28
Giu
2010

Spesa e tasse da paura: e in cambio?

L’aggiornamento dei dati di contabilità nazionale pubblica 2009 reso noto oggi dall’Istat fa una certa impressione. E’ vero, nel 2009 con i suoi 5,3 punti di Pil di deficit pubblico l’Italia è rimasta abbondantemente sotto la media dell’Europa a 27, che ha registrato un deficit del 6,8%, con punte come l’Irlanda al 14,3%, la Spagna all’ 11,2%, il Regno Unito all’11,5%, la Francia al 7,5%. Ma quel che deve farci riflettere più di tutto sono tre fattori. Il primo riguarda il totale della spesa pubblica. Il secondo, la pressione fiscale. Il terzo, che cosa otteniamo in cambio dalle amministrazioni pubbliche – Stato e Autonomie – come cittadini e contribuenti, rispetto agli altri Paesi avanzati, paragonando livelli di spesa, d’imposta e contributi, alla qualità e agli effetti concreti dei servizi offerti al pubblico. Read More

28
Giu
2010

I tagli alle Regioni e il federalismo promesso

Chi ha ragione e chi ha torto tra le Regioni e il Governo, sulla manovra correttiva dei conti pubblici? Le Regioni, se i tagli non vanno insieme a uno schema preciso per l’individuazione di come funzionerà il federalismo fiscale, per premiare le più efficienti. Il Governo, se però si guarda complessivamente al contributo necessario per il contenimento del deficit. Cerchiamo di capire, numeri alla mano. Read More

26
Giu
2010

I dissensi nel G20 sono oggettivi

Al G8 concluso da qualche ora, e al G20 in corso fino a domani  in Canada, le tre macroaree mondiali sono arrivate divise. Il Fondo Monetario Internazionale ha lanciato venerdì un ultimo appello affinché le divisioni fossero superate, lanciando l’allarme emotivo su ben 30 milioni di posti di lavoro che sarebbero a rischio. Ma le divisioni non dipendono da scarsa buona volontà. Stati Uniti, Europa e Cina alla testa dei Paesi emergenti, a 22 mesi di distanza dal fallimento di Lehman Brothers e a 9 mesi dai primi segni di ripresa, hanno oggettivamente tra loro interessi diversi. Come del resto si comprende ricordando che i Paesi emergenti sono il vero motore della crescita mondiale – quest’anno sarà superiore al 4% – poiché crescono del 7% nel 2010 (la Cina intorno al 10%, e nel 2009 è diventata la potenza leader con il 22% del prodotto industriale mondiale rispetto agli Usa che dal 25% del 2001 sono calati di 10 punti). Senza scendere nel dettaglio, e al prezzo di inevitabili approssimazioni, cerchiamo di capire i punti di maggiore divergenza, per leggeremeglio  il comunicato del G20 che sarà diramat doomani pomeriggio. Read More

25
Giu
2010

Proprietà e libertà. Sì, ma quali?

It lies in the essence of owning that all rights belong to the owner except insofar as they belong to another person as a result of some acts performed by the owner M.N. Rothbard

Il diritto di ciascuno non vive nel vuoto, ma interagisce con le pretese degli altri alla ricerca obbligata di un equilibrio F.M. Nicosia

Il grande pregio della corposa monografia sulla proprietà data alle stampe ormai dieci anni or sono da Ugo Mattei è senza dