22
Mar
2010

Lo spottone tv di Banca Intesa

Riceviamo da Jack Free e volentieri pubblichiamo.

Il lungo spot pubblicitario trasmesso in tv da banca Intesa sorprende perché tutto ti aspetti tranne che la firma sulla storia di un salvataggio d’impresa sia messa proprio da una banca. Eppure chi conosce bene Corrado Passera, CEO di Intesa, sa che è un suo pallino da anni e che a forza di insistere qualcosa in questo campo è riuscito a ottenere dal suo fedelissimo Miccichè che si è impegnato al fianco delle grandi imprese alle prese con altrettanto gravi crisi finanziarie. Read More

22
Mar
2010

Master in Economic Policy :-)

Ieri stavo cercando un Master in Economics da qualche parte, tanto per approfondire i miei hobby intellettualoidi. Avendone trovato uno in Economic Policy nella stessa Università che mi ha conferito un titoletto undergraduate in Economics, ho letto il programma. Era una roba da Keynesiani convinti.

Non soddisfatto di quello che leggevo, ho cominciato a immaginare un corso di Economic Policy di tipo neoclassico, e poi uno di tipo austriaco. In entrambe i casi, anzi, in tutti e tre (infatti i 5000€ del corso me li terrò in conto corrente), non valeva la pena studiare un tale argomento, anche se per motivi diversi.

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22
Mar
2010

Greenspan nega, Paulson pure. Sta a vedere che è colpa nostra

L’ultimo segretario al Tesoro di Bush figlio, Henry Paulson, ha scritto un libro. Alan Greenspan ha scritto un paper. Due delusioni cocenti, per quanto  mi riguarda, per le ricostruzioni che danno della crisi. Non voglio dire che sono due delusioni egual, perchè un libro è molto più ampio di un paper, e perché quest’ultimo comunque va letto, al di là della tesi di fondo che non mi convince per nulla. Il libro no, decisamente secondo me potete fare anche a meno di leggerlo, a meno che non siate comunqe interessati a capire meglio di che pasta fosse, il segretario al Tesoro che si è trovato in carica allorché è scoppiata la peggior crisi dal dopoguerra. Read More

20
Mar
2010

Un ministero grande, grosso e fregnone

È di pochi giorni fa la notizia della circolare diramata dal Ministero della Salute che regolamenta l’uso degli occhialini per la visione dei film in 3D nelle sale cinematografiche italiane. La circolare fa seguito ai ricorsi delle associazioni dei consumatori che a loro volta si sono ispirate al caso dell’infezione occorsa alla bambina di tre anni che aveva visto Alice in 3D. D’ora in avanti, quindi, le sale dovranno mettere a disposizione dei loro clienti solo occhialini usa e getta e non potranno usare le stesse lenti per più di una visione, neanche dopo disinfezione e sterilizzazione, come avviene oggi nella stragrande maggioranza dei casi. Il ministro Fazio si è detto orgoglioso del fatto che l’Italia sia il primo paese a intervenire in materia, dicendosi certo che altri seguiranno il fulgido esempio.

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19
Mar
2010

I politici non lavorano? Paghiamoli di più!

Scendete per strada, fermate – con molto garbo, s’intende – la prima persona che vi passa davanti e chiedete qual è la sua opinione sulla classe politica e i suoi esponenti. È molto probabile che il profilo tratteggiato sia quello di un uomo meschino, privo di scrupoli, sempre presente quando si tratta di curarsi del proprio tornaconto, sempre indifferente e assente quando si tratta di risolvere i problemi del Paese. Già, perché l’uomo della strada sembra particolarmente disturbato e indispettito dalle immagini dei deserti emicicli romani viste di sfuggita alla televisione in un noioso pomeriggio di interrogazioni parlamentari.
Se per caso il vostro nuovo amico non andava di fretta, potete stare quasi certo che si fermerà qualche momento in più per illustrarvi il suo piano per mettere a posto le cose. E anche in questo caso è facile immaginare come i primi rimedi proposti sarebbero il dimezzamento dello stipendio dei politici e l’azzeramento dei loro privilegi …le auto blu!
Ma esistono altre soluzioni, concrete, possibilmente elaborate da qualcuno che abbia un’idea seria della composizione del bilancio statale e delle leggi che governano la politica? Read More

