La Corte suprema USA: i diritti di proprietà non sono di “serie B”
In Knick v. Township of Scott, Pennsylvania, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha segnato un punto a favore della difesa dei diritti di proprietà. Fino ad oggi, infatti, il proprietario che avesse subito un esproprio per pubblica utilità non avrebbe potuto immediatamente cercare tutela nelle Corti federali, essendo prima obbligato ad esaurire i rimedi giurisdizionali a livello locale e statale. Solo dopo che questo esperimento si fosse rivelato infruttuoso, quel proprietario avrebbe potuto rivolgersi a un giudice federale: per scoprire, però, che la sua pretesa sarebbe stata giudicata inammissibile, visto che la sua sconfitta nelle Corti statali aveva spiegato l’effetto di res judicata. Un caso del tutto evidente di “Comma 22”, come evidenziato (testualmente) dall’autore della sentenza in commento, il Chief Justice John Roberts: «un proprietario non può recarsi in una Corte federale senza essere passato da una Corte statale; ma se lo fa e perde, la sua pretesa sarà inammissibile nella Corte federale».