30
Nov
2009

Religione pubblica e minareti privati

Contro ogni previsione, il 57,5% dei votanti (quasi il 54% degli aventi diritto; un record) ha sancito il divieto di edificare nuovi minareti sul suolo svizzero. Nessun minareto potrà dunque aggiungersi ai quattro già esistenti (Zurigo, Ginevra, Winterthur e Wangen), in un Paese in cui la presenza islamica si aggira tra le 350 e le 400mila unità il 5% della popolazione. Prevalentemente giovani, di cui si pensa non oltre il 15% segua i precetti religiosi. La Lega esulta, e vince la consueta gara di chi le spara più grosse, proponendo la Croce sul Tricolore italiano e aggiudicandosi i titoli della stampa italiana. Ma, al di là della questione filo o anti Islam, c’è un aspetto che in queste ore tutti tralasciano. La proprietà privata.

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28
Nov
2009

13,9 contro 1,6, per 7,1

Il presidente della Conad, Camillo De Berardinis, non si arrende (per abbonati). I cinque impianti che la catena è riuscita ad aprire presso i propri supermercati hanno un erogato medio di 13,9 milioni di litri all’anno, contro una media nazionale nelle “normali” stazioni di servizio di 1,6 milioni di litri. E’ una sproporzione talmente evidente, da spingere necessariamente a porsi delle domande. Tanto più che, secondo De Berardinis, nei distributori Conad gli automobilisti hanno risparmiato mediamente 7,1 centesimi al litro – un valore enorme, reso possibile sia dall’incremento dei volumi, sia dalle condizioni vantaggiosi che un acquirente come Conad può spuntare. Questi numeri non sono però la testimonianza di un successo, ma di un fallimento. Perché in tutta Italia, Conad ha aperto solo cinque impianti, e i suoi concorrenti pochi altri.

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27
Nov
2009

Il vento del cambiamento soffia sul clima

Spettacolare aggiustamento di rotta da parte dell’Economist:

This newspaper believes that global warming is a serious threat, and that the world needs to take steps to try to avert it. That is the job of the politicians. But we do not believe that climate change is a certainty. There are no certainties in science. Prevailing theories must be constantly tested against evidence, and refined, and more evidence collected, and the theories tested again. That is the job of the scientists. When they stop questioning orthodoxy, mankind will have given up the search for truth. The sceptics should not be silenced.

Avranno anche loro letto le email dei climatologi?

27
Nov
2009

Sindaci per il federalismo? Solo chiacchiere se i tributi non sono “manovrabili”

Mentre da più parti (ieri ne parlava su “MF” Roberto Sommella) trapela qualche notizia in merito ai piani di Giulio Tremonti per una riforma delle aliquote Irpef (che l’anno prossimo potrebbero ridursi di numero, ma scendendo solo a 4 e nella migliore delle ipotesi a 3), al tempo stesso in Veneto, Lombardia e Piemonte sta iniziando a prendere quota un’iniziativa di sindaci – leghisti, ma non solo – volta a premere sull’acceleratore della riforma fiscale in senso federale. Read More

26
Nov
2009

Quando la politica procura strani compagni di letto: il caso del taglia-incentivi

Ricevo da una persona che segue molto da vicino il dibattito parlamentare sui temi energetici e, per ragioni professionali, non può esporsi col suo nome proprio. Credo però che queste riflessioni siano assai utili a capire le bizzarrie del momento, e del paese, in cui viviamo. (cs)

La semplice notizia di un emendamento taglia-incentivi al Cip6 e alle rinnovabili (appena ritirato) è bastata a far divampare un nuovo incendio in Confindustria. L’allarme lo han lanciato martedì i produttori di energia da fonti alternative e gli ambientalisti. A stretto giro sono seguite le voci preoccupate di viale dell’Astronimia e dei grandi produttori elettrici. Nel frattempo il ministro Calderoli, sospettato di sponsorizzare la proposta per conto di Antonio Costato (bestia nera degli energetici in Confindustria) denuncia adirittura di aver subito minacce di morte.

