3
Ott
2009

Perché parlare solo del banker’s bonus? E quelli dei regolatori?

Beatrice Weder De Mauro, del Consiglio Economico degli Esperti tedesco, ha sollevato un problema essenziale. Perché tutti i politici si occupano con dovizioso compiacimento degli eccessivi bonus dei banchieri, e dimenticano che la crisi è figlia della cattura dei regolatori? Evidentemente, o nessuno di loro ha mai letto quel che George Stigler scrisse sull’argomento, ormai decenni fa, oppure semplicemente preferiscono ignorarlo, perché i regolatori li hanno nominati loro, e sono stati loro a tenere gli occhi ben chiusi di fronte al fatto che diventavano prigionieri delle megainvestment banks. Di conseguenza, più che delle fees dei banchieri bisognerebbe parlare degli incentivi dei regolatori, e di come congegnarli per ottenere che essi siano commisurati al raggiungimento  dei risultati di crescita nella stabilità e solvibilità che essi devono tutelare. La tesi ha suscitato un vasto dibattito, molti dei cui interventi di prestigiosi economisti di tutto il mondo trovate qui.   Personalmente sono più d’accordo con la necessità di discuterne espressa da Alberto Alesina, a cominciare dalla FED e dai regolatori americani ma senza dimenticare la BCE e lo schema De la Rosiere superficialmente modificato di cui si parla in Europa, che con la contrarietà alla soluzioni dichiarata da Luigi Zingales.

3
Ott
2009

Crescita, tre punti su cui riflettere in Italia

La delusione di venerdì sui posti di lavoro persi negli Stati Uniti a settembre – quasi 100 mila più del previsto – si è riverberata su tutti i mercati. L’Ecofin tenutosi a Stoccolma si è chiuso con un comunicato assai più prudente, rispetto all’ottimismo che ispirava l’ampio documento approvato dal G20 a Pittsburgh pochi giorni prima. In America, tutti hanno preso a interrogarsi sull’amara realtà che sembra prospettarsi per un futuro che sembra abbracciar tutto l’anno a venire: il ritorno del segno positivo sull’andamento trimestrale del PIL, ma con una disoccupazione che continua a crescere. Sono 8 milioni, i posti di lavoro persi negli USA dacché la recessione è tecnicamente cominciata (qui il diagramma a paragone delle altre crisi USA, e la curva da tener presente è quella segmentata rossa, peggiore di quella coerente ai dati attualmente stimati, perchè calcolata sulla base dell’attesa revisione annuale dei parametri statistici di rilevamento, reviusione che avviene ogni anno a febbraio) . E purtroppo anche da noi, in Italia e in molti Paesi europei, cresce la probabilità che il futuro prossimo sia analogo. Come bisogna reagire? Che cosa può fare l’Italia, poiché in Europa nell’attuale crisi ogni Paese deve sostanzialmente far da sé e dunque non a tutti è consentita una strategia analoga, in ragione del diverso peso esercitato dal debito pubblico ereditato dal passato? Di sicuro servono a poco, le polemiche politiche, gli scontri sociali, le tensioni tra banche e imprese. Tre indicatori aiutano invece a riflettere meglio, per capire che cosa sia più opportuno fare. Read More

3
Ott
2009

Agenda minima dell’ICT

Settimana impegnativa, quella alle porte, per i cultori delle telecomunicazioni e delle nuove tecnologie, con almeno quattro impegni di grande rilievo. Dal 5 al 7 ottobre si terrà a Pisa l’Internet Governance Forum Italia, scenario privilegiato per dibattere il futuro assetto della rete. A Milano, il 5 ottobre, Meet The Media Guru ospita Steven Berlin Johnson per una riflessione sul destino dei mezzi di comunicazione. Il 6 ottobre, a Roma, “Liquidi, veloci, mobili: contenuti digitali e risorse per la conoscenza“, l’annuale workshop organizzato dalla Fondazione Barbareschi e da Key4Biz. L’8 ottobre, infine, ancora a Roma, il Cesda organizza l’ottavo Convegno nazionale sul Diritto Amministrativo Elettronico. Craving for ubiquity.

UPDATE. Quasi dimenticavo che la settimana si chiuderà con il tradizionale appuntamento di Between a Capri.

3
Ott
2009

Obama senza cerchi olimpici: già ci si avvia verso la fine dello show?

Con la clamorosa sconfitta della candidatura di Chicago alle olimpiadi del 2016, la coppia Obama (Michelle + Barack) subisce una prima pesante sconfitta simbolica. La cosa va segnalata perché è del tutto evidente che quello obamiano è un fenomeno essenzialmente mediatico-politico, basato quindi su adesioni che esigono il persistere di un’immagine vincente. Ora che il processo di selezione per i giochi olimpici non ha assecondato le attese della coppia più celebre e potente del pianeta, la sensazione è che il clima da idillio possa svanire. Read More

2
Ott
2009

Dagli Usa ghiaccio freddo. La via keynesiana non funziona

I dati odierni sulla disoccupazione americana a settembre  confermano quanto vi stiamo scrivendo da mesi. L’uscita dalla crisi preconizzata come già avvenuta nei comunicati ottimistici di tanti meeting internazionali resta per il momento un wishful thinking. L’America si interroga, a differenza di noi, sull’effetto degli incentivi all’auto. La conclusione è: finché non si incide il ferro nel bubbone banco-finanziario, l’ottimismo è incongruo. Perché il galoppo della spesa pubblica e del quantitative easing delle banche centrali – che i più intendono oggi rafforzare ulteriormente – si stanno rivelando la risposta sbagliata.

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1
Ott
2009

Thilo Sarrazin, leghista di sinistra della Bundesbank

Scandalo in Germania per l’intervista a Lettre International di Thilo Sarrazin, ex ministro delle Finanze nel governo di sinistra di Berlino, a tutti gli effetti parificato a un Land. Sarrazin siede nel board della Bundesbank, e  nella coalizione di sinistra berlinese rappresentava l’ala più moderata  ma pur sempre della SPD. Come responsabile delle Finanze, per sette anni fino al maggio scorso ha fatto il possibile per ridimensionare la colossale spesa pubblica in deficit, che ha prodotto un debito astronomico di ben 60 miliardi di euro Leggete qui in sintesi che cosa ha detto: che la crisi di Berlino dipende dal fatto che il 40% dei nuovi nati nasce nel lumpenproletariat di immigrati turchi e arabi che non partecipano al ciclo delle attività economiche ma si limitano al più a rivendere frutta e verdura; che questi giovani di basso talento e nessuna ambizione abbassano inevitabilmente lo standard formativo della città e ne abbattono il capitale umano; che occorrerebbe piantarla di tener la porta aperta a tutti ma solo scegliere gli immigrati meglio formati e gli altri mandarli via; e che infine Berlino non si è mai ripresa dallo sterminio degli ebrei che ne azzerò il livello intellettuale e ogni sana tendenza all’elitismo, mentre dalla generazione del ’68 in avanti troppa gente si è abituata solo a vivere dei sussidi pubblici. La Bundesbank ha emesso una nota ufficiale per distanziarsi dalle opinioni di Sarrazin. E io vi chiedo: questo apparente leghista di sinistra secondo voi è un provocatore, oppure dice cose che a chi conosce Berlino sembrano solo di buon senso, sia pur provocatorio?