Quando la lista non è vita
A volte ci si chiede perché in Italia si fatica a completare i grandi investimenti, che essi riguardino opere pubbliche o private. Una possibile risposta è questa:
Tra i tanti che ci hanno aiutati, alcuni meritano una menzione speciale per il loro coerente supporto e forte contributo. In particolare, vorrei ricordare l’assistenza di:
il ministero dello Sviluppo economico;
il ministero dell’Ambiente;
il ministero delle Infrastrutture;
il ministero dell’Interno;
l’Autorità per l’energia elettrica e il gas;
la regione Veneto e il presidente Galan;
la provincia di Rovigo, i sindaci di Loreo, Porto Viro e Cavarzere;
i vigili del fuoco;
la guardia costiera.
E’ la lista dei ringraziamenti letta da Scott Miller, amministratore delegato di Adriatic Lng, la società che ha realizzato il rigassificatore di Rovigo. In questa lista ci sono tutte le risposte: investire in Italia è, con rispetto parlando, un troiaio perché ci sono troppi interlocutori, molto spesso privi delle competenze necessarie. Il problema non è federalismo o centralismo, ma che – dovunque si scelga di porre il baricentro – le decisioni, alla fine della giornata, devono dipendere da uno, o pochi, attori. La confusione è rumore, e il rumore deresponsabilizza.