6
Giu
2010

Telegraph: l’euro non sopravviverà

Come semplice contributo alle letture domenicali, occhio che più di metà degli economisti interpellati oggi dal Sunday Telegraph rispondono che no, l’euro non ce la farà a evitare la sua esplosione, e che essa avverà non oltre i prossimi cinque anni (se non nelle prossime settimane, c’è chi aggiunge). Personalmente conosco, apprezzo e condivido l’opinione di Peter Warburton di Economic Perspectives, secondo cui la maggiore probabilità è di un euro a due gironi con meccanismi definiti di ingresso e uscita a tempo dal primo, e di Tim Congdon di International Monetary Research, che sostanzialmente la pensa allo stesso modo indicando i Paesi che salteranno, invece di quelli che resteranno con la Germania nel primo girone come fa Warburton. E l’Italia, in quel caso?

5
Giu
2010

E’ pronta la Lega all’ammutinamento fiscale? Di Mario Unnia

Riceviamo da Mario Unnia e volentieri pubblichiamo.

Il dilemma della Lega l’ha descritto molto bene Luca  Ricolfi su ‘La Stampa’ di lunedì 31 maggio. Qualora il bravo commercialista Tremonti non riuscisse a quadrare i conti dell’azienda Italia, e l’amara realtà imponesse una lenta evaporazione del federalismo fiscale, che direbbe la Lega ai suoi appassionati sostenitori? La delusione dei fedeli comunisti, ricorda il professore, è stata fatale al Pci, che non s’è ripreso pur cambiando nome e bandiera: ma siamo sicuri che la fede verde sia più salda di quella rossa?

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5
Giu
2010

“Tea Party” in Italia: spazio ai politici?

Tutto è iniziato il 20 maggio scorso a Prato, la città di David Mazzerelli, che alla nascita e allo sviluppo di tale iniziativa ha dato un grande contributo di entusiasmo ed energia, e che con determinazione ha voluto il primo Tea Party italiano. Ma è sicuro che questa storia può crescere e prendere corpo, perché l’esigenza di difendere i conti pubblici (evitando catastrofi “alla greca”, o “all’argentina”) deve assolutamente unirsi a quella di ridimensionare lo Stato e ridurre la pressione tributaria che pesa sull’economia produttiva. Read More

4
Giu
2010

No allo sciopero dei magistrati per gli aumenti automatici

Questa opinione è solo mia personale, e non impegna alcun altro di coloro che scrivono per Chicago-blog. Sono assolutamente senza parole, di fronte allo sciopero dei magistrati a difesa del portafoglio. “A pensare male si fa peccato, ma forse c’è da leggere nella manovra una particolare volontà di punire i magistrati italiani”. Lo ha detto Giuseppe Cascini, segretario dell’Anm, annunciando che i magistrati italiani si apprestano allo sciopero, contro le misure annunciate dal governo. I magistrati “vogliono fare la loro parte in un momento così difficile per il Paese”, dicono, ma denunciano il contenimento degli aumenti retributivi disposto ai loro danni come discriminatorio e, dunque, punitivo. Ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta, Cascini ha aggiunto di ritenere che deve trattarsi di una rappresaglia per l’opposizione che i magistrati riservano alle riforme dell’ordinamento e delle procedure sostenute dal governo. A me il ragionamento politico non interessa e sembra ancor più improprio, ciò che conta sono i numeri. Read More

4
Giu
2010

Shit happens

Nove scienziati della Commissione grandi rischi sono indagati dalla procura dell’Aquila per omicidio colposo, in quanto avrebbero sottovalutato il rischio sismico nei giorni precedenti il disastroso terremoto del 6 aprile 2009. Pochi giorni fa, il presidente americano, Barack “tappate quel maledetto buco” Obama, ha licenziato Elizabeth Birnbaum, capo del Minerals Management Service, e annunciato una moratoria sull’offshore drilling nel Golfo del Messico. Un comune denominatore unisce queste due notizie, e tante altre simili che riguardano incidenti meno tragici. E’ la presunzione che per tutto si possa trovare sempre un responsabile, una testa da far rotolare, una soluzione. E’ la consolante illusione che tutto possa andare bene sempre, se abbiamo le leggi giuste. Purtroppo ho una brutta notizia: l’ultima volta che ho controllato, l’uomo era stato scacciato dal giardino dell’Eden e non gli era più stato permesso di farvi ritorno.

