21
Ott
2009

Spaccare le grandi banche, dice Bank of England

Il governatore della Bank of England Mervyn King ha pronunciato ieri a Edimburgo un discorso notevole. Qui il testo. Il punto essenziale è relativo al problema numero uno tra i tanti insoluti del dopo Lehman. Come risolvere dal punto di vista regolatorio il problema del moral hazard per le istituzioni finanziarie Too Big To Fail, che hanno sperimentato ormai come i governi non le facciano mai fallire e siano pronti perciò a destinare loro pacchi di miliardi dei contribuenti, per rendere comunque sostenibile l’eccesso di rischio che hanno assunto, a leva troppo elevata rispetto al proprio capitale? Solo nel Regno Unito, tra garanzie e interventi diretti di capitale pubblico nel sistema bancario, la cifra pazzesca di denaro del contribuente mobilitato da governo e BOE assomma a quasi mille miliardi di sterline. Read More

21
Ott
2009

Sciopero alle poste, una saggia provocazione

La mitica Royal Mail, le Poste britanniche che sono tra le più antiche in Europa, è alle prese con un passaggio mortale. O l’azienda ristruttura profondamente, oppure è destinata all’autodistruzione. La Communication Workers Union ha risposto con lo sciopero generale, di una settimana per cominciare ma con l’idea di protrarlo a oltranza. Fino alla vittoria, come si diceva in altri tempi. L’azienda ha replicato che sta considerando l’idea di assumere subito fino a 30 mila dipendenti interinali, invece di attendere i soliti 15 mila che venivano presi per rafforzare le consegne sotto Natale, per evitare il blocco del servizio provocato dallo sciopero, che produrrebbe la perdita di moltissimi altri clienti, oltre a quelli che sempre più si affidano a imprese private. A dichiarasi “furibondo” con il sindacato è in primis il Business Minister Lord Mandelson. Ricordo a tutti che a Londra è in carica un governo laburista non più guidato dall’odiato “mercatista” Tony Blair, bensì dal suo successore, l’assai più tradizionale  e “sociale” Gordon Brown, per altro a picco nei sondaggi malgrado la massiccia cura statalista per uscire – ? – dalla crisi. Domanda: che cosa avverrebbe in Italia, se si rispondesse così a uno sciopero generale? Ma che cosa c’è di sbagliato e antisindacale, nel voler garantire comunque la continuità di un servizio pubblico – anche in UK esiste il “servizio universale” postale, svolto da Royal Mail – e insieme nel voler impedire che l’azienda vada a carte e quarant’otto? Read More

21
Ott
2009

Tasse, libertà e populismo mediatico

Caveat preventivo: attualmente campo anche grazie a una collaborazione a tempo con il gruppo Sole 24 ore, per La versione di Oscar dalle 9 alle 10 dal lunedì al venerdì sull’emittente radiofonica confindustriale. Detto questo, vorrei invitarvi a riflettere su un esempio che considero di cattiva informazione, sul delicato tema delle tasse, della presunta evasione, dei diritti dei contribuenti e dei limiti ai quali, in un ordinamento che si pretende liberale, bisogna ottenere che lo Stato si attenga. Il fatto che ciò avvenga sul quotidiano di Confindustria rende la cosa, ai miei occhi, ancora più significativa. E, se mi si può perdonare l’aggettivo, almeno dal “nostro punto di vista”: più grave. “L’avvocato gratis all’evasore? Lo garantisce lo Stato”, recita oggi il titolo a cinque colonne del taglio basso in prima del Sole.  un titolo che evoca inequivocabilmente un paradosso bruciante: sarebbe lo Stato a farsi amico e cooperante degli evasori, proprio mentre dichiara di volerli mettere nel mirino in Italia e nei paradisi fiscali. “Beffa in Cassazione”, recita l’occhiello. Sarebbe dunque la Suprema Corte, rea di concedere la mano benevola dello Stato ai perfidi evasori. Perché mi permetto di dire che si tratta di un esempio di populismo mediatico? Perché la vicenda concreta è tutt’altra. Non c’è nessuna beffa. Se a cavalcare l’onda della demagogia antievasiva è il quotidiano di Confindustria, vuol dire che non c’è speranza.  Che cosa hanno deciso di tanto scandaloso, i giudici della Cassazione? Cerchiamo di capirlo. Read More

21
Ott
2009

Best paragraph read today

Even in his speech announcing that he would propose net neutrality rules, FCC Chairman Genachowski could cite only the same three old anecdotes that have been tirelessly trotted out by others as proof that new regulation is required. Sure, by Washington standards, that’s two more anecdotes than are usually required to justify issuing a regulation.

