricata di intervenire per rimuovere eventuali “bufale” dalla rete. A suo dire, non basta affidarsi all’autoregolamentazione da parte dei social network, ma è opportuno l’intervento pubblico. Anche la presidentessa della Camera dei deputati Laura Boldrini, indicando quella delle “bufale” come un’emergenza mondiale, ha sottolineato come il tema debba essere posto all’attenzione del legislatore. Ora, tutto ciò ricorda da vicino il Ministero della Verità, il Miniver, di orwelliana memoria, dove lavorava il protagonista del famoso romanzo “1984”. Egli doveva correggere le “bufale” dei giornali. I quotidiani vecchi dovevano essere corretti e ristampati in modo da far prevedere al Grande Fratello quello che poi era accaduto: “il Ministero dell’Abbondanza aveva promesso che nel corso del 1984 non ci sarebbe stata alcuna riduzione del razionamento del cioccolato. In realtà, come Winston sapeva bene, per la fine della settimana la razione di cioccolato sarebbe stata ridotta da trenta a venti grammi: bastava sostituire alla promessa originaria l’avvertenza che forse per il mese di aprile si sarebbe dovuti ricorrere a una riduzione della razione di cioccolato”. Introdurre un’autorità pubblica anti-bufale significa introdurre un’autorità governativa statale o superstatale di controllo della verità.