16
Set
2009

Aiuti all’auto, Scajola batte la Fiat

Al salone di Francoforte Sergio Marchionne avveva appena finito di richiedere la proroga degli incentivi per l’auto anche per l’anno prossismo, che immediatamente il ministro per le Attività Produttive Claudio Scajola ha definito la sua concessione come “auspicata e auspicabile”.  Ho grande rispetto per il ministro, ma è un triplice grave errore. Read More

16
Set
2009

Ibra in exchange for Eto’o: About A Positive Sum Game

Tra un paio di ore (scrivo questo post mercoledì 16 settembre alle ore 18 e 30) inizia Inter-Barcellona, ma nel frattempo è curioso leggere questa dichiarazione di José Mourinho: “A Barcellona sono tutti entusiasti di Ibrahimovic e lui è contento perché ha ottenuto quello che voleva. All’Inter Eto’o è il giocatore perfetto, il più adatto per il gioco che vogliamo esprimere. È stato un affare per tutti, l’affare ideale perché sono tutti felici”. Read More

16
Set
2009

Alitalia, riprendono gli scioperi e c’è chi ripensa allo Stato

La prima cattiva notizia è che in Alitalia si torna a scioperare. La pace sindacale sulla base della quale nacque il nuovo gruppo appartiene al passato. Sarà sciopero di quattro ore, l’11 ottobre, dei piloti di Air One. Lo hanno indetto le sigle sindacali Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl. Lo stop è stato proclamato in attesa di terminare le procedure di raffreddamento in corso anche per le violazioni degli accordi inerenti il PNT Alitalia, per le quali – spiegano i sindacati – è già giunta formale convocazione da parte del ministero per il 18 settembre. La seconda notizia – cattiva se fosse vera, ma pregevole nell’analisi di chi avanza l’ipotesi, viene dal professor Ugo Arrigo, che insegna Finanza Publica e Teoria delle scelte collettive in Bicocca. Per la prima volta in maniera aperta, Arrigo argomenta che, se entro due trimestri le perdite ipotizzabili dovessero condurre all’ipotesi di ricapitalizzare Alitalia e i soci riottosi si sottraessero, Air France-KLM – alle prese a propria volta con conti non brillanti – difficilmente si troverebbe nelle condizioni di subentrare subito. A quel punto, perché non pensare a Cassa Depositi e Prestiti e tornare sotto l’ala pubblica?  Non voglio credere a una simile eventualità. Sarebbe il sigillo su un colossale fiasco condiviso a tre: di Banca Intesa capofila della cordata, dei soci di maggior spicco della cordata stessa – alcuni, di gran nome – nonché, naturalmente, del governo. Banca Intesa dovrebbe preferire qualunque cosa purché di mercato, credo, a una simile soluzione. Ma il solo fatto che se ne parli, purtroppo, testimonia lo stato dell’arte. Naturalmente, immagino che i più direbbero che la colpa è del mercato che non funziona. E magari che bisogna assassinare le compagnie low cost, che qualcuno sarebbe pronto a indicare come  le vere colpevoli. Ma qui il fatto vero invece, l’unico che continua a pesare in maniera irrefutabile, è che il mercato non è MAI stato messo nelle condizioni di funzionare, nel trasporto aereo italiano.

16
Set
2009

2009 fuga da Copenhagen. Chicago anticipa le conclusioni del vertice

Come ampiamente previsto, l’amministrazione Obama ridefinisce al ribasso il suo impegno per Copenhagen. Lo spiega, in un articolo zeppo di informazioni e molto ben documentato, David Adam del Guardian, che evidenzia come gli americani abbiano messo nel mirino i due pilastri del ponte che da Kyoto avrebbe dovuto portare a Copenhagen: la definizione di obiettivi sfidanti e l’assegnazione, a ciascun paese, di un target di riduzione delle emissioni legalmente vincolante. Non sorprendentemente, Obama si allinea alla posizione negoziale di George W. Bush e, dunque, di Bill Clinton.

