13
Ott
2009

TAV: il coraggio di dire che l’opera non si farà più

«Tav il tempo è scaduto». Questo l’ennesimo grido d’allarme che viene da Confindustria Piemonte a proposito della linea ferroviaria Torino – Lione. Un lamento che abbiamo sentito ripetere centinaia di volte negli ultimi dieci anni ma che è, oggi più di ieri, del tutto privo di un fondamento reale. Come è stato dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio, non c’è alcuna urgenza di realizzare tale opera: la capacità delle infrastrutture esistenti è tale da poter soddisfare la prevedibile domanda di trasporto per almeno altri cinquanta anni. Era vero ieri prima della crisi, lo è a ancor di più oggi. La netta contrazione dei flussi ha spostato ancora più in in avanti l’orizzonte temporale di saturazione della ferrovia e dell’autostrada che collegano il Piemonte alla Francia. Logica vorrebbe che, come sostengono provocatoriamente gli stessi industriali piemontesi , si avesse “il coraggio di dire che l’opera non si farà più”. Ne potremo riparlare nel prossimo secolo.

13
Ott
2009

Come non detto

Non faccio in tempo a dire (al Mises Seminar) che i continui interventi statali manu monetari nell’economia creano un sistematico moral hazard che rende impossibile il normale funzionamento del mercato, in quanto socializzando i rischi si trasformano i mercati finanziari in un tragico common, e non faccio in tempo ad aggiungere che cercare di risolvere i problemi di una tale politica mediante regolamentazioni prudenziali non fa altro che esasperare il trade-off tra efficienza e stabilità, che la Commissione Europea cerca di dimostrare che ho ragione con una proposta tesa ad ammazzare l’efficienza del mercato pur di garantirne una stabilità resa irraggiungibile dal continuo interventismo statale. Read More

12
Ott
2009

Per favore, non usiamo l’ecologismo contro gli ecologisti

Tra quelli che antipatizzano per le politiche cosiddette per l’ambiente – mi ci metto dentro anch’io – si va diffondendo una strana attitudine: quella di fingersi ecologisti per combattere gli ecologisti (quelli “doc”). Non si tratta del sano tentativo di ritorcere contro l’avversario le sue stesse armi: questo andrebbe anche bene. Si tratta di operare un implicito endorsement  delle tesi altrui per ostacolare progetti che, in qualche modo, possono passare sotto l’etichetta del verdismo. Questa è, a mio avviso, una strategia miope e sbagliata. Ne fornisce un esempio, su Repubblica di oggi, Mario Pirani, in un pezzo duramente critico verso il campo eolico offshore in via di autorizzazione al largo della spiaggia sarda di Is Arenas.

Read More

12
Ott
2009

Ostrom e Williamson. Due Nobel che se lo meritano

Elinor Ostrom e Oliver Williamson sono due grandi scienziati sociali. Le loro ricerche sono ora onorate col Premio Nobel per l’Economia, e questo riconoscimento a Ostrom e Williamson è importante per almeno due motivi. Il primo è che vengono onorati due studiosi che hanno seguito un percorso  eccentrico, rispetto al mainstream della disciplina – e questo in qualche maniera ci ricorda come spesso l’originalità spesso sia “eclettica”, e tale eclettismo sia ben lungi dall’essere negativo, quando porta a confrontarsi con problemi nuovi. Il secondo è che si tratta di due grandi studiosi degli ordini spontanei – il che, da queste parti, non può che farci piacere. Read More

12
Ott
2009

Automobili di Stato: un Occidente in “stile Ceausescu”?

Marian Eabrasu è giovane professore romeno (ma la famiglia è di origine greca), che ha studiato logica a Urbino per poi continuare i propri studi in Francia, dove ora insegna scienze politiche all’università di Paris – St. Denis. Nel 2005 era intervenuto al Mises Seminar presentando un suo lavoro sui fondamenti della teoria libertaria in Rothbard e in Hoppe (A Critique of Rothbard and Hoppe’s Arguments Sustaining the Necessity of Libertarian Axioms of “Self-Ownership” and “Homesteading” ) e ieri, l’11 ottobre, a Sestri Levante è stato un eccellente discussant in occasione della presentazione del paper di Jan Willem Lindemans, che ha presentato un interessante lavoro su Entrepreneurial luck and the problem of just and efficient reward. Read More

12
Ott
2009

Da Londra, segni di speranza

Sono reduce da un fine settimana nella penisola calcidica, al congresso delle banche di Credito Cooperativo della Lombardia, che a tutti gli effetti è il maggior appuntamento nazionale dell’intero comparto delle BCC nazionale, il terzo pilastro del sistema creditizio italiano insieme alle banche SPA e alle Popolari. È la parte del sistema bancario con i più forti coefficienti di patrimonializzazione, e con un persistente aumento degli impieghi quasi a doppia cifra, rispetto allo zero e poco più per cento delle grandi banche SPA. Vorrei dilungarmi ma lo farò in altra occasione, visto che ho più volte scritto in questi ultimi tempi su Messaggero, Gazzettino e Mattino sul perché sarebbe il momento di fare delle BCC un Credit Agricole all’italiana, sul perché ancora siano più forti al Nord per storia e tecnica gestionale, e sul perché e sul percome il governo pensi di affidasi ad esse per la ormai stra-annunciata Banca del Sud. Qui voglio solo dirvi che le BCC sono giustamente perplesse su quanto finora si è sentito a proposito proprio della Banca del Sud, perché non sono disposte a travasi di raccolta dal Nord verso più impieghi al Sud. Il Sud di raccolta ne ha a iosa, il problema è di innalzare la tecnica e il merito di credito con cui vengono concessi gli impieghi. E quanto all’annunciato sgravio fiscale di 5 punti sulla raccolta reimpiegata al Sud, emerso in tralice dal Consiglio dei ministri di venerdì scorso, le BCC del Nord chiedono come un sol uomo che un tale sgravio venga dato a tutti, non solo alle meridionali. Hanno ragione, a mio modesto avviso. È l’unica platea bancaria al quale al sottoscritto vengano applausi scroscianti quando, appellandomi alla loro forte tradizione e identità cattolica, dico che se fossi un ministro di Dio ebbene non me la sentirei proprio, di amministrare sacramenti ai capi di Banca Intesa e di Unicredit. Se non dopo prove di redenzione assai diverse dalla lettera che Faissola, il presidente dell’ABI, a loro nome ha mandato al premier la settimana scorsa. Ma qui mi fermo. Perché se dovessi proprio dirvi negli ultimi giorni da dove ho raccolto il più promettente segno di speranza, direi che è da Londra. Read More

11
Ott
2009

Morals and markets al Seminario Mises

Ieri al Seminario Mises, Benjamin Powell e Ed Stringham hanno presentato due paper molto interessanti, rispettivamente intitolati “The Role of Monetary Profits and Cultural Values in Promoting Productive Entrepreneurship” e “Entrepreneurship as Social Value“.  Entrambi si inseriscono in un filone di ricerca di crescente importanza, che utilizza diversi strumenti analitici (in molti casi, esperimenti di laboratorio) per ampliare la nostra comprensione delle motivazioni che spingono gli attori economici ad agire. Read More

9
Ott
2009

Pubblico è neutrale?

Ritorno in queste ore da due giorni passati a Magonza, sede della principale istituzione televisiva pubblica, la ZDF. Incuriosito dalle proverbiali lodi che in Germania ed altrove vengono profuse all’indirizzo della rete, decido di munirmi di taccuino e apposito biglietto per visitare l’intero complesso, peraltro proprio nel giorno della bocciatura del Lodo Alfano in Italia. Read More