9
Dic
2009

La lezione di Ryanair sulla crisi

Intervistato oggi dal Wall Street Journal, Michael O’Leary, amministratore delegato di Ryanair impartisce una lezione su come funzionano i mercati a colleghi, politici ed economisti “di professione”. Le recessioni sono occasioni d’oro, dice, quando le si sa affrontare con strumenti di mercato. È vero, il WSJ non gli chiede se anche la sua Ryanair goda di sussidi da parte di governi locali e società portuali per attirare traffico negli scali, come ringhiano i vettori nazionali tradizionali. Però la sua filosofia è da manuale.

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8
Dic
2009

La zampata di Draghi: ha ragione, basta TBTF

Il presidente del Financial Stability Forum ha tirato fuori gli artigli. Draghi ha giustamente ammonito su alcune scomode verità. Abbiamo dunque ragione a puntare il dito contro le banche troppo grandi per fallire, la cui disciplina patrimoniale e di capitale di vigilanza non è ancora mutata dopo l’inizio della crisi, e per le quali le Autorità delle tre macroaree mondiali non hanno ancora procedure ordinarie e straordinarie di vigilanza, sicurezza e salvataggio condivise. Col bel risultato che loro ne approfittano e continuano a fare più che mai utili da trading book e con finanza ad alta leva e alto rischio. Devono darsi una regolata, anzi sono i regolatori a doverlo fare, e per questo il FSB che Draghi presiede non si limiterà alle proposte di ratios di capitale più elevati, ma avanzerà proposte che bisogna sperare – dal tono con cui oggi ha parlato – stringenti. Si era già capito che oggi Draghi avrebbe tirato di fioretto e talora anche di sciabola, dalle parole inusualmente fuori dai denti anticipate ieri dalla baronessa lady Shriti Vadera,consulente del G20 e del FSB medesimo. “Le grandi banche europee devono ancora fare pulizia, aveva detto, più di quelle britanniche salvate dallo Stato”, aveva detto. Non è detto che tale franchezza giovi a Draghi per la sua candidatura a guidare la BCE, visto che ai franco tedeschi non piace sentirsi dire queste verità. Ma bisogna a maggior ragione ringraziare Draghi, per aver finalmente levato una voce severa che richiama tutti al molto d’infetto che occorre ancora rimuovere, nei libri e nelle procedure delle grandi banche internazionali. Read More

8
Dic
2009

Obama: siamo al piano bis, Tremonti bonds per le PMI

Il presidente Obama si è dovuto arrendere due ore fa davanti alla Brookings, e dare ragione a chi come Paul Krugman chiede da tempo un nuovo piano pubblico a sostegno dell’economia reale. Il primo, di ben 787 bn$, non ha evitato la disoccupazione al 10% e la distruzione di oltre 7 milioni di posti di lavoro rispetto al precrisi. Anzi nell’aggregato statistico più ampio, quello relativo agli “scoraggiati e respinti” dal mercato del lavoro USA, in gergo tecnico l’U6, siamo ben al 17% della forza lavoro, cioè a oltre 20 milioni di americani che o non lavorano più, o a ritmi e durate di gran lunga inferiori alla loro domanda. La grande novità è che ci si concentrerà sulle piccole imprese, quelle che anche negli USA rappresentano pur sempre i due terzi del mercato del lavoro. A loro, ha detto il presidente, andranno almeno parte dei 200 bn$ sin qui non utilizzati del TARP, e degli altri strumenti straordinari varati per sostenere e ricapitalizzare banche  e intermediari finanziari in crisi (mentre oltre 200 istituti, statali e interstatali, hanno invece chiuso i battenti fallendo, da inizio anno, con garanzie dei depositanti a carico del FDIC, che ha il bilancio per la prima volta in rosso profondo e andrà anch’esso ricapitalizzato dai contribuenti).  Read More

8
Dic
2009

Quante cattive notizie, a cominciare dalla Grecia

Una raffica di cattive notizie oggi dai mercati. L’euro scopre brecce e rischi imprevisti. Usa e Uk cominciano a capire che il loro debito pubblico non è più giudicato di serie A. La Germania a ottobre va peggio del previsto. In Uk e Usa, consumi natalizi inferiori alle attese. Dal Dubai, nuove nubi per le banche mondiali esposte. Ne basterebbe la metà, per capire che non è ancora tempo di ottimismo di maniera. Read More

8
Dic
2009

Addio a Lambsdorff, liberale vero in tempi difficili

È morto Otto Friedrich Wilhelm von der Wenge Graf Lambsdorff, “Otto il conte” come tra la fine degli anni 70 e i primi 80 lo chiamavamo amichevolmente ai seminari IFLRY, la federazione internazionale dei giovani liberaldemocratico-radicali, seminari che venivano spessissimo ospitati e finanziati dalla Friedrich Naumann Stiftung della FDP. E ai quali interveniva molto frequentemente lui stesso, curiosissimo di capire che cosa masticassero le giovani leve liberali, europee e del mondo OCSE. Devo ammettere che mi è scappata una lacrima, quando ho letto della sua scomparsa. Perché è stato tra le personalità che più hanno spinto in avanti il mio pensiero, quando da giovanissimo ero convinto che Keynes avesse ragione, e che da noi in Italia l’accordo col Pci ricercato da Ugo La Malfa e Aldo Moro fosse necessario, per portare i comunisti alla piena occidentalizzazione e usare la loro energia per impostare riforme energiche senza delle quali l’Italia appariva destinata a un gramo futuro, sotto il duplice attacco della stagflazione e del terrorismo. Lambsdorff ci di dava torto, e aveva ragione lui. Per almeno tre ragioni. Read More

8
Dic
2009

La Svezia tra Nobel e jeans neri

Non vi è forse paese al mondo che rifiuti il confronto politico e commerciale con la comunità internazionale più della Corea del Nord, una delle poche autentiche dittature comuniste ancora in vita. E pochi sono i leader che nutrono un’ostilità così aspra nei confronti dell’Occidente, e degli Stati Uniti in particolare, quanto quella di Kim Jong Il, capace persino di vietare ai propri cittadini di indossare l’indumento che, per la sua versatilità, è forse il più diffuso – “globalizzato” ante litteram – al mondo: i jeans.

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8
Dic
2009

I teologi di Obama

Il Centre For  American Progress è uno dei think che ha  svolto un ruolo guida nell’elezione di Obama e nell’elaborazione delle sue policies. Presieduto e guidato dall’inesauribile John Podesta, è fonte da cui non si può prescindere per valutare le mosse dell’amministrazione Obama.

Così, per quel che riguarda  dibattito sulla riforma sanitaria, girovagando fra le pubblicazioni ci si può imbattere in un fact sheet dal titolo: “The moral dimension of health care reform. How the health care reform bill in Congress measure up Catholic social teaching“.

Spesso ascoltiamo grandi giornali lamentarsi di come la dottrina sociale della chiesa sia utilizzata strumentalmente a fini politici da attivisti di destra o dai theocon. Forse non avevano ancora letto questo fact sheet.

La dottrina sociale della chiesa lasciamola alla chiesa.