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3
Giu
2010

Piccolo Guinness dell’oppressione fiscale

Ecco come 100 euro spesi da un’impresa per un lavoratore con remunerazione pari alla media si ripartiscono tra prelievo fiscale e ‘residuo’ a favore del lavoratore:

   100,0      Valore aggiunto d’impresa destinato al fattore lavoro

–     4,8      Irap

–   22,7      Oneri sociali a carico del datore

–     6,7      Oneri sociali a carico del lavoratore

=  65,8      Remunerazione lorda

–   13,3      Irpef

–     1,4      Addizionali Irpef

=  51,0      Reddito disponibile

–   11,0     Imposte sui consumi (con aliquote legali e ipotizzando che tutto il reddito disp. sia speso)

40,0     ‘Residuo’ per il lavoratore

    60,0      Pressione fiscale complessiva

Note: (1) Il calcolo precedente include aliquote Irap e addizionali Irpef massime. Nell’ipotesi di aliquote Irap e addizionali Irpef minime la ripartizione dei 100 euro iniziali tra fisco e lavoratore diventa la seguente: Fisco 58,7, lavoratore 41,3. (2) Il calcolo precedente ipotizza che tutto il reddito sia consumato. Per ogni 10% di reddito  risparmiato la voce ‘imposte sui consumi’ di riduce di 1,1. (3) La pressione fiscale calcolata nella tabella è il valore ex ante atteso applicando la legislazione fiscale e non considera pertanto il fenomeno dell’evasione fiscale. Per contro i dati sulla pressione fiscale di fonte Istat ed Eurostat mettono a rapporto il gettito effettivo delle imposte col Pil (e, nel caso di Eurostat, anche il gettito delle imposte che gravano sul lavoro rispetto ai redditi totali da lavoro risultanti dalla contabilità nazionale). In questi casi il numeratore dei rapporti si abbassa per il fenomeno dell’evasione.

3
Giu
2010

Repubblica, Silvio e l’evasione

Ci vado piatto: sulla presunta giustificazione dell’evasione fiscale, tra Repubblica e Berlusconi, io sto con Berlusconi.  Per una ragione molto diversa da quella che Repubblica tende a identificare nelle frasi del premier, però. E continuando ad avere grande rispetto per Massimo Giannini, il vicedirettore di Repubblica le cui frasi a ballarò hanno ingenerato la polemica e la telefonata del premier. Per Giannini ho stima e amicizia. Da anni, può capitare di non essere d’accordo. Ma è sempre stimolante e documentato. Su mercato e concorrenza, la pensa molto più similmente a noi di quanto capiti con autorevoli colleghi del Corriere, per limitarsi a un punto essenziale. Su tasse e politica, però, la linea di Repubblica è la linea di Repubblica. Ed è una linea che trovo sbagliata, in quanto profondamente diseducativa. Anche quando si applica – per prevalenti ragioni di polemica politica, rispetto al merito – a Silvio Berlusconi, il nemico numero uno da sempre del quotidiano di largo Fochetti. Read More

2
Giu
2010

L’allarme rosso che nessuno vuol vedere

La politica italiana si balocca in telefonate televisive su chi è più popolare, e polemiche su Maroni a Varese.  Al più, si occupa ma solo incidentalmente della prima sveglia venutaci dal FMI, per il quale le stime del governo sulla crescita potrebbero rivelarsi ottimiste – malgrado i due primi trimestri abbiano accumulato già una crescita tendenziale annuale di O,6 punti di PIL  – e dunque occorrerebbe una nuova manovra correttiva per scendere davvero al 2,75% di PIl di deficit pubblico al 2012, una manovra di almeno altro mezzo punto rispetto all’1,& proposto dal governo. Ma l’allarme rosso non è rappresentato da questa notizia, bensì dalla caduta libera che i titoli decennali pubblici italiani stano mettendo a segno da 5 sedute a questa parte. Oggi siamo arrivati a 160 punti di spread sul BTP, peggio che nel giorno più rovente precedente l’eurosalvagente di tre settimane fa, e il CDS sull’Italia ha toccato quota 270, a un sofffio dal Portogallo: è evidente che i mercati interpretano gli acquisti della BCE sui mercati, riservati sino a oggi ai titoli greci, portoghesi e irlandesi, come non confacenti al nostro rischio, in via per questo di rapido deterioramento. La politica italiana dovrebbe capire che, se si mette così, nel giro di qualche giorno andrebbe a farsi benedire ogni chiacchiera sull’ottimismo, e sulla nostra salute relativa rispetto ai Paesi che hanno fatto più deficit nell’ultimo biennio. Viene da piangere. Sullo sfondo, una batteria di commenti ai quali ci allineiamo.  Tutti improntati al pessimismo.  Read More