6
Nov
2009

A Londra si beppegrilleggia

Al riccio che aveva intenzione di levarle di dosso le zecche che le succhiavano tutto la volpe di Esopo rispose: “Se tu mi porti via queste, disse, che sono sazie, altre ne verranno affamate”.

Ma a Londra, diversamente che a Roma, hanno deciso di non scherzare e dopo la presentazione del Kelly report  sulla scandalo delle spese dei parlamentari si fa sul serio. Tetto sugli affitti, divieto di assumere parenti, niente più liquidazioni d’oro, massima trasparenza.

I politici? “Sono i nostri impiegati”, scrive il Guardian nell’editoriale di ieri. Non ditelo a Beppe Grillo.

5
Nov
2009

Quando la lista non è vita

A volte ci si chiede perché in Italia si fatica a completare i grandi investimenti, che essi riguardino opere pubbliche o private. Una possibile risposta è questa:

Tra i tanti che ci hanno aiutati, alcuni meritano una menzione speciale per il loro coerente supporto e forte contributo. In particolare, vorrei ricordare l’assistenza di:

il ministero dello Sviluppo economico;

il ministero dell’Ambiente;

il ministero delle Infrastrutture;

il ministero dell’Interno;

l’Autorità per l’energia elettrica e il gas;

la regione Veneto e il presidente Galan;

la provincia di Rovigo, i sindaci di Loreo, Porto Viro e Cavarzere;

i vigili del fuoco;

la guardia costiera.

E’ la lista dei ringraziamenti letta da Scott Miller, amministratore delegato di Adriatic Lng, la società che ha realizzato il rigassificatore di Rovigo. In questa lista ci sono tutte le risposte: investire in Italia è, con rispetto parlando, un troiaio perché ci sono troppi interlocutori, molto spesso privi delle competenze necessarie. Il problema non è federalismo o centralismo, ma che – dovunque si scelga di porre il baricentro – le decisioni, alla fine della giornata, devono dipendere da uno, o pochi, attori. La confusione è rumore, e il rumore deresponsabilizza.

4
Nov
2009

Troppa politica e poco mercato nella vicenda Opel – GM

Il colpo a sorpresa di General Motors cambia non di poco la situazione del mercato automotive mondiale. Il gruppo americano, dopo aver chiesto il chapter 11 nel luglio scorso, aveva deciso di vendere la filiale europea, Opel.  A distanza di pochi mesi, è arrivata ieri la decisione di non vendere e di attuare una ristrutturazione interna. La lotta tra le diverse cordate era stata vinta da Magna International, leader nella vendita di componentistica e fornitrice di tutte le case automobilistiche. Il paese che maggiormente era stato interessato dal processo di riorganizzazione di GM era la Germania e per questa ragione il Governo tedesco aveva fortemente influenzato la decisione. La soluzione Magna era stata supportata finanziariamente e politicamente da Angela Merkel, in piena campagna elettorale. Non è forse un caso che, dopo aver vinto le elezioni, la Cancelliera abbia avuto meno urgenza nel trovare una soluzione. Bisogna ricordare che il mercato in questa “partita” ha un ruolo molto residuale, in quanto attualmente  il colosso di Detroit è controllato dal Governo Americano. Read More

3
Nov
2009

Ora Visco difende… Tremonti. Che cosa vorrà dire?

Già mi pare quanto meno singolare che il Sole 24 ore, quotidiano di Confindustria, mentre il ministro dell’Economia rimprovera gli industriali di volere con troppa energia il taglio dell’IRAP e delle tasse, pubblichi un giorno sì e un giorno no editoriali contrari alla richiesta stessa, tipo qualche giorno fa quello di Roberto Perotti, oggi quello di Vincenzo Visco. Ma a singolarità si aggiunge singolarità. Perché in effetti oggi Visco sul Sole finisce proprio per difendere… Tremonti. Che cosa vorrà dire? Chi dovrebbe rifletterci sopra con maggior cura: l’ex ministro dell’Economia di Prodi, oppure quello attuale di Berlusconi? In realtà, Visco ci aiuta meglio di chiunque altro a capire su che cosa si fondi la querelle pro o contro la richiesta di “meno tasse”. Perché Visco ha una qualità innegabile: nelle polemiche non tira mai indietro la mano e la gamba, non si nasconde dietro argomenti diplomatici, ma impugna spada a destra e vessillo a sinistra, dichiarando sempre le convinzioni dalle quali fa discendere le sue posizioni. Onore al merito: così si fa. Noi, naturalmente, facciamo la stessa cosa. Ma contro di lui. Perché? Read More

