24
Giu
2010

Confindustria alza le stime. Ma molto resta da fare

Oggi Confindustria ha alzato le stime di crescita attesa per il 2010 all’1,2% del PIL, e per il 2011 all’1,6%.  Il capo dell’ufficio studi di Confindustria, Luca Paolazzi, per come lo conosco è alieno da qualunque sospetto di indoramento di pillole. Lavora seriamente sui dati, se del caso non evita analisi critiche ai difetti persistenti del tessuto d’impresa italiano, non piega alcun andamento a improprie simpatie politiche. Per chi volesse approfondire, qui il documnto integrale, e qui le slides di presentazione. Non è il caso di lasciarsi andare a impropri brindisi. Occhio ad alcuni flash che richiamo, sui più gravi problemi aperti: Read More

23
Giu
2010

Liberalizzazioni: bene anche i Radicali e bentornata Emma

Dopo le sei proposte di Pierluigi Bersani, oggi sono venuti allo scoperto i Radicali. I leader del partito – Emma Bonino, Mario Staderini, Michele De Lucia e Marco Beltrandi – hanno illustrato un pacchetto di emendamenti alla manovra finanziaria. Il senso generale delle proposte è quello di “raddrizzare” le storture dell’intervento tremontiano, giudicato molto duramente:

misura strutturale, tagli lineari, interventi emergenziali, settoriali o a colpi di “una tantum”. Misure inique, dunque, dall’efficacia limitata, ma soprattutto senza alcuna prospettiva, per il nostro Paese, di riforme, crescita, sviluppo. Per distribuire ricchezza, bisogna prima produrla; in caso contrario, si distribuisce solo povertà, se non – addirittura – miseria.

La diagnosi è, sostanzialmente, condivisibile, al netto della polemica politica. E la terapia?

Read More

23
Giu
2010

Nucleare: bye bye regioni

La Corte costituzionale ha respinto il ricorso delle regioni contro la legge 99/2009, nelle parti in cui essa prevedeva la possibilità di esercizio di potere sostitutivo da parte del governo in caso di mancato accordo con gli enti locali sui siti per i nuovi impianti. E’ una buona notizia, che elimina una fonte di possibile confusione e restituisce vigore al percorso italiano di ritorno al(la possibilità di investire nel) nucleare. Il perché e il per come li ha illustrati, ampiamente e correttamente, Diego Menegon. A questo punto non ci resta che esprimere due modeste speranze, che temiamo verranno deluse. La prima è che, nonostante le dimissioni di Claudio Scajola, il governo si impegni a riprendere in mano il dossier atomico. Il sottosegretario Stefano Saglia lo sta seguendo come può, ma è chiaro che scelte di questo tipo richiedono l’attenzione a tempo pieno di un ministro. Quindi, se il governo crede che la vicenda meriti attenzione, si sbrighi a nominare un nuovo inquilino a Via Veneto (*). Secondo: il rigetto della posizione delle regioni fa pulizia e ordine, ma non rende perfette le norme che sono state approvate. Lo confesso sottovoce, ma penso che qualche ragione le regioni ce l’avessero. Quindi, questo è il momento per rimboccarsi le maniche e aggiustare quel che va aggiustato. Coraggio!

(*) Nel caso qualcuno non abbia colto l’allusione, la ripeto forte e chiaro: Saglia sarebbe un ottimo ministro.

23
Giu
2010

La Cina, la Germania, l’Est e Pomigliano

Il mondo s’interroga sulla riduzione del surplus cinese a seguito anche del ritorno al regime di fluttuazione amministrata del renminmbi, già in opera tra 2005 e 2008. La Cina si presenta al G20 canadese avendo sostanzialmente annullato il surplus sull’euroarea, mentre resta forte verso gli USA, ma di fatto bisogna dare atto che lo spazio dato alla sua domanda interna è molto forte, come meccanismo acceleratore della crescita dei Paesi meno forti. Lo stesso non si può dire della Germania nell’euroarea, che pensa però l’indebolimento dell’euro sul dollaro espanda più che ragionevolmente l’export di paesi come l’Italia, senza che essi debbano dunque rompere le scatole in sede europea rimproverando Berlino di non fare in Europa come invece la Cina fa verso tutti i Paesi esportatori del Pacific Ring. Eppure, ai fini dell’exit strategy italiana, c’è un particolare sul quale avrebbero dovuto riflettere tutti, nelle ore immeduiatamente successive al referendum dei lavoratori Fiat a Pomigliano. La questione è: che cosa produce, la delocalizzazione? Read More

23
Giu
2010

Pomigliano, chi ha paura e chi no

Non si capisce il referendum dei lavoratori di Pomigliano, senza una premessa. La Fiat di Sergio Marchionne e John Elkann ha scelto una via nuova. Non prende più contributi pubblici, e dunque rifiuta di essere considerata una branca dell’INPS. Resta a produrre negli stabilimenti italiani non per fare assistenza pubblica in perdita, ma solo se la produttività è tale da realizzare utili. Perché solo così si riesce a fare altrettanto anche negli USA con Chrysler. E’ vero che a Pomigliano c’è una storia particolare, di alto assenteismo e finti malati. Ma la nuova Fiat addita al Paese una realtà che molti continuano a non voler vedere. Read More

22
Giu
2010

La cultura poi ti cura con premura

Della riforma degli enti lirico-sinfonici ci eravamo occupati alcune settimane fa (qui), durante il varo del decreto legge che tante polemiche ha suscitato. In quell’occasione si era espresso un cauto apprezzamento per il testo emanato dal governo. Cauto perchè i pochi articoli di cui era composto lasciavano in sospeso diversi punti, tutti da sviscerare con successivi regolamenti. Apprezzamento perchè si affrontava in maniera netta il nodo dei costi, soprattutto quelli per il personale.
Da allora è stato un susseguirsi di contestazioni. Ora che il testo ha cominciato l’iter per la sua conversione in legge, siamo giunti nel pieno degli scioperi. Il ddl è stato approvato da un ramo del Parlamento, e oggi andrà alla Camera per una sua veloce approvazione, che dovrà avvenire entro la fine del mese (allo scadere dei 60 giorni dalla comparsa del decreto in gazzetta ufficiale). Read More

21
Giu
2010

Le conseguenze di uno yuan forte

In attesa del G20 di Toronto, il prossimo fine settimana, le autorità monetarie cinesi hanno deciso che il peggio della crisi è alle spalle, ed annunciano al mondo che lo yuan tornerà al regime di fluttuazione amministrata, riferita ad un paniere di valute, già vista nel periodo 2005-2008. Entusiasmo degli americani e dei mercati, che vedono la mossa per quello che è, un enorme reflation trade.

Read More

21
Giu
2010

Quando lo Stato non mantiene gli impegni: la storia della Oliver Ogar di Montebello

Il Corriere della Sera di oggi racconta la storia della Oliver Ogan, un’azienda di Montebello (Vicenza) all’avanguardia nella ricerca biotecnologica, alla quale il ministero dell´Università deve 5 milioni di euro misteriosamente bloccati tra gli ingranaggi della burocrazia, e che oggi rischia di dover vendere nonostante il prodotto, frutto di un progetto rivoluzionario nel campo della produzione vinicola, sia per l’85% venduto ancor prima di uscire dalla fabbrica.

Read More