Legal standards: c’è un anti Tremonti, laggiù nell’Oregon
Ofer Raban insegna alla Law School della Oregon University, e ha appena pubblicato un saggio che evidentemente non tiene molto conto di quanto Giulio Tremonti ha alacremente sottoposto al G8 dell’Aquila, in materia di nuovi legal standards condivisi da porre al centro dell’agenda del prossimo summit di Pittsburgh in materia di supervisione finanziaria internazionale, di requisiti di capitale per gli intermediari e criteri di redazione dei bilanci. Il titolo, esplicitamente, propone la tesi: Why Vague Legal Standards May Be Better for Capitalism, Liberalism, and Democracy. L’autore considera la “mania” dei legal standards come un frutto tardivo del “testualismo”, corrente ultima che attribuisce al diritto codificato superiorità su tradizione, norme statutarie dal basso e autoregolazione. Gli effetti di “very binding legal standards” possono tradursi in conseguenze inintenzionali che accrescono le crisi in direzioni prociclica invece che anticiclica, a meno di essere proclamati per compiacere il ritorno della politica alla sovranità preminente, ma a patto di applicarli solo a crisi terminate cioè quando essi serviranno ancor meno. Una lettura in controtendenza, giusto per stimolare il cervello e non arrendersi al mainstream. Scommetto che molti dei membri dello steering commitee del Financial Stability Board – si riunisce domani, ed è un incontro decisivo per la concreta agenda di Pittsburgh – sono più d’accordo con Ofer che con il nostro amato Giulio.