3
Nov
2009

Nella Dacia di Putin

Sul Corriere della Sera di oggi Dacia Maraini prende a male parole il progetto del governo sulla “privatizzazione” dell’acqua. Poco importa che l’esecutivo non abbia alcuna intenzione di privatizzare l’acqua, né che la manovra attualmente in discussione al Senato, pur essendo marginalmente migliorativa rispetto alla situazione attuale (descritta da Rosamaria Bitetti nell’Indice delle Liberalizzazioni), sia tutto fuorché rivoluzionaria. L’offensiva della Maraini è culturale e politica, e su questo piano bisogna risponderle. Ma prima mettiamo i puntini sulle “i”

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3
Nov
2009

“Giuristocrazia”- Brno chiama, Strasburgo risponde

Ran Hirschl, professore all’università di Toronto, ha rilanciato nell’ambito del dibattito accademico il termine “Juristocracy”.

In soldoni per il professore di Toronto sono sempre più spesso i giudici, a dispetto del potere legislativo, a prendere decisioni importanti. Sulle tematiche che scottano i costri di transazione per i politici sono troppo alti. Il decisionismo in termini di consenso non paga. Non aggrega consensi.  Così,  scrive Hirschl:

transfers to the courts of contested political hot potatoes offers a convenient retreat for politicians who have been unwilling or unable to settle contentious public disputes in the political sphere. It may also offer refuge for politicians seeking to avoid difficult no win decisions and or avoid the collaps of deadlocked or fragile governing coalitions.

In poche ore due decisioni fondamentali. La corte costituzionale ceca accende la luce verde per la ratifica del Trattato di Lisbona, la Corte di Strasburgo decide sul crocifisso nelle scuole pubbliche. Quando la politica langue, quando le classi dirigenti non hanno coraggio i giudici decidono. Sappiatelo.

Un piccolo appello: Hirschl andrebbe tradotto in italiano.

3
Nov
2009

Germania, Final Destination

Su Noise from Amerika si intona l’inno funebre per il nostro paese, prendendo come pietra di paragone la Germania. I dati sono del World Economic Outlook del FMI e risalgono al mese di ottobre. Come la Germania ridurrà l’indebitamento netto nei prossimi anni è  però ancora oggetto di discussione in questi giorni. E tutto fa pensare che il buco di bilancio si allargherà ancora un bel po’. Verrebbe da dire: “equilibrio” un accidenti! Che cosa induca infatti gli economisti dell’FMI (e l’autore di NfA) a credere che la Germania non sprofondi nel baratro dei debiti non è affatto chiaro. Basterebbe dare un’occhiata al dibattito politico tedesco delle ultime ore. Di tagli alla spesa non si discute più. La Frankfurter Allgemeine di ieri parla di un governo che “a tutto gas si dirige nella nebbia politico-economica”. E così sarà.

2
Nov
2009

Ecopass, che fare?

Ecopass, che fare? E come decidere? Sulla base delle preferenze degli elettori o facendo riferimento a valutazioni più oggettive? La prima strada, forse mai davvero intrapresa, sembra essere stata abbandonata. Non vi sarà alcun referendum sul pedaggio; ad un campione di cittadini milanesi sarà sottoposto un questionario più generale sulle politiche di mobilità sostenibile del Comune. Dall’altro lato, come evidenziato da Andrea Boitani su lavoce.info, non sono state finora prodotte analisi quantitative che consentano di esprimere un giudizio argomentato sul rapporto benefici / costi del provvedimento e di eventuali sue modifiche. In assenza di valutazioni specifiche del provvedimento milanese, utili indicazioni si possono trarre dall’esperienza londinese.
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