3
Mag
2010

Un bene pubblico? privatizzare l’acqua: Charles Murray docet

Come spesso accade, e come troppo spesso ci si dimentica quando si affrontano le politiche pubbliche, la semplicità è il modo migliore per giudicare la bontà o meno di una scelta.

A proposito della cd. privatizzazione dell’acqua, la lettura di questo brano di Charles Murray, tratto da What it means to be a libertiarian, che a breve sarà disponibile anche in italiano, è appunto una di quelle occasioni in cui poche parole semplici sono molto più efficaci di tante welfariane previsioni e stime.

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3
Mag
2010

Lavori verdi, lavori veri?

Di Luciano Lavecchia e Carlo Stagnaro

Le lobby ambientaliste hanno avuto, in Italia, un’influenza che va ben al di là del peso elettorale dei partiti “verdi”. Il loro maggior successo è stato la vittoria al referendum antinucleare del 1987, che ha sancito la fine di un’avventura tecnologica che aveva visto il nostro paese, per una volta, all’avanguardia, con ingenti costi economici e ambientali. Oggi la Terra Promessa sembra stare nelle energie rinnovabili, presentate come la panacea di ogni male: non solo energia pulita, a zero emissioni, ma anche un mezzo per spingere l’economia, anzi, la creazione di una “new new” economy (per non confonderla con la precedente “new” economy), detta, per l’appunto, “green economy”, alternativa e Pareto-superiore alla “vecchia” economy. Insomma, un gioco dove tutti hanno da guadagnarci, sia in termini di salute che ambientali, economici e occupazionali. Gli endorsement non mancano sia a sinistra che a destra, passando per il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e la Commissione Europea. Eppure, il sospetto che non siano tutte rose e fiori, che ci siano delle insidie dietro l’angolo e’ molto concreto. Un nostro studio prova a fare ordine. Read More

3
Mag
2010

“Report” e la sanità lombarda

Finito di guardare l’attesissima puntata di “Report” che doveva scodellare eclatanti scoperte sulla “sanità lombarda”, chiedo aiuto per capire dove stesse, oltre il fumo, l’arrosto. Durante la tramissione ci è stato fatto annusare più di un “sospetto”. Ma, dietrologie a parte, where’s the beef?
Riepilogo quelli che mi sembrano essere i punti centrali del team della Gabanelli:
1. Anche la sanità lombarda è “politicizzata” (ma più o meno di quella di altre Regioni?). La sanità assorbe magna pars del bilancio delle Regioni, viene usata a fini di consenso dai politici (Formigoni che promette “upgrade” delle strutture in campagna elettorale), è lottizzata (in Lombardia, ci viene spiegato, da CL).
2. Anche in Lombardia ci sono casi di malpractice e negligenze (ma più o meno che in altre Regioni?). Alcuni di questi casi sono riscontrati in strutture private. Questi casi sarebbero conseguenza di un sistema di remunerazione “premiale” dei medici, per cui chi lavora di più (chi fa più interventi) viene pagato di più.
3. Alcuni imprenditori della sanità hanno forti interessi nei mass media. Ciarrapico, De Benedetti (“graziato” dalla Gabanelli perché è arrivato alla sanità dopo e non prima aver cominciato a fare l’editore), Angelucci, Rotelli, che ha una quota rilevante di RCS nonostante, essendo fuori dal patto di sindacato, non conti sostanzialmente un tubo (come confermato dal fatto che i “rumors” che lo vedevano come futuro Presidente di RCS quotidiani sono stati puntualmente smentiti). Read More
2
Mag
2010

La dura lezione greca, per chi vorrà impararla. Noi?

ra senza alternative, il varo della terza versione degli aiuti Grecia in due mesi, dopo che il mercato aveva travolto come non credibili le prime due promesse. Le ragioni del ritardo stanno anche nelle cifre. Dai 30 miliardi iniziali e dai 45 successivi, siamo arrivati a 110 miliardi di euro, 80 dall’Europa e 30 dal Fondo Monetario Internazionale. Dunque il mercato aveva ragione a diffidare. Basterà? Pare improbabile. Come Martin Feldstein, Luigi Zingales e diversi altri, penso che in ogni caso sarà necessaria una forma di soft default, cioè una ridefinizione delle scadenze del debito greco, auspicabilmente su base volontaria e sotto l’egida del FMI. Ciò porterà a perdite dei creditori, a cominciare dalle banche greche ovviamente, e poi di quelle tedesche e francesi e a seguire. Se mancherà tale ristrutturazione, e tutto sarà affidato al taglio di 10 punti di pil di deficit pubblico greco entro il 2014, l’effetto sarà di una decrescita del Pil ellenico di 4 o 5 punti per effetto dei tagli draconiani al bilancio pubblico decisi ieri e attuati tutti in un colpo, e per diversi anni avrà comunque l’effetto di accrescerne il debito pubblico sul Pil. Che cosa insegna la crisi greca? Tanto altro. Anche all’Italia, che chissà se vorrà tenerne conto. Read More

1
Mag
2010

La nostra grossa grassa evasione greca

Corruzione, clientelismo ed evasione: le radici della crisi.

