8
Apr
2020

#iostoacasa: come la paura e la mancanza di ragione uccidono la libertà e la democrazia

La campagna del governo #iostoacasa sarà ricordata come un esempio da scuola di come in pochissimo tempo, ignoranza e paura possono cancellare il patto di mutua ragione tra cittadino e istituzioni. Di fronte alla minaccia del virus e il rischio del collasso del sistema sanitario, il governo ha proceduto, a partire dal 21 Marzo a una campagna di quarantena basata sull’hashtag #iostoacasa convincendo milioni di italiani che stare il più a lungo possibile nel chiuso delle loro abitazioni è l’unica strada possibile per fermare la avanzata del virus.

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6
Apr
2020

Lo stato agente e i signor nessuno

Il giusto mix per passare dal coronavirus al blackout totale della libertà

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Gianandrea Breno.

Se ai tempi del coronavirus non ci fosse stato internet sarebbe stato tutto molto peggio. Le attuali tecnologie ci collegano in tempo reale con il mondo permettendoci di scambiare notizie, di lavorare da casa in remoto, di telefonare agli amici e di essere sempre aggiornarti soprattutto sugli argomenti medici. Addirittura anche le messe sono trasmesse live tramite piattaforme web. Non a caso come dichiara il fondatore di Facebook (Mark Zuckerberg) riferendosi all’Italia “Da voi gli spettatori dei live sono raddoppiati nelle scorse settimane”.

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5
Apr
2020

Tutelare la libertà di religione nell’emergenza

L’Istituto Bruno Leoni invita il governo, le regioni e i sindaci a consentire un ordinato esercizio della libertà di fede e culto.

Sostiene l’IBL: “L’emergenza non può diventare la scusa per multare sacerdoti che cercano di portare conforto alle persone che credono e che nella loro fede cercano un ancoraggio in tempi difficili. L’emergenza non può essere la ragione per umiliare un cittadino musulmano o ebreo, che ha abitudini e consumi coerenti con le sue credenze religiose.”

Di seguito il testo dell’appello, indirizzato al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, alla Ministro per gli interni Luciana Lamorgese, ai Presidenti delle regioni in quanto titolari di potere di ordinanza e ai sindaci per quanto di competenza della polizia locale.

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5
Apr
2020

Il mercato del sesso durante la pandemia

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Mike Morra, CEO & Founder, Escort Advisors.

Ci è voluta una pandemia per bloccare del tutto il mercato del sesso a pagamento. Il settore incuriosisce e accende dibattiti da sempre. Tutti ne vogliono parlare ma con la propria lente di ingrandimento che non necessariamente è sempre quella giusta. Spesso ci si dimentica che ci sono temi di estrema importanza e di interesse pubblico, che se presentati nella maniera corretta possono smuovere non pochi dibattiti.

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5
Apr
2020

Coronavirus e ambienti chiusi

Per la ripartenza le nostre eccellenze industriali devono scendere in campo.

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Angelo Spena.

Nell’attuale emergenza i correnti provvedimenti di segregazione sociale e di limitazione delle libertà personali, “disabilitanti” ma di immediata applicazione, sono recessivi. Il successivo allentamento della stretta sociale dovrà consentire una ripresa delle attività produttive. Come? Con l’aiuto della tecnologia, cioè con interventi “abilitanti”. Investimenti cioè che siano non solo efficaci, consentendo di recuperare quanto più possibile del Pil perduto; ma anche efficienti, limitando tra l’altro gli ulteriori contagi.

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3
Apr
2020

Primavera per Orbán, ma non per l’Ungheria

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Adam Bartha, direttore di Epicenter

Per una radiosa giornata di primavera, le strade di Budapest hanno uno strano aspetto: strade vuote, ristoranti chiusi e lo sguardo preoccupato dei pochi pedoni che oltrepassano le vetrine di negozi sbarrati. Questo assordante silenzio è rotto solo dall’occasionale ululato delle sirene dei veicoli di emergenza e dalle voci ovattate dei nostri concittadini che parlano attraverso mascherine chirurgiche. Sembra quasi di annusare la paura, nell’aria: la paura del virus, non la paura di una dittatura incombente.

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2
Apr
2020

Lockdown e libertà religiosa

Commentando, su questo blog, il caso dell’uomo di Vigliano multato dalle forze dell’ordine che avevano (in modo del tutto abusivo) ritenuto non “essenziale” l’acquisto di tre bottiglie di vino, avevamo espresso l’auspicio che esso rimanesse soltanto un caso isolato di censurabile “zelo”. Le cronache dei giorni passati si sono incaricate di smentirci. Prima, è stata la volta di un avvocato di Pescara, multato da una pattuglia della Guardia di Finanza per essere stato “sorpreso” di ritorno verso la sua abitazione in macchina intorno alle 23, «senza comprovate esigenze lavorative» (l’avvocato stava rientrando dal suo ufficio, e ha affermato di aver mostrato ai finanzieri i fascicoli che aveva con sé, i tesserini, le carte bollate, i registri: «ma non c’è stato nulla da fare»). Ora, è toccato a un cittadino marchigiano, che, essendosi recato in un comune (Civitanova Marche) diverso da quello di sua residenza (Potenza Picena), è stato multato dalla polizia municipale per quello spostamento giudicato “non necessario”: e ciò nonostante questi avesse – scontrino alla mano – dimostrato di essere stato costretto allo spostamento dal fatto che l’unico rivenditore di carne halal, ossia di quell’unico tipo di carne il cui consumo è ammesso dalla sua religione, fosse presente nel territorio di Civitanova.

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31
Mar
2020

Il caso di Vigliano: chi decide che il vino sia meno “essenziale” della pasta?

Le agenzie di stampa ci raccontano di uomo di Vigliano, nel Biellese, multato dalle forze dell’ordine perché sorpreso, all’uscita del supermercato, con tre bottiglie di vino e un pacco di pasta, e perché in bicicletta e non a piedi. Stando alle cronache, la multa (102,50 euro) sarebbe stata emessa in base alle seguenti considerazione: che il comportamento dell’uomo lo avrebbe messo a rischio di incidenti (visto che si è mosso in bici e non piedi: e in quel malaugurato caso avrebbe potuto aumentare il numero di pazienti al pronto soccorso) e che questi non avrebbe rispettato l’ordine di spostarsi solo per motivi validi o per necessità (tale non è stato considerato, dai militari, l’acquisto effettuato, date le tre bottiglie di vino). Diamo per scontato che la storia si sia svolta proprio così. A raccontarla in questo modo, sembrerebbe l’inizio di una barzelletta neanche troppo divertente: invece, essa finisce per rappresentare un istruttivo apologo. E non, come si potrebbe pensare, pedagogicamente orientato a ispirare un rispetto profondo per il comando dell’autorità, ma piuttosto esemplificativo di come dietro lo zelo del servitore della legge – di una legge confusa, imprecisa, a tratti “arbitraria” – possa celarsi una indebita compressione delle libertà individuali. 

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31
Mar
2020

La salute non è (solo) un diritto

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Gabriele Pelissero.

Decenni di retorica politica, e non solo, hanno creato una convinzione pericolosa.

Nel senso che, considerata un diritto, la salute diventa qualcosa di facilmente esigibile, e senza sforzo, ovviamente dallo Stato (chiunque esso sia).
Ci verrà data senza ulteriori impegni da parte nostra, e nessuna politica, nessuna forza politica, minimamente discute questo pilastro della nostra vita sociale.
Se qualcosa non funziona, viene violato un diritto fondamentale, e tutti a dire rimedieremo, abbiamo già rimediato, stiamo rimediando punto e basta.

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