“Io sono mio?” Un contributo di Edoardo Ferrarese
Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Qualche settimana fa Alberto Mingardi ha postato un articolo nel quale, in buona sostanza, si sosteneva la legalizzazione del commercio d’organi anche – è il tratto saliente della riflessione mingardiana – qualora prelevati da donatori volontari viventi. A conti fatti mi trovo d’accordo con molti dei punti di caduta individuati nel pezzo ma, come spesso mi capita confrontandomi con l’argomentare liberale “classico”, poco o niente con le premesse logiche del ragionamento svolto. Tralasciando lo scorrere sottotraccia dell’adesione alla libertà come “fine” politico, a non convincermi è proprio l’assunto concettuale che Mingardi dà banalmente per scontato e irrefutabile. Un individuo è davvero “proprietario del suo corpo” come lo può essere della casa, di un vestito o dell’automobile?