Evadere dall’attuale sistema carcerario
A quanto pare, il primo carcere for-profit a stelle e strisce è stato quello di San Quintino. Penitenziario storico (secondo solo a quello di massima sicurezza di Alcatraz) dove il 24 febbraio 1969 Johnny Cash suonò per i detenuti. Ma da San Quintino è passato anche Edward Bunker, scrittore/delinquente che ha trascorso la sua vita tra lunghi soggiorni in prigione e brevi permanenze a piede libero (e proprio durante le sue frequentazioni nei penitenziari americani ebbe modo di imbattersi nella lettura di Ayn Rand). Il carcere di San Quintino, aperto a metà dell’Ottocento, rimase per poco tempo privato, passando nel volgere di non molti anni ad una gestione statale. Percorso inverso hanno invece compiuto parecchi altri carceri, negli Usa e in altri Stati (Australia, Nuova Zelanda, Gran Bretagna, ecc.).
In Italia, lo sappiamo bene, il problema delle carceri si ripresenta dopo ogni indulto. A fine agosto, i Radicali italiani hanno presentato un documento che fotografa bene la situazione. Dal questionario compilato da 216 penitenziari italiani emerge chiaramente come i detenuti siano in sovrannumero rispetto alla capienza regolamentare di posti. Da una parte, infatti, abbiamo una popolazione carceraria di 63.211 detenuti, dall’altra una capacità di accoglienza limitata a un massimo di 41.351 detenuti.