24
Apr
2020

La quarantena di Maduro

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Carlos Di Bonifacio

La peste. Durante il quattordicesimo secolo quasi la metà della popolazione europea morì a causa di questa malattia. Le città diventarono dei cimiteri e i corpi dei ricchi e dei poveri venivano abbandonati nella stessa fossa. Dal momento in cui arrivava la malattia in un paese o in una città la follia s’impadroniva delle persone. Alcuni scappavano lasciando tutto dietro di sè mentre tanti altri si rassegnavano al loro destino.

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23
Apr
2020

Perché la pandemia non apra la strada all’autoritarismo

Il manifesto di Vargas Llosa e della Fundación Internacional para la Libertad

La versione spagnola del manifesto, insieme alla lista dei firmatari, è disponibile qui.

Noi firmatari condividiamo la preoccupazione per la pandemia di COVID-19 che ha provocato una grande quantità di contagi e decessi in tutto il modo e vogliamo fare arrivare la nostra solidarietà alle famiglie colpite.

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22
Apr
2020

L’App Immuni sarà affidabile se saranno affidabili le istituzioni

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Lucio Scudiero. Articolo pubblicato anche su Strade Online e Lex Digital

Sono i giorni in cui impazza la discussione pubblica sull’App di contact tracing annunciata dal governo (Immuni), in oscillazione tra i poli di chi ipersemplifica e banalizza i rischi etici e legali di cui essa è foriera (a cui ieri si è aggiunto Carlo Cottarelli su twitter), e chi li esaspera attraverso un’interpretazione fondamentalista del diritto fondamentale alla protezione dei dati personali. Proviamo a fare ordine. 

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21
Apr
2020

L’ideologia del covidismo

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Fabrizio Rondolino.

Il covidismo è la nuova ideologia nazionale, e covidista è il regime che quell’ideologia ha instaurato: un regime, si direbbe, perfetto per il nostro Paese.

Abbiamo scoperto in queste settimane che costruire un sistema autoritario in Italia è facilissimo. Salvo poche, lodevolissime eccezioni, nessun giurista o intellettuale o opinionista ha battuto ciglio al cospetto della sospensione drastica delle libertà costituzionali per mezzo di un Dpcm; il Parlamento non si riunisce, non discute e non vota mentre il governo emette decreti a raffica e il presidente del Consiglio insulta l’opposizione in diretta tv; le forze dell’ordine sono libere di fermare, intimidire, multare chiunque senza che il Viminale ritenga di intervenire spiegando a poliziotti e carabinieri che il nemico non è il cittadino inerme, ma il virus; i media, anziché vigilare sui diritti dei cittadini, incitano alla caccia all’uomo; i vicini di casa denunciano i vicini di casa e la delazione è diventata, proprio come nel Ventennio, una virtù civile; la retorica della guerra e il nazionalismo straccione (nel paese di Caporetto e dell’Otto settembre!) alimentano i sentimenti peggiori, diffondendo da un lato un panico del tutto ingiustificato, e dall’altro l’autocommiserazione che tanto ci è cara; l’arbitrio è divenuto la misura di tutte le cose.

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20
Apr
2020

Volevamo l’avanspettacolo, ci tocca la storia

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Loris Zanatta.

“La Cina vincerà la terza guerra mondiale senza sparare un colpo”: Di Battista dixit. L’aveva già detto, papale papale, Evo Morales, despota boliviano in esilio a Buenos Aires: dimmi da chi copi e ti dirò chi sei.  O anche: Dio li fa e poi li accoppia. Copiare per copiare poteva sforzarsi di più: il repertorio di Morales offre di meglio. Tipo: “mujeres ardientes, Evo presidente”. Non mangiate polli, intimò un giorno ai boliviani: hanno “ormoni femminili”, causano “deviazioni”. Non sempre faceva ridere: “non è legale? Legalizzatelo. Cos’avete studiato a fare?”. Non scherzava, lo faceva. Di che stupirsi? Fidel Castro, il suo nume, aveva fatto scuola: in campagna non esiste l’omosessualità, tuonava; è un vizio capitalista! Ci sono tori gay, lo spernacchiò Reynaldo Arenas.

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17
Apr
2020

C’è del metodo in questa follia?

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Davide Rossi*

Mi accorgo che anche chi si avventura a criticare il durissimo lockdown deciso da chi ci governa, non può evitare di far precedere le sue considerazioni dall’incipit: “vista l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, in ogni caso queste misure andavano prese”. Una sorta di mantra collettivo, un mettere le mani avanti nel timore di un rimprovero o di una scomunica conseguenti al non uniformarsi completamente al pensiero unico, alla religione del principio precauzionale assoluto. Invece la politica, così come il semplice governo delle nostre cose quotidiane, richiede la capacità di organizzare una strategia che soppesi e salvaguardi i vari interessi in campo. Che strategia è quella di mettere tutti sotto chiave in attesa di tempi migliori?

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16
Apr
2020

Alla ricerca del vaccino

Il COVID-19 ci sta mettendo tutti a dura prova. Si avverte un diffuso bisogno di sperare che si torni presto alla normalità e a godere di tanti benefici che ci eravamo abituati a dare per scontati: poter viaggiare facilmente da un paese a un altro, andare a godersi una cena con gli amici, essere liberi di uscire di casa senza timore di trasmettere o contrarre il virus, di dover pagare una multa o sentirsi stigmatizzati.

Molti ripongono le proprie speranze nello sviluppo di un vaccino che ci consenta in breve tempo di centrare l’obiettivo dell’immunità di gregge.

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14
Apr
2020

Il momento del coraggio

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Gianfabio Cantobelli

«Molte persone vedono l’impresa privata come una tigre feroce, da uccidere subito. Altre invece come una mucca da mungere. Pochissime la vedono com’è in realtà: un robusto cavallo che, in silenzio, traina un pesante carro». L’aforisma di Winston Churchill (quello vero….) scolpisce con definitiva nitidezza una verità che dovrebbe essere nel bagaglio intellettuale di base di chiunque si trovi a ricoprire incarichi di governo, specie in contingenze di grave difficoltà come quella attuale.

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13
Apr
2020

Luciano Pellicani, il sociologo che difendeva la società aperta

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Nicola Iannello

Luciano Pellicani è stato un protagonista discreto della cultura italiana degli ultimi cinquant’anni. Tenutosi lontano dai riflettori, ha sempre preferito riversare la sua personalità in libri, convegni, presentazioni e incontri, in cui teneva banco con la sua cultura sterminata e le sue doti di affabulatore. Sociologo di formazione, il suo sapere spaziava in tutte le discipline delle scienze umane, grazie a una capacità di lettura e di memorizzazione fuori dal comune. I suoi interessi sono stati molteplici, ma hanno sempre ruotato intorno alle ragioni del socialismo: Pellicani ha fatto parte di quella generazione di intellettuali che hanno vissuto all’ombra del marxismo, o da simpatizzanti o da avversari. Una vicenda che lo colloca al fianco di Domenico Settembrini, con il quale ha condiviso la battaglia contro il marxismo in anni in cui non era comodo prendere questa posizione.

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