Se non riparte la scuola non riparte il paese
Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Suor Anna Monia Alfieri.
In tempi di Covid-19, siamo tutti spaventati: di certo lo sono
a) i genitori degli 8 milioni di studenti in Italia, per l’incertezza riguardo al se e al quando ripartirà la scuola e su quale futuro riusciranno a dare ai propri figli se loro stessi non possono tornare a lavorare;
b) i gestori delle 12.000 scuole paritarie, come pure i dirigenti scolastici delle 40.000 scuole statali, che si interrogano su come sarà la scuola del dopo Covid-19 e sul come conciliare le esigenze sanitarie con quelle educative;
c) i dipendenti, 180.000 delle scuole paritarie, un milione della scuola statale; anche per molti di loro, e per i precari in primis, il futuro è appeso al filo della “curva” epidemica, che li vedrà tutti a casa in CIG se questa non dovesse declinare;
d) gli studenti, 1.600.000 quelli non raggiunti dalla didattica a distanza, 300mila gli allievi disabili che vivono in isolamento da due mesi;
e) i cittadini, 60.359.546 in Italia, che temono a ragion veduta per il futuro dell’economia e per le losche mire di chi ha già messo gli occhi sul “Piano Marshall” del Governo e dell’Europa…. Se non riparte la scuola, non riparte l’economia, non riparte il Paese e l’Italia sarà sì guarita, ma condannata ad una vita di stenti;