12
Nov
2009

Think tank. Stato dell’Unione (europea)

Come per qualsiasi altra attività produttiva la produzione d’idee non è opera semplice. Uomini, mezzi, strutture e risorse non si creano dal nulla. Ancora più difficile diventa poi coordinare il tutto e mettere in campo delle idee non confinate o confinabili al mero dibattito accademico, ma capaci di “avere delle conseguenze”.

Se le istituzioni deputate alla produzione delle idee (spesso e soprattutto in Italia le università pubbliche) si rifugiano nel conservatorismo e nel nepotismo, a pagarne caro il prezzo sono i cittadini che ne hanno sovvenzionato le attività mediante la tassazione generale.

A tal proposito Chicago Blog ha già affrontato in alcuni interventi precedenti la rilevanza del fenomeno think tank e le pecche del sistema Italia.

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12
Nov
2009

I miei dubbi su Mr. Pesc

Quali meriti giustificano la candidatura di Massimo D’Alema a Mr. Pesc, l’Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza? Non è po’ curioso che nel candidarlo e nel sostenerlo non si citino (da nessuna parte) ragioni curricolari? Certo, appartenendo alla famiglia socialista europea è ovvio che abbia il consenso della medesima; inoltre è un politico italiano (di lungo corso) e attorno al suo nome sembra esservi il consenso dei due maggiori partiti. Ma non è un po’ poco che sia socialista europeo, che sia italiano e che riscuota il consenso di PD e PdL? Non si dovrebbe cercare qualche ragione in più?
Sono solo domande, ovviamente, non ho le risposte. Tuttavia sono stupito, scorrendo le notizie sul web, che nessuno citi una qualsiasi ragione esterna alla semplice appartenenza. Probabilmente, se sarà nominato, sarà anche un ottimo Mr. Pesc, tuttavia non si può dimenticare il mediocre governo da lui guidato alla fine dello scorso decennio, prematuramente caduto a seguito della sonora sconfitta elettorale delle elezioni amministrative del 2000. Che cosa si ricorda di quella esperienza oltre alla fondamentale riforma consistente nell’introduzione  anche in Italia delle sale bingo (con decisione del 17 febbraio 1999), alla ‘merchant bank’ di Palazzo Chigi e al sostegno alla cordata patriottica, allora con sfumature rosso-rosa e non ancora azzurre, guidata da Colaninno nella scalata alla Telecom?
Da economista all’epoca a Palazzo Chigi (lasciato in eredità come esperto, ma solo per pochi mesi, dal precedente governo) ricordo molto bene il recepimento della prima direttiva comunitaria sui servizi postali. Era un provvedimento finalizzato a introdurre una prima debole tappa di liberalizzazione del mercato ma l’Italia fu l’unico paese dell’Unione a utilizzarla … per aumentare il monopolio (e porlo al servizio dell’azienda pubblica che aveva direttamente dettato al governo il provvedimento di recepimento). In quell’occasione le piccole aziende postali che erano titolari di concessione a livello municipale nelle maggiori città (molte addirittura dalla prima guerra mondiale) si videro private delle medesime e furono costrette a chiudere i battenti o a divenire prestatori di servizi (evidentemente non in concorrenza) per Poste Italiane. Le conseguenze di questo pasticcio perdurano tuttora e creeranno non pochi ostacoli al momento della completa apertura del mercato postale che la terza direttiva europea ha fissato per il primo gennaio 2011.

P.S.: Sembra superfluo ricordare che anche il Bingo è stato un sostanziale fallimento (anche se ha permesso di riconvertire talune case del popolo in crisi di domanda…)

11
Nov
2009

Clima, Obama vede i sorci verdi

Lo diciamo da tanto tempo, noi di Chicago-blog. E non era difficile da capire. Ma ormai, è pressoché certo che il Senato americano non voterà alcun provvedimento climatico entro la fine dell’anno. Niente Senato, aria fritta a Copenhagen. Niente 2009, voglio vedere se l’amministrazione si presenterà all’appuntamento col mid term portando in dono the biggest tax increase in American history. Il bello è che a dirlo non sono i soliti gufi, tra i quali mi iscrivo volentieri: sono i leader democratici ad ammettere che, di questo passo, si andrà poco lontano.

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10
Nov
2009

Germania unita, vent’anni di “economia di mercato”: luci ed ombre

wachsender-wohlstand-low-gif_390590Vent’anni fa cadeva il Muro. Appena un anno dopo la Germania tornava ad essere unita. Benché l’anniversario della cosiddetta Wiedervereinigung cada il 3 ottobre del 2010, molti quotidiani tedeschi hanno dato spazio in questi giorni ad un bilancio provvisorio dell’esperienza unitaria. In particolare, è l’aspetto economico ad interessare stampa ed opinione pubblica. Per l’occasione l’Istituto dell’economia tedesca di Colonia (IW) ha presentato uno studio, che a mio modesto avviso, risulta un po’ troppo ottimista. Read More

10
Nov
2009

Il troppo stroppia e il poco spocchia, ovvero: mettetevi d’accordo

L’articolo 3, comma 10 del “decreto anticrisi” introduce maggiore trasparenza sul mercato elettrico. Secondo l’Autorità per l’energia elettrica e il gas, la cui opinione era richiesta dal decreto, è cosa buona e giusta. Oggi si apprende che l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, che ha ritenuto di dover esprimere la propria opinione, non s’ha da fare. Parlarsi no, eh?

PS Prevengo un’obiezione: è positivo, entro certi limiti, che i due regolatori, ex ante ed ex post, non si coordinino. Ma, appunto, ci sono dei limiti. Se danno messaggi opposti, ditemi voi in che razza di mondo ci troviamo.

10
Nov
2009

La corsa all’oro

Dopo che nei giorni scorsi la Reserve Bank of India ha acquistato dal Fondo Monetario Internazionale 200 tonnellate di oro, e dopo le indiscrezioni che ipotizzano un prossimo divieto di esportazione di oro e argento per i residenti cinesi, gli ultimi dati dello stesso FMI segnalano che le banche centrali sono diventate compratrici nette di oro. Questa tendenza è figlia delle vendite nette degli istituti di emissione dei paesi sviluppati e dei massicci acquisti da parte di quelle dei paesi emergenti. In questo secondo caso il fenomeno è ulteriormente disaggregabile, con Cina e India che acquistano, e gli altri paesi emergenti ancora al palo. Ma la tendenza è potenzialmente esplosiva.

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