Nucleare: il tempo della credibilità
C’è un tempo per la propaganda, e c’è un tempo per la credibilità. Sul nucleare, le promesse un po’ fru-fru sulla “prima pietra in cinque anni” sembrano ormai lontani un secolo. Va dato atto al governo di essere riuscito a predisporre una “traccia” di quelle che saranno le tappe per il ritorno all’atomo, sebbene i problemi aperti siano ancora molti e non secondari. Alcune scelte le trovo molto giuste – come la determinazione a garantire la linearità del percorso amministrativo. Altre, molto discutibili – come i vari tracheggiamenti sull’Agenzia di sicurezza, per non dire dei siluri scajoliani all’Autorità per l’energia. Comunque, lo sfondo dell’azione governativa è impostato: si tratta ora di guardare avanti, cercando di correggere i passi falsi e indurre il paese a prendere le misure necessarie e sufficienti (non di più) alla realizzazione di nuova capacità nucleare, dopo un blackout durato trent’anni. Un interessante contributo alla comprensione di cosa la maggioranza abbia in mente viene dalla lettura della ricca intervista concessa da Stefano Saglia, sottosegretario allo Sviluppo economico con delega all’energia, a Quotidiano Energia (subscription required).