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16
Set
2009

Meno tasse: grazie, professor Giavazzi

Francesco Giavazzi ci ha risposto con un post che trovate qui, a seguire la singolarità che segnalavo sul suo recente paper in materia di tagli alle tasse. Innanzitutto desidero ringraziarlo a nome di noi tutti. Grazie, professore: lo spirito delle nostre osservazioni è “capire”, e la sua risposta ci aiuta a farlo meglio. Chi leggerà il paper che Giavazzi ha firmato con Favero trova infatti conferma di quanto Giavazzi qui ci richiama ad osservare. Le differenti stime del moltiplicatore rispetto ai Romer hanno a che vedere con le diverse “stime di contesto” degli aggregati monetari e reali insistenti nella stessa unità di tempo: e per primo lo avevo segnalato nel mio post, che le valutazioni divergenti dipendono dalla visione “più estesa” assunta fatta assunta da Giavazzi e Favero, rispetto a quella “più ristretta” dei Romer. Su ciò, dunque, nulla quaestio. Ed è per questo che scrivevo: non parlo di contraddizione per evitare strali, ma segnalo la singolarità.
Diciamo allora che siamo d’accordo su tre cose.

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15
Set
2009

Il cannone Rai

Antonio Di Pietro aderisce alla campagna per dare la disdetta al canone Rai, come segno di protesta per la presunta politicizzazione dell’azienda radiotelevisiva pubblica. Ecco le sue parole:

Aderisco all’iniziativa lanciata ormai da più parti per disdire il canone Rai e invito i cittadini a fare altrettanto e aggiungo sostituendolo con Sky.

Di Pietro ha ragione, ma ha torto. Ha ragione nel promuovere una campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla situazione “nè carne nè pesce” della Rai, società alimentata dal gettito fiscale e contemporaneamente dai ricavi pubblicitari, che trasmette sia “servizio pubblico” (qualunque cosa sia) sia programmi commerciali. Ma ha torto nei metodi e nel linguaggio.

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15
Set
2009

Lo scisma americano

Sabato a Washington si è svolta un’imponente manifestazione contro la politica economica di Barack Obama. Alcuni osservatori hanno definito il Tea Party una “Woodstock conservatrice“. Tema ripreso ed analizzato da Arnold Kling, che ricorda la sua marcia anti-Vietnam e la sua fugace partecipazione (meglio sarebbe dire osservazione) del rally di Washington. Kling è scettico sulla possibilità che questa manifestazione (o analoghe) possa lasciare traccia durevole nel panorama politico del paese. I partecipanti sono soprattutto rappresentativi dell’America “white, small-town and uneducated racist“, per citare Kling, che ritiene invece che il paese stia diventando più urbano, meno bianco e più istruito. Da qui il rischio, che è già realtà, di uno scisma sociale e culturale, con l’élite progressista di Barack Obama che nutre disprezzo per questi manifestanti, e non si preoccupa di nasconderlo, ampiamente ricambiata.

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15
Set
2009

Agenda Dowd

Lo scorso week-end sono stato al Freedom Fest di Parigi, un’iniziativa di Christian Michel (da tanti anni appassionato attivista libertario) condotta assieme con Liberte’ Cherie. LC rappresenta un tentativo di “liberismo grassroots”, cosa rara in Europa, ed ha avuto il suo momento di gloria alcuni anni fa, quando la fondatrice Sabine Herold organizzo’ un “contro-sciopero” di grande successo. I tempi cambiano e le persone pure, ma Liberte Cherie mi ha fatto un’eccellente impressione: ci lavorano molti ragazzi, impegnati, ottimisti.
Molti i relatori, in tre giorni di conferenza. Ho molto apprezzato il levigato cinismo di Bill Bonner, autore di Mobs, Messiahs and Markets, e ho trovato retoricamente eccellente la perorazione di Ken Schoolland sulla liberta’ di emigrare.
Ma il discorso migliore e’ stato di gran lunga quello di Kevin Dowd, un economista sempre acuto e spiritosissimo (che non guasta). Read More

15
Set
2009

Finanza islamica: Francia e Regno Unito alla guerra di religione

Bianca o laica? Dalle nostre parti per la finanza sembra non ci sia altra alternativa possibile. Forse se ne sono accorti anche a Rocca Salimbeni (sede di MPS Siena). Mentre alcuni anni fa il servizio studi della banca senese aveva prodotto un interessante studio sulle prospettive della finanza islamica, poco sembra esser cambiato sullo scenario italiano. I motivi di questa inattività vanno forse ricercati sia nell’inerzia del legislatore ma  anche in quella delle nostre banche.

Fatto sta che mentre  le nostre banche pensano ad altro, la Francia e l’Inghilterra affilano i coltelli per la prossima guerra bancario-religiosa.

Obiettivo? Diventare l’hub europeo per la finanza islamica.

L’onda verde così avanza, con prospettive abbastanza promettenti.

Da noi i banchieri sono occupati a collezionare tessere di partito.