Banca del Sud: perché qui se ne discute
Che la Banca del Mezzogiorno rievochi la Cassa del Mezzogiorno, è evidente ma non si tratta di una osservazione particolarmente originale. E’ più interessante invece il dibattito che si è di fatto aperto su queste colonne – nei due post di Oscar Giannino ed Ugo Arrigo.
La posizione di Arrigo è istintivamente accattivante, per chi legga Chicago: essendo la Banca un’iniziativa che nasce in seno alla politica, e specificamente al Tesoro, non c’è da aspettarsi nulla di buono. Perché le dinamiche intrinsecamente connesse all’agire politico faranno sì che si tratti di un’altra mangiatoia.
La posizione di Giannino è più sfaccettata, e insiste invece sulla lettera del provvedimento. Le due cose che fa notare Giannino, e che credo abbiano un peso non indifferente sul giudizio complessivo, sono (a) che l’appello a fare la banca è rivolto ai “privati meridionali”, chiamati “a fare banca per banca, non altro” e (b) che lo Stato abbia “autolimitato” il suo impegno, nel comitato promotore, sia perché da subito minoritario, sia perché già oggi è posta in essere una exit strategy.