10
Nov
2009

Germania unita, vent’anni di “economia di mercato”: luci ed ombre

wachsender-wohlstand-low-gif_390590Vent’anni fa cadeva il Muro. Appena un anno dopo la Germania tornava ad essere unita. Benché l’anniversario della cosiddetta Wiedervereinigung cada il 3 ottobre del 2010, molti quotidiani tedeschi hanno dato spazio in questi giorni ad un bilancio provvisorio dell’esperienza unitaria. In particolare, è l’aspetto economico ad interessare stampa ed opinione pubblica. Per l’occasione l’Istituto dell’economia tedesca di Colonia (IW) ha presentato uno studio, che a mio modesto avviso, risulta un po’ troppo ottimista. Read More

10
Nov
2009

Il troppo stroppia e il poco spocchia, ovvero: mettetevi d’accordo

L’articolo 3, comma 10 del “decreto anticrisi” introduce maggiore trasparenza sul mercato elettrico. Secondo l’Autorità per l’energia elettrica e il gas, la cui opinione era richiesta dal decreto, è cosa buona e giusta. Oggi si apprende che l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, che ha ritenuto di dover esprimere la propria opinione, non s’ha da fare. Parlarsi no, eh?

PS Prevengo un’obiezione: è positivo, entro certi limiti, che i due regolatori, ex ante ed ex post, non si coordinino. Ma, appunto, ci sono dei limiti. Se danno messaggi opposti, ditemi voi in che razza di mondo ci troviamo.

10
Nov
2009

La corsa all’oro

Dopo che nei giorni scorsi la Reserve Bank of India ha acquistato dal Fondo Monetario Internazionale 200 tonnellate di oro, e dopo le indiscrezioni che ipotizzano un prossimo divieto di esportazione di oro e argento per i residenti cinesi, gli ultimi dati dello stesso FMI segnalano che le banche centrali sono diventate compratrici nette di oro. Questa tendenza è figlia delle vendite nette degli istituti di emissione dei paesi sviluppati e dei massicci acquisti da parte di quelle dei paesi emergenti. In questo secondo caso il fenomeno è ulteriormente disaggregabile, con Cina e India che acquistano, e gli altri paesi emergenti ancora al palo. Ma la tendenza è potenzialmente esplosiva.

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10
Nov
2009

Di angeli e amebe

Vado forse un po’ O.T. con un post più teorico che pratico, però i temi in gioco sono fondamentali anche per le potenziali conseguenze pratiche, nella fattispecie di politica economica.

Ad una recente conferenza tenutasi a Munich, l’economista Paul De Grauwe ha presentato un suo lavoro in cui confronta la macroeconomia standard, detta top-down, con un nuovo approccio, da lui chiamato bottom-up, che dovrebbe essere più realistico. Read More

10
Nov
2009

Senza “exit strategy”, nuove bolle in arrivo. Ma stavolta non le si addebiti al mercato

Davvero riesce difficile capire come si farà, la prossima volta che il mondo ci cadrà sulla testa, a buttare di nuovo la croce addosso al mercato selvaggio e agli speculatori.

La notizia dell’ultima ora ci racconta di borse di tutto il mondo alle stelle a seguito della decisione dei membri del G20 di rinviare ad un domani del tutto indefinito la “exit strategy”. In altre parole, il ritorno a logiche economiche responsabili. Read More

9
Nov
2009

Il petrolio: vittima o carnefice?

Quando un giorno, tra tanti anni, avremo una visione chiara di quello che è accaduto in questi anni, una domanda a cui qualcuno dovrà rispondere è: che ruolo ha avuto il petrolio? In quasi tutte le crisi passate, e non solo in quelle che non a caso chiamiamo petrolifere del ’73 e ’79, i prezzi del greggio sono stati una delle cause evidenti del rovescio economico. Nel 2007-2009 le cose sono andate diversamente. Secondo quanto anticipato da Kate Mackenzie, l’Agenzia internazionale dell’energia, che domani presenterà il World Energy Outlook 2009, esprime una prima sentenza: di colpevolezza.

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9
Nov
2009

Il Cipe, la macchina del tempo e il ponte sullo spreco

Non vi sono altre spiegazioni possibili alla decisione del Cipe di venerdì scorso di bloccare lo stanziamento di 800 milioni di euro previsti per la banda larga e nello stesso tempo di finanziare con 1,3 miliardi il progetto del ponte sullo stretto: in mezzo al tavolo quadrato che arreda la sala Cipe del palazzo di via XX Settembre, storica sede del Ministero del Tesoro, deve essere apparsa la macchina del tempo del film ‘Ritorno al Futuro’ e aver riportato indietro di qualche decennio i membri dell’illustre comitato. Solo così diventa razionale la priorità che è stata data: il ponte sullo stretto è un grande opera resa immensamente inutile dalla liberalizzazione dei cieli europei (completata nel 1997) e dal conseguente sviluppo del trasporto aereo.
Se fino alla metà degli anni ’90 l’utilizzo del mezzo aereo non era alla portata di tutti e molti italiani si facevano ancora in auto la penisola per imbarcarsi sui traghetti tra Scilla e Cariddi, oggi non è più così: le merci viaggiano sempre più in nave, magari su comodi trasporti Ro-Ro, mentre i passeggeri, anche i più giovani e squattrinati, prendono l’aereo. Furono solo 3,7 milioni negli aeroporti siciliani nel 1990 ma già 7,2 nel 2000 e oltre 11 milioni nel 2007 e 2008. Nello stesso periodo il trasporto ferroviario passeggeri e merci, che secondo le previsioni dell’advisor economico del progetto era destinato ad una crescita impetuosa, si è praticamente dissolto.
Prima di buttare nello stretto un sacco di quattrini del contribuente di stato ‘high cost’ non era forse meglio se il governo faceva rivedere l’analisi di economicità dell’opera, ormai risalente a quasi dieci anni fa, lasciando prevedibilmente spazio al viaggiatore di mercato ‘low cost’?