Cent’anni fa moriva Lenin
Un articolo di Rainer Zitelmann in occasione dell’anniversario della scomparsa di Lenin
Il 21 gennaio 1924, cento anni fa, moriva il leader rivoluzionario russo Vladimir Il’ič Ul’janov, meglio conosciuto come Lenin. Anche se oggi quasi nessuno difende Stalin (il successore di Lenin), ci sono ancora molti politici di spicco dei partiti di sinistra che venerano Lenin e Trotsky. Possono parlare di “stalinismo” con disprezzo, ma poi professano il loro sostegno a Lenin e Trotsky. Un esempio è John McDonnell, fino a pochi anni fa una delle figure di spicco del Partito Laburista britannico. Tra le sue influenze intellettuali più significative ha citato “Marx, Lenin e Trotsky”. Anche Janine Wissler, leader del partito di sinistra tedesco Die Linke, è stata membro del gruppo trotskista Marx21 fino alla sua elezione a leader del partito nel febbraio 2021.
Uno dei più rispettati filosofi di sinistra contemporanei, lo sloveno Slavoj Žižek, sostiene senza mezzi termini un “nuovo comunismo” nel suo libro del 2021 Una sinistra che osa dire il suo nome. Žižek esalta la “grandezza di Lenin”, che consisteva nel fatto che, dopo la presa del potere da parte dei bolscevichi, egli rimase saldo ai suoi principi socialisti, anche se non esistevano le condizioni per una vera e propria “costruzione del socialismo”.