Jerry Ellig su Surprisingly Free, il blog del Technology Policy Program del Mercatus Center

20
Ott
2009

Il posto fisso è orrendo. Ma non è in primo luogo un confronto tra Eraclito e Parmenide…

La minuscola pattuglia dei liberisti (che nel clima culturale in cui viviamo pare ormai quasi pronta a suicidi a ripetizione, sul modello dei dipendenti della France Telecom) ha giustamente reagito inorridita dinanzi all’ennesima esternazione del ministro Giulio Tremonti, ormai uso a farsi più comunista dei comunisti, e solo per tagliare l’erba sotto i piedi dell’opposizione o di ciò che ne  resta. E molti miei amici difensori del mercato hanno reagito sottolineando in primo luogo – l’hanno fatto Oscar GianninoPiercamillo Falasca su questo blog, e quest’ultimo anche intervistato dal Foglio, ad esempio, e pure Alberto Mingardi intervistato sul Giornale da Vittorio Macioce o Carlo Stagnaro su Libero e sul Foglio, e altri ancora – come la vita sia dinamismo e cambiamento, come una società aperta implichi anche e soprattutto mobilità sociale, e infine come sia antistorico e infine del tutto “novecentesco” – per usare espressioni impiegate da Renato Brunetta – questo tentativo di rigettare l’aleatorietà e l’incertezza che caratterizzano ogni società. Read More

20
Ott
2009

Io, rigassificatore

Un gioiello di acciaio e cemento incastonato nell’Adriatico. A quindici chilometri dalla costa di Porto Viro, sorge il nuovo rigassificatore della Adriatic Lng, un consorzio tra Edison, ExxonMobil e Qatar Petroleum. Inaugurato ieri alla presenza di Silvio Berlusconi e dell’emiro del Qatar, lo sceicco Hamad bin Khalifa al-Thani, il terminale è in realtà in funzione dai primi giorni di settembre. Da allora ha ricevuto cinque carichi di metano, mi dicono senza particolari inconvenienti, ma una volta a regime attraccheranno mediamente due metaniere a settimana. In tutto, faranno fino a otto miliardi di metri cubi di gas all’anno, grosso modo il 10 per cento del consumo nazionale. I quattro quinti arriveranno dal Qatar, partner dell’iniziativa, che si è legato alle controparti attraverso un contratto di lungo termine. Il restante 20 per cento di capacità è assoggettato al principio del “third party access”.

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20
Ott
2009

Io non voglio il posto fisso, ma Tremonti…

Toh, è arrivato l’elogio tremontiano del posto fisso. L’elogio di un mondo antico ed immobile: dopo il servizio di leva, un bel posticino in banca o in fabbrica, un percorso di carriera fatto soprattutto di avanzamenti di anzianità, il mutuo per l’acquisto della casa, la caccia al radicamento e all’insediamento nei gangli della burocrazia interna, colleghi – a volte amici, a volte avversari, spesso prima l’una e poi l’altra cosa – che reciprocamente si vedono crescere, diventare padri o madri, poi brizzolati ed infine anziani. Una vita, un solo destino, legato a quello di un’azienda. Ti può andar bene, ma ti può andare anche male.

Elogio del posto fisso e critica della mobilità. La critica ad una condizione zingara e precaria: l’università, spesso il master o il corso di formazione post-laurea, lo stage, il primo contratto solo per la sostituzione di una lavoratrice in maternità, poi un rinnovo per nove mesi, caterve di curricula in giro, la scelta tra un posto così così sotto casa o un lavoro meglio pagato, ma a Bruxelles o a Berlino, la continua ricerca di nuove competenze, il cambio di lavoro come via per aumentare il proprio reddito. Una vita, più destini, frutto della propria capacità di reinventarsi. Ti può andare male, ma ti può andare anche molto bene. Read More

19
Ott
2009

Poste. Così fan tutto (e non fanno fare ai concorrenti)

Le Poste entrano come socio promotore nella Banca del mezzogiorno di Giulio Tremonti, forse si trasformeranno in banca esse stesse, potrebbero gestire in futuro lotterie istantanee e persino entrare nel capitale di Telecom al posto della spagnola Telefonica.
In queste ultime settimane abbiano sentito parlare delle Poste in relazione a una molteplicità di settori imprenditoriali, escluso tuttavia quello da cui prendono il nome: la posta intesa come recapito di corrispondenze e altri oggetti postali. Ci ha pensato oggi l’Antitrust a porre rimedio a questa mancanza, comunicando che nella riunione del 15 ottobre scorso ha deciso di avviare un’istruttoria per verificare se l’azienda abbia abusato della sua posizione dominante proprio nel mercato del recapito, ostacolando i concorrenti nell’ormai ampio segmento dei servizi (solo) legalmente liberalizzati. Read More