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26
Nov
2009

Landesbanken-Odyssey: i contribuenti tedeschi ringraziano

Continua il nostro Landesbanken-watch. Giusto così per non farci mancare il buonumore. Incominciamo con Bayern LB, sì proprio lei, la banca con gli alberghi a cinque stelle. Ebbene, la cassaforte bavarese, dopo i 10 miliardi di iniezione di liquidità garantiti dal governo regionale, pareva essere ormai al di là del guado, quando sono esplose le difficoltà di Hypo Group Alpe Adria, sua controllata rilevata improvvidamente nel 2007 e da sempre nota per aver problemi di capitalizzazione; HGAA ha dato chiari segnali di cedimento a causa del crollo degli affari ad Est, in particolar modo in Croazia, dove i fallimenti di piccole e medie imprese negli ultimi mesi si sono infittiti. Alpe Adria ha già ricevuto lo scorso anno 900 milioni di euro dal governo austriaco e 700 dalla controllante bavarese. Read More

26
Nov
2009

Chiudere Termini Imerese? Di Stefano Feltri

Riceviamo da Stefano Feltri e volentieri pubblichiamo.

Ma c’è qualcuno che ha il coraggio di suggerire che forse Termini Imerese deve chiudere? Il ministro Claudio Scajola parla di “follia”. Il Partito democratico non è molto presente nel dibattito, assai più occupato a nominare la segreteria formale e quella ombra. Ma parlando con la nuova squadra economica di Bersani, sono tutti d’accordo: la fabbrica non deve chiudere.

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25
Nov
2009

Evasori senza figli

Si potrebbe persino pensare – il sospetto che i potenti la sappiano lunga notoriamente conforta – che dietro il dollaro debole ci sia un piano dell’Amministrazione: tenere il dollaro basso fino alle elezioni di mid-term del 2010, in modo da fare ripartire il settore manifatturiero per ridurre la disoccupazione.

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25
Nov
2009

Tremonti, Bonaiuti, il Pil e la dura statistica

Il ministro Tremonti ci ha dato ieri buone notizie sul Pil atteso per il prossimo anno:

“Può essere che il 2010 chiuda con un segno positivo o particolarmente positivo con 1% o piu’ di 1%”. Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti vede la luce in fondo al tunnel e all’assemblea dell’Unione industriali di Roma azzarda una stima sulla ripresa in Italia. Ma, aggiunge, “notiamo che non è un uno da sopra ma un uno da sotto”. Il ministro ha ricordato che nel 2008 il Pil è calato dell’1% e nel 2009 si ridurrà di circa il 5%. Ecco perché se il 2010 chiuderà con un segno positivo questo vuol dire che “si risale dopo aver perso il 6% in due anni” (RaiNews24, 24 novembre).

Molti hanno ripreso oggi la dichiarazione di Tremonti. Tra essi il sottosegretario alla Presidenza Bonaiuti:

Nel 2010 addirittura Tremonti prevede un Pil in crescita dell’1%. Bisogna tenere conto anche del fatto che veniamo da dati negativi: -1% l’anno scorso e -5,5% quest’anno. La crisi non investe solo noi ma tutto il mondo, e noi partiamo da un -6% per andare a un +1%”.

Nessuno sembra invece aver rilevato una piccola (ma non trascurabile) particolarità statistica nel positivo annuncio: una cosa è il tasso di variazione di una grandezza (in questo caso il Pil reale dell’Italia), altra ben diversa è il suo livello nel tempo. Se poniamo il Pil del 2007 pari a 100, nel 2008 il suo livello è sceso a 99, avendo registrato un tasso di variazione del -1%, e poichè nell’anno che sta per chiudersi è attesa una riduzione ulteriore  di circa il 5%, il livello del Pil scenderà a 94 (non uso, volutamente, i decimali). Nel 2010, invece, se farà come prevede Tremonti e come tutti auspichiamo, un +1%, si riporterà a (circa) quota 95, quindi cinque punti percentuali sotto il livello di partenza e non uno sopra come l’affermazione di Tremonti, se erronenamente interpretata, può indurre a credere.

A questo punto la domanda diventa un’altra: a quali tassi dovrebbe crescere il Pil nel 2011 e 2012 per fare in modo che il livello che l’attuale legislatura lascerà alla successiva sia almeno pari a quello che ha ereditato dalla precedente (quindi il nostro 100 di partenza)? La risposta è: più del 2,5% in ognuno dei due anni. Si tratta di un obiettivo decisamente fuori portata . Abbiamo quindi la certezza che la grave recessione in corso, coniugata con l’impossibilità di riforme strutturali rilevanti, farà in modo che la XVII legislatura partirà con un livello di Pil inferiore a quello conseguito al termine della XV. Considerando che la popolazione residente in Italia è in crescita, il dato si aggrava ulteriormente se facciamo riferimento al Pil pro capite anzichè quello complessivo.