28
Dic
2009

Spesa o tasse?

Nei commenti al post di Boggero esprimevo la mia perplessità nel constatare che molti liberali (non Boggero) vedono le tasse come un problema più grave della spesa pubblica. Questo è probabilimente il lascito intellettuale di Reagan, che notoriamente con la serietà fiscale non aveva alcun rapporto, e che quasi raddoppiò il rapporto debito/PIL americano. “Dov’è finita la serietà fiscale?”, verrebbe da chiedersi, visto che il debito pubblico, un tempo “eredità poliitca di Mr. Keynes” (Buchanan/Wagner), è diventato il non plus ultra del liberalismo, in genere preceduto da “neo”, che probabilmente in greco significava “si fa per dire”. Si potrebbe dire qualcosa sul rapporto tra tasse, spesa e crescita, ma siccome è un problema molto complicato mi limiterò a considerazioni di carattere politico e non economico: prima politico, cioè ideologico, e poi politologico. Read More

28
Dic
2009

I livelli della crisi

Nei giorni scorsi è stato pubblicato un Occasional Paper della Banca d’Italia, intitolato “La crisi internazionale e il sistema produttivo italiano: un’analisi su dati a livello di impresa“, di Matteo Bugamelli, Riccardo Cristadoro e Giordano Zevi. Il lavoro esamina le conseguenze per il sistema produttivo italiano della crisi economica e finanziaria internazionale iniziata nel 2007 con un approccio contemporaneamente macro e micro, utilizzando cioè sia dati aggregati di contabilità nazionale che informazioni a livello d’impresa desunte dall’indagine sulle imprese industriali e di servizi (Invind) condotta annualmente dalla Banca d’Italia. Tra le risultanze della ricerca, ne spicca soprattutto una: i livelli della produzione industriale italiana sono tornati indietro, a causa della crisi, di quasi 100 trimestri.

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28
Dic
2009

Ryanair, ENAC e l’identità perduta

Ryanair ed Enac continuano a litigare, mentre ad Easyjet è stata appena comminata una multa di 110 mila euro per disservizi. Il fronte della lotta tra le low cost ed ENAC diventa sempre più grande e l’unico perdente è il viaggiatore. Proprio di questi vettori, cresciuti dopo la liberalizzazione del trasporto aereo si sta molto discutendo. Mi è stata posta una domanda provocatoria: esistono prezzi fittizi effettuati da Ryanair?
Ogni compagnia è libera di fare un prezzo sotto la curva del costo medio. La cosa importante è che questa compagnia non sia in perdita. Se la mia strategia è quella di vendere 10 biglietti a un euro, questo non significa avere un prezzo medio di 1 euro. I posti venduti su un Boeing 737-800 della compagnia irlandese sono 189 e il prezzo medio del biglietto supera i 40 euro. Ryanair è molto capace di fare yield management e questo le permette di fare tariffe ad un euro o anche meno. Rimane il fatto che il costo medio per 1000 km per un passeggero Ryanair è di circa 38 euro, molto inferiore a qualunque altra compagnia europea. Read More

28
Dic
2009

Le ragioni del mio voto

Ho votato al sondaggio di Chicago-blog “Come ti aspetti che andrà l’economia nel 2010?”. Il cocktail dei prossimi anni è – secondo me – la combinazione di rendimenti del debito pubblico in ascesa e di una crescita moscia. Dunque sono nel campo degli scettici.

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28
Dic
2009

Esagerando, una profezione di von Mises sulla Postecrazia

Leggendo l’ultimo post di Ugo Arrigo (“Poste e Ryanair: le ultime frontiere del protezionismo“) e osservando l’ardore con cui Poste Italiane SpA viene protetta dall’infida concorrenza e la passione con la quale si progettano per l’azienda sempre nuove funzioni (sarà banca, sarà istituto caritatevole, che sarà?), mi è tornata alla mente una frase di Ludwig von Mises:

They promise the blessings of the Garden of Eden, but they plan to transform the world into a gigantic post office” (Bureaucracy, 1944)

27
Dic
2009

Poste e Ryanair: le nuove frontiere del protezionismo

Un pò di tempo fa, nel vecchio blog “liberalizzazioni” dell’IBL, avevo definito le liberalizzazioni (all’italiana) come i processi attraverso i quali  i vincoli normativi che impediscono il libero accesso delle imprese a un mercato sono sostituiti da ostacoli di differente natura ed equivalente efficace. Allora non mi aspettavo, tuttavia, che la fantasia del protezionista pubblico (il quale preferisce da sempre inefficienti monopoli di bandiera, finanziati a forza da contribuenti insoddisfatti, rispetto a efficienti imprese in concorrenza, volontariamente finanziate dai consumatori) giungesse sino agli esempi che abbiamo sotto gli occhi in questi giorni. Read More

26
Dic
2009

Germania 2010: (meno) tasse e debito

Il 2009 se ne va e della politica tedesca dell’ultimo quarto di anno rimane ben poco. Del resto, tutto scorre come avevamo preannunciato tempo fa. L’unico progetto di legge approvato dal nuovo governo (la cosiddetta Wachstumsbeschleunigungsgesetz, parola orribile che altrettanto orribilmente significa “legge di accelerazione della crescita”) è del tutto minimalista rispetto alle previsioni iniziali e di certo non costituisce uno strumento adatto a garantire una duratura ripresa economica. Read More

25
Dic
2009

Il cinepanettone di Natale (prodotto commerciale o artistico?)

Appena arrivato in sala, il classico cinepanettone natalizio targato De Laurentiis–Neri Parenti ha subito sbancato il botteghino. Stando ai dati Cinetel diffusi il 21 dicembre, in soli 3 giorni, “Natale a Beverly Hills” ha incassato 3,5 milioni di euro (eguagliando il risultato dell’anno scorso, quando il Natale è stato celebrato a Rio). Per darvi un esempio dello strapotere commerciale di De Sica e soci, basterebbe riportare un secondo dato: il film di Pieraccioni (consueto antagonista del Natale di Neri Parenti, ad anni alterni: un anno riposa e un anno esce con un film) ha totalizzato, negli stessi giorni, 2 milioni in meno d’incasso. Read More