Cuba ha una “nuova” Costituzione, ma non una Costituzione “nuova”
Una maggioranza quasi plebiscitaria (86,6% dei votanti) ha approvato la riforma della Costituzione della Repubblica di Cuba, voluta dall’attuale Presidente del Consiglio di stato Miguel Díaz-Canel come segnale tangibile del passaggio di potere dalla famiglia Castro alla “nuova” generazione di politici cubani. In verità, l’esito della consultazione elettorale era alquanto scontato: per l’approvazione della novella costituzionale si sono mobilitati tutti gli organi dello Stato (le scritte con l’appello yo voto si’ sono apparse ovunque), mentre a fare campagna per il “no” (che, comunque, ha convinto settecentomila cubani, il 9% della popolazione) si sono schierate solo qualche presenza sui social e le chiese evangeliche locali (contrarie all’apertura, più o meno esplicita, alle unioni tra le persone dello stesso sesso prevista dal testo riformato della Costituzione).