Psyco-media e anniversari, il 1929 e il Muro
È casuale o vuol dire qualcosa, che nel circo mediatico nazionale – ma anche internazionale, tutto sommato – l’ottantesimo anniversario della crisi del 1929 sia passata sotto pressoché totale silenzio, tranne pochi accenni a margine? Il Black Tuesday che sprofondò l’America nel terrore avvenne il 29 ottobre. Eppure sembra proprio che, da noi ma anche negli USA, l’anniversaristica mediatica prediliga nove a uno il ventennale della caduta del Muro di Berlino, con tanto di giallo del tutto irrilevante su quale varco davvero si aprì per primo, quale il sottufficiale che per primo n0n applicò gli ordini dei vertici della RDT, e via proseguendo. No, non è un caso. I riflessi condizionati dei media sono amplificatori di processi decisionali e di valutazione dell’incertezza che da vent’anni a questa parte trovano sempre maggior campo d’indagine nell’epistemologia cognitiva, nelle neuroscienze e nella cosiddetta neuroeconomy o behavioural finance, che valse nel 2002 il premio Nobel per l’economia attribuito, insieme a Vernon Smith che ci è caro, per la prima volta a uno psicologo, il grande israeliano Daniel Kahneman (per chi volesse approfondire sulle attività accademiche e di mercato in Italia, qui). E dunque che cosa di dice, la scelte dei media? Tre cose.