Decreto anticrisi: ABI batte governo 1-0
Non ci voleva molto a capirlo, infatti ve l’avevo scritto sin dal primo giorno, che “obbligare” le banche alla moratoria dei crediti in un testo di legge si prestava inevitabilmente a profili di totale illegittimità. Oggi, nell’accettare le forbici impugnate dal presidente della Camera Fini sul maxiemendamento al decreto, testo sul quale il governo aveva neanche 48 ore fa espresso il suo placet in Commissione, Tremonti è stato costretto a riconoscere che, “in particolare per quanto riguarda le banche, il testo della Commissione sarà cancellato perché in contrasto con gli standard internazionali e le norme europee, fermo restando che dal punto di vista politico, l’intento espresso dai parlamentari viene assorbito dalla scelta di operare con un avviso comune per una forte moratoria del sistema bancario nei rapporti finanziari”. Sai che risate, i banchieri… lo sanno tutti, che a prescindere dagli avvisi dati da Faissola, in questi giorni alcuni primari ad di grandi istituti bancari avevano fatto presente a Gianni Letta che con quel testo il governo avrebbe sbattuto la testa contro un muro. Fini ha prestato ascolto, e formalmente ha fatto più che bene a farlo. Perché quanto più si intende assumere misure incisive, in materia di banca e credito, tanto più la politica deve stare attentissima alle forme. Se vuole evitare autogol che rafforzano solo e proprio coloro che si vorrebbe mettere in riga.