Addio a Franco Monteverde
Franco Monteverde se n’è andato in silenzio, proprio ora che una Genova colpevolmente distratta avrebbe bisogno di lui. Intellettuale poliedrico, uomo di grande passione civile, Monteverde era un innamorato della politica. Era, dunque, anche stranito dalla involuzione che la politica ha subito negli ultimi anni. Per Monteverde politica era (marxianamente) conflitto di interessi e (hayekianamente) scontro di idee. Il progressivo deterioramento di questo legame tra pensiero e amministrazione, più dell’età, è forse quello che lo ha spinto, negli ultimi anni, a ritirarsi sempre più dal luogo della passione, la città di Genova, al luogo degli affetti, il paesello di Voltaggio, di cui era originaria la sua famiglia. Ironicamente, ma non troppo, aveva occupato un ruolo centrale nell’amministrazione di entrambi i comuni: assessore al bilancio di Genova tra la metà degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, assessore alla cultura di Voltaggio una ventina d’anni dopo. In questa curiosa simmetria, c’è tutto Franco: uomo incapace di stare fermo, convinto che sapere e volere – entrambi, ed entrambi necessari – sono potere.