Il caso di Vigliano: chi decide che il vino sia meno “essenziale” della pasta?
Le agenzie di stampa ci raccontano di uomo di Vigliano, nel Biellese, multato dalle forze dell’ordine perché sorpreso, all’uscita del supermercato, con tre bottiglie di vino e un pacco di pasta, e perché in bicicletta e non a piedi. Stando alle cronache, la multa (102,50 euro) sarebbe stata emessa in base alle seguenti considerazione: che il comportamento dell’uomo lo avrebbe messo a rischio di incidenti (visto che si è mosso in bici e non piedi: e in quel malaugurato caso avrebbe potuto aumentare il numero di pazienti al pronto soccorso) e che questi non avrebbe rispettato l’ordine di spostarsi solo per motivi validi o per necessità (tale non è stato considerato, dai militari, l’acquisto effettuato, date le tre bottiglie di vino). Diamo per scontato che la storia si sia svolta proprio così. A raccontarla in questo modo, sembrerebbe l’inizio di una barzelletta neanche troppo divertente: invece, essa finisce per rappresentare un istruttivo apologo. E non, come si potrebbe pensare, pedagogicamente orientato a ispirare un rispetto profondo per il comando dell’autorità, ma piuttosto esemplificativo di come dietro lo zelo del servitore della legge – di una legge confusa, imprecisa, a tratti “arbitraria” – possa celarsi una indebita compressione delle libertà individuali.