2
Apr
2020

Lockdown e libertà religiosa

Commentando, su questo blog, il caso dell’uomo di Vigliano multato dalle forze dell’ordine che avevano (in modo del tutto abusivo) ritenuto non “essenziale” l’acquisto di tre bottiglie di vino, avevamo espresso l’auspicio che esso rimanesse soltanto un caso isolato di censurabile “zelo”. Le cronache dei giorni passati si sono incaricate di smentirci. Prima, è stata la volta di un avvocato di Pescara, multato da una pattuglia della Guardia di Finanza per essere stato “sorpreso” di ritorno verso la sua abitazione in macchina intorno alle 23, «senza comprovate esigenze lavorative» (l’avvocato stava rientrando dal suo ufficio, e ha affermato di aver mostrato ai finanzieri i fascicoli che aveva con sé, i tesserini, le carte bollate, i registri: «ma non c’è stato nulla da fare»). Ora, è toccato a un cittadino marchigiano, che, essendosi recato in un comune (Civitanova Marche) diverso da quello di sua residenza (Potenza Picena), è stato multato dalla polizia municipale per quello spostamento giudicato “non necessario”: e ciò nonostante questi avesse – scontrino alla mano – dimostrato di essere stato costretto allo spostamento dal fatto che l’unico rivenditore di carne halal, ossia di quell’unico tipo di carne il cui consumo è ammesso dalla sua religione, fosse presente nel territorio di Civitanova.

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31
Mar
2020

Il caso di Vigliano: chi decide che il vino sia meno “essenziale” della pasta?

Le agenzie di stampa ci raccontano di uomo di Vigliano, nel Biellese, multato dalle forze dell’ordine perché sorpreso, all’uscita del supermercato, con tre bottiglie di vino e un pacco di pasta, e perché in bicicletta e non a piedi. Stando alle cronache, la multa (102,50 euro) sarebbe stata emessa in base alle seguenti considerazione: che il comportamento dell’uomo lo avrebbe messo a rischio di incidenti (visto che si è mosso in bici e non piedi: e in quel malaugurato caso avrebbe potuto aumentare il numero di pazienti al pronto soccorso) e che questi non avrebbe rispettato l’ordine di spostarsi solo per motivi validi o per necessità (tale non è stato considerato, dai militari, l’acquisto effettuato, date le tre bottiglie di vino). Diamo per scontato che la storia si sia svolta proprio così. A raccontarla in questo modo, sembrerebbe l’inizio di una barzelletta neanche troppo divertente: invece, essa finisce per rappresentare un istruttivo apologo. E non, come si potrebbe pensare, pedagogicamente orientato a ispirare un rispetto profondo per il comando dell’autorità, ma piuttosto esemplificativo di come dietro lo zelo del servitore della legge – di una legge confusa, imprecisa, a tratti “arbitraria” – possa celarsi una indebita compressione delle libertà individuali. 

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31
Mar
2020

La salute non è (solo) un diritto

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Gabriele Pelissero.

Decenni di retorica politica, e non solo, hanno creato una convinzione pericolosa.

Nel senso che, considerata un diritto, la salute diventa qualcosa di facilmente esigibile, e senza sforzo, ovviamente dallo Stato (chiunque esso sia).
Ci verrà data senza ulteriori impegni da parte nostra, e nessuna politica, nessuna forza politica, minimamente discute questo pilastro della nostra vita sociale.
Se qualcosa non funziona, viene violato un diritto fondamentale, e tutti a dire rimedieremo, abbiamo già rimediato, stiamo rimediando punto e basta.

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30
Mar
2020

L’importanza della comunicazione nella lotta al virus

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Nicolò Bragazza.

Nella terribile situazione che l’Italia sta attraversando a causa dell’epidemia di Covid-19 si ha l’impressione che, nonostante i morti, gli ammalati e le sofferenze, vi sia qualcosa che manca inesorabilmente e che, in momenti come questi, é vitale tanto quanto le cure mediche, ossia una strategia del governo per far fronte al contempo all’emergenza sanitaria e all’emergenza economica.

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27
Mar
2020

La scuola ai tempi del coronavirus e del wi-fi

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Tomaso Invernizzi*

Ormai da almeno un paio di settimane le scuole italiane hanno iniziato ad attrezzarsi per offrire una didattica a distanza a milioni di studentesse e studenti. Le esperienze non possono che essere diverse a seconda dei gradi di istruzione, delle capacità didattiche degli insegnanti, delle risorse disponibili. I sindacati si sono subito affrettati a sottolineare che i docenti non sono tenuti da contratto a insegnare a distanza, ed in effetti non si può pensare sia corretto ricorrere ogni giorno alla propria connessione internet per lavorare. Ma in una situazione di emergenza come la presente, quante sono le situazioni eccezionali? In quali condizioni lavorano medici, infermieri ed operatori socio-sanitari (questi ultimi in particolare ben poco retribuiti)? E quanti altri lavoratori mettono a repentaglio la loro salute ed altrui per garantire la produzione e la distribuzione di beni indispensabili?

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27
Mar
2020

Incostituzionale l’obbligo di rientro in sede per gli NCC: una “vittoria” che lascia l’amaro in bocca

Quello del trasporto pubblico non di linea è, probabilmente, tra i settori economici in cui è possibile misurare con più precisione l’effetto di politiche anti-concorrenziali. Come è noto, tutti i tentativi fatti nel senso di aprirlo al mercato sono naufragati di fronte alla coriacea resistenza opposta dagli incumbent e al sostegno loro assicurato da diverse e trasversali fazioni politiche. Ieri, però, il fronte pro-concorrenziale ha registrato una piccola “vittoria”: la Corte Costituzionale – con sentenza n. 56/2020 – ha difatti dichiarato incostituzionale la norma (art. 10-bis co. 1 lett. e, d.l. n. 135/2018, convertito con modificazioni dalla l. n. 12/2019) che imponeva all’esercente il servizio di noleggio con conducente (NCC) il rientro in rimessa prima dell’inizio di ogni prestazione. 

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24
Mar
2020

Il diritto sospeso: logica della paura e paura della logica

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Massimiliano Siddi.

Una delle tante vittime collaterali, ed invisibili, di questa tragica emergenza sanitaria, che è anche una grande emergenza libertaria, è la logica. Il concetto, apparentemente nitido, ma in realtà sfuggente e polivoco, è di quelli che impressionano per la carica di responsabilità filosofica, politica, e persino semantica, che si porta dietro da millenni, più o meno da quando i greci, con protervia umana pari solo a quella degli abitanti del paradiso terrestre, ci hanno inappellabilmente condannato a misurarci con le poliedriche sfaccettature di questo nome terribile. 

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23
Mar
2020

Credere, obbedire, guarire (?)

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo da Rick DuFer.

Credere, obbedire e guarire. 

Questo sembra il motto imperante in questi giorni nel nostro Paese. O si obbedisce ciecamente, oppure si è degli anarchici irresponsabili e privi di qualsiasi valore umano. O si mostra sui social la propria perfetta aderenza ad ogni dettame, ogni regola, ogni norma, anche la più inspiegabile, oppure si fa parte del non-popolo dei disobbedienti, degli incoscienti. Ma non c’è nulla di più incosciente, nel Paese del “fascismo eterno”, che obbedire ciecamente a quello che decide un burocrate. 

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