18
Mar
2010

L’euro-dracma continua, Germania batte Italia

L’eurodramma, anzi l’euro-dracma continua, con stile da iniziati appassionati di testi sanscriti. Tramontata la finta apertura tedesca a un Fondo Monetario Europeo da far finanziare ai soli Paesi a rischio, stamane Papandreu è tornato da Bruxelles a far appello al Consiglio europeo della prossima settimana, perché i capi di governo varino misure comuni per aiutare i Paesi a rischio.  Altrimenti, bisogna accettare che si rivolgano al FMI, ma in quel caso la questione si riporoporrebbe, perché i maggiori Paesi europei a cominciare dalla Germania sarebbero loro a Washington a  doversene ripartire i costi. Berlino è contraria anche a quello, naturalmente. L’Italia ha -saggiamente ma molto molto sommessamente – fatto presente con Tremonti all’Eurogruppo che occorrerebbe insieme accettare la via FMI ma unirvi una proposta europea di ribilanciamento dei pesi nazionali al suo interno, unendo le rappresentenze europee. Germania e Francia sono contrarie, naturalmente, pur essendo la Francia più vicina alla posizione italiana che a quella del niet tedesco a ogni proposta. Così oggi Berlino finge di riconsiderare l’idea di aiuti diretti ai greci. Mentre allo stesso modo finge di accelerare, sul fronte interno avvicinandosi il voto nella Nord Renania Westfalia, sulla via del taglio alle tasse che al rigorista-sociale Schauble piace per nulla.  Si capisce, messa così, che la partita interessi solo gli specialisti. Diverso è se consideriamo la partita vera, quella di cui i giornali nostrani parlano poco o nulla. In quella gara, la Germania sta facendo male innanzitutto  a noi italiani, prima che ai “poveri” greci e spagnoli. Ma Roma non se la sente, di sfidare Berlino. Read More

18
Mar
2010

Fiat, un libro serio su Marchionne come Mr Inps

Siamo oltre i mille post sul nostro blog in 10 mesi, e la cosa personalmente mi riempie di soddisfazione. Riprendo a scrivere dopo che ancora lunedì i medici mi hanno dovuto rimettere le mani addosso. Presento oggi a Milano e dedico domani la “Versione di Oscar” su radio24 a un libro notevole, che vi consiglio di legere se volete farvi un’idea “fuori dal coro” sull’operazione Fiat-Chrysler. Si intitola “Parola di Marchionne” (editore Brioschi), l’ha scritto Riccardo Ruggeri, una strepitosa figura umana, figlio e nipote d’operai e operaio Fiat anch’egli, prima di ascendere gradino dopo gradino nel gruppo torinese fino a guidare la New Holland facendone faville e premessa per la fusione con Coase nel terzo gruppo macchine agricole e movimento terra del mondo, membro per anni del comitato direttivo Fiat e dunque “addentro” alle segrete cose. La tesi in pillole? Il mercato dell’auto è stato oggetto nel 2009 della grande crisi in Usa ed Europa di un maxitakeover a spese del contribuente da parte della politica, con Obama in prima fila. E poiché alla politica premono i 12 milioni di occupati-auto negli Usa e i quasi 12 in Europa più che aziende e prodotti, Marchionne con l’operazione Fiat-Chrysler (a cui doveva aggiungersi Gm-Ue cioè Opel) si è candidato al ruolo di un maxi Mr Inps più che a un vero e proprio progetto industriale. Ma Ruggeri è uno serio, il libro non è affatto un pamphlet polemico. Read More

18
Mar
2010

Facebook (non) sorpassa Google. E allora?

Ieri anche in Italia ha suscitato interesse la notizia, riportata due giorni fa dal Financial Times (che a sua volta citava i dati della società di ricerca Hitwise) secondo cui negli Stati Uniti, Facebook avrebbe superato per numero di accessi Google, il più cliccato motore di ricerca della rete. Il sorpasso sarebbe avvenuto la scorsa settimana, quando il 7,07% degli internauti a stelle e strisce ha visitato l’aggregatore, contro il “solo” 7,03% che ha rivolto le proprie attenzioni alla pagina del colosso di Mountain Wiew. A detta degli analisti non rappresenterebbero un episodio isolato ma la certificazione di una consolidata tendenza alla crescita. Quanto c’è di vero, e come può essere interpretato tutto ciò? Read More

17
Mar
2010

L’Europa e la tartaruga

I ministri europei dell’Ambiente si sono divisi, durante il meeting di lunedì, sull’opportunità di alzare unilateralmente, dal 20 al 30 per cento, il target di riduzione delle emissioni entro il 2020. Il pacchetto “energia e clima” che affonda le radici nel blitz di Angela Merkel alla riunione del Consiglio europeo della primavera 2007, infatti, consente di inasprire l’obiettivo. Le successive negoziazioni – grazie anche all’apporto cruciale dell’Italia – hanno condizionato tale passo al raggiungimento di un’intesa globale che, a Copenhagen, non c’è stata; e che, con ogni probabilità, non ci sarà quest’anno a Cancun. Allora si sono innescate tutte le forze centrifughe che covavano sotto la cappa politicamente corretta imposta da Bruxelles.

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