8
Giu
2010

Finmeccanica, le indagini e i mandanti

C’è un po’ di aria viziata da Francia e Stati Uniti. Ma parlare di complotti esteri è del tutto sbagliato. Sono soprattutto polemichette italiane, invidie e contrasti politici, finanziari e imprenditoriali che affondano le radici in mille piedi pestati, negli anni, da Piefrancesco Guarguaglini. C’è tutto questo e molto di più, nelle indagini che da qualche settimana a questa parte hanno iniziato a proiettare lunghe ombre su Finmeccanica. Ma forse anche molto meno, se si sta al merito di quanto, almeno sinora, è emerso. Però l’Italia è l’Italia. Ha regole, tabù e sviluppi del tutto propri, quando Procure e verbali d’intercettazione  innestano il circo mediatico-giudiziario al quale da quasi vent’anni la vita pubblica italiana ha preso l’abitudine. Anche quando si colpisce la più grande azienda italiana nel comparto della difesa e sicurezza, il gioiello della più avanzata tecnologia in un settore difficilissimo dove il procurement è interamente governativo e soggetto di conseguenza a tutte le influenze geopolitiche del caso, la protagonista della più grande crescita in mercati iperprotetti.  Con decisivi salti di scala nelle nazioni più ambite per bilancio della difesa, come il Regno Unito con Westland e Stati Uniti con DRS. Finmeccanica, con Guarguaglini alla guida, è riuscita nel mondo anglosassone in ciò che non è riuscito  a francesi e tedeschi, alle prese con le problematiche sinergie di Airbus e A400M. Anche e forse proprio per questo, Finmeccanica è al centro di un vero scontro di potere. In Italia, a molti questa scelta e questo protagonismo nel business della difesa – “le armi”, che schifo! – non piace a molti. A questo punto o L’Italia politica riuscirà a darsi una regola di condotta rigorosa, di fronte ai rischi dei presumibili sviluppi di questa partita, oppure i grandi concorrenti esteri brinderanno. Read More

7
Giu
2010

Infrastrutture e manovra: una luce e molte ombre

Corrado Passera ha ragione nella sua intervista odierna al Wall Street Journal, indicando in 250 miliardi di euro il fabbisogno finanziario necessario in cinque anni alle infrastrutture italiane, per sanare il gap che strozza l’economia italiana. Non dovrebbero essere né tutti né per lo più denari pubblici, naturalmente: ché gli abbondanti capitali privati alla ricerca di buoni rendimenti accorrerebbero, qualora vi fosse una certa e credibile regolazione di settore , e procedure rapide ed efficienti di realizzazione delle opere. Cioè esattamente le due condizioni che mancano all’Italia, e che hanno determinato il gap infrastrutturale. Alla luce di questo vale la pena dunque di chiedersi: – e di qui riprende la domanda iniziale – che effetto determina la manovra. Read More

7
Giu
2010

L’aiuto italiano alla Grecia….

D’accordo, nella community dei trader e relativi blogger Tyler Durden e il suo Zerohedge ha fama di spararle un po’ grosse. Ma vale la pena di leggere il suo post appena scritto sulle nuove emissioni di debito pubblico italiane a copertura degli oltre 5 miliardi di euro in cui consiste il nostro contributo all’eurosalvagente deciso il 9 maggio scorso.. Quando parla di “idiozia europea” Durden esagera, e oltretutto le emisisoni a copertura del fondo europeo non accrescono il debito per Eurostat. Ma ha ragione nel dire che si tratta naturalmente di un artificio, perché chi cura i debiti con più debiti comunque non convince i mercati, e il suo spread sul Bund è dunue destinato a salire. Infatti quello italiano è salito da quota 90 a quota 173 punti in sole 7 giornate borsistiche…. e nel frattempo il colloquio chiarificatore tra Sarkozy e Merkel che doveva tenersi oggi è stato aggiornato al 14 giugno, tanto per ribadire quanta convergenza reale vi sia tra le due maggiori capitali dell’euroarea, in materia di come comportarsi di fronte alla sfiducia dei mercati.

7
Giu
2010

Navi cariche di protezionismo

Nell’azione dimostrativa messa in atto giovedì scorso da Coldiretti al porto di Ancona c’è molto più che la semplice protesta contro i “falsi made in Italy” che contaminerebbero il nostro agroalimentare e farebbero crollare i prezzi dei nostri prodotti agricoli. Al porto del capoluogo marchigiano arrivano infatti ogni anno carichi di cereali e oleaginose, destinate al nostro mercato interno. Nelle dichiarazioni degli organizzatori della protesta si legge che nel porto di Ancona

ogni ora entrano 10.000 chilogrammi di grano straniero pronti a diventare ‘marchigiani’, con l’effetto di far crollare i prezzi dei prodotti delle nostre campagne (da 0,50 euro al chilo a 0,13 in due anni) e ingannare i consumatori.

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6
Giu
2010

Piccolo Guinness di Alitalia

Il piccolo Guinness di oggi è dedicato ai conti della nuova Alitalia nel primo trimestre 2010, resi noti nel comunicato stampa dello scorso 12 maggio. Poichè il primo trimestre 2009 non è confrontabile perchè caratterizzato dal difficile avvio del nuovo vettore e nel primo trimestre 2008 la vecchia Alitalia era già in profonda crisi, confrontiamo i dati del nuovo vettore nel I trimestre 2010 con quelli della vecchia compagnia nel I trimestre 2007, periodo caratterizzato da relativa normalità. Per ogni variabile i dati 2007 di raffronto sono riportati in parentesi dopo quelli del I trim. 2010.

  • Ricavi operativi: 639 mil.  (1.061 mil.)
  • Costi operativi: 764 mil.  (1.174 mil.)
  • Risultato operativo:  -125 mil. (-113 mil.)
  • Risultato op. in % ricavi op.:  -19,6% (-10,7%)
  • Passeggeri trasportati: 4,7 mil. (5,5 mil.)
  • Load factor: 64,5% (70,0%)
  • Ricavi op./pax trasportati: 136 euro (193 euro)
  • Costi op./pax trasportati: 163 euro (214 euro)
  • Risultato op./pax trasportati: -27 euro (-21 euro)
6
Giu
2010

Tonino, il compagno liberale

L’Italia dei Valori ha presentato al pubblico il suo “libro dei sogni”, pardon la sua proposta di manovra alternativa a quella approvata dal Governo. Al di là dei numeri altisonanti, ci sono un paio di idee che val la pena di prendere in considerazione, casomai qualcuno fosse ancora convinto della collocazione politica dell’Iddivù in sede europea. Dunque. Il compagno Tonino vorrebbe introdurre:

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