Chi leggendo titoli simili a questo non ha pensato che si stesse parlando dell’Italia? Poiché anche da noi ( non solo in Grecia) corruzione, clientelismo ed evasione sono fattori in grado di spiegare una parte non trascurabile della distanza che ci separa dall’Europa, delle nostre cattive performance economiche, del  declino relativo del paese, è interessante chiederci se si tratti di fenomeni meno diffusi, altrettanto diffusi o più diffusi rispetto allo stato ellenico.  Non si tratta di un puro esercizio accademico, finalizzato a redigere una precisa ‘bottom parade’ dei paesi dell’Unione; semplicemente se questi fattori spiegano la gravità dell’attuale crisi greca e se dovessimo scoprire che siamo messi altrettanto o quasi altrettanto male forse dovremmo iniziare a preoccuparci un pò di più di quanto abbiamo fatto sinora.

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1
Mag
2010

Ambientalisti, leghisti, squadristi e sei semini di mais Ogm

La prossimità ideologica tra ambientalisti e Lega Nord sugli Ogm deve aver creato più di un imbarazzo di stomaco, se il leader dei Verdi Angelo Bonelli, commentando la semina dimostrativa di sei (6) semi di mais geneticamente modificati a Vivaro, dichiara:

E’ ormai evidente che l’opposizione dell’ex ministro dell’Agricoltura Luca Zaia agli Ogm era solo una trovata elettorale e che l’attuale governo non fa nulla per evitare che il made in Italy agroalimentare non sia messo in ginocchio dalle semine illegali biotech.

Può anche dispiacere a Bonelli, ma le pretese del fondamentalismo ambientalista e le velleità autarchiche della Lega si abbeverano alla stessa fonte. Quella che pretende che il ruolo della politica sia quello di mortificare le opportunità e la libertà delle persone, di proteggere gli individui da loro stessi perché gli individui non sono in grado di badare a loro stessi. E anche se nel linguaggio usano sfumature diverse (biodiversità/protezionismo, ecosostenibilità/autosufficienza, tipicità/tradizioni) il modello a cui fanno riferimento è sovrapponibile. Bonelli, Zaia e i loro sodali sanno benissimo che gli Ogm (come ogni novità che la tecnologia ha messo a disposizione dell’umanità) hanno successo, sia tra gli agricoltori che tra i consumatori, ovunque riescano a venire incontro alle esigenze del mercato. Ma non essendo in grado di capire il perché, non accettando che le persone possano seguire strade che si discostino dai loro modelli, non resta loro che appellarsi alle paure irrazionali, soffiare sul fuoco delle psicosi, invocare l’intervento dei gendarmi, o peggio ancora delle ronde.

E l’aggressione che Giorgio Fidenato e gli agricoltori di Vivaro hanno subito ieri da parte di un gruppetto di squadristi no-global dimostra soltanto che quando gli idioti fanno l’appello trovano sempre truppe disposte a seguirli.

30
Apr
2010

Da vero bastian cuntrari, difendo Chiamparino

Come largamente previsto, stamane Corriere della sera e Stampa si sono incaricati  di sparare a pallettoni sul sindaco di Torino, Sergio Chiamparino. Il Corriere lo accusa di improprie ingerenze politiche in Intesa. La Stampa arriva a dire che non deve più fare il sindaco, che la figuraccia è pessima. Siniscalco –  l’ex candidato di Chiamparino e Benessia alla presidenza del consiglio di gestione di Intesa al posto di Enrico Salza, che a Bazoli e co faceva e fa comodo confermare, come se lo dovessero indicare loro invece degli azionisti torinesi – non è del partito di Chiamparino, non è di nessun partito. Ha fatto più politica nella sua vita Salza, di quanta non ne abbia mai fatto Siniscalco. Dunque l’accusa va tradotta così: sono improprie ingerenze politiche quelli di azionisti che vogliano indicare candidati alla testa delle banche con propria autonomia, invece che allinearsi agli amminisrtratori accucciati che i manager bancari si scelgono da soli. E poiché le banche comandano e la politica balbetta, i giornali dei  quali i manager bancari decidono i direttori – sempre in nome dell’indipendenza dalla politica e da Berlusconi  e dalla Lega, questa è la scusa ovviamente per giustificare il proprio contropotere “etico” a suon di citazioni della Bibbia – massacrano senza pietà  il sindaco che pensa a Torino, invece che a sbattere i tacchi a Bazoli come fa da sempre quasi tutto il suo partito, e chiunque in Italia ne tema la forza.  Non ho la pretesa di convincere nessuno, anche perchè a pensarla così si finisce come dei paria. Capisco che il centrodestra a Torino accusi il sindaco di aver comunque esposto la città a un insuccesso: ognuno fa il suo mestiere, e l’opposizione  a palazzo civico fa il suo. Ma io dico: viva Chiamparino, e la sua ingenua sincerità che lo espone al rogo, perché nelle banche ci sono novelli papi che credono di stare sul Soglio di san Pietro.

30
Apr
2010

Spingendo il dissesto più in là

Uno degli effetti dell’acuirsi della crisi greca, ma anche della sua pretesa “soluzione”, è stato l’aumento del rischio di credito sugli emittenti finanziari europei, così come evidenziato dall’indice iTraxx Senior Financials. Il motivo è facilmente intuibile: i mercati stanno diventando nervosi riguardo la crescente dipendenza del merito di credito delle banche dai salvataggi pubblici, e si interrogano su quanto ancora questa situazione potrà durare e, soprattutto, che accadrà agli stessi rating sovrani, sempre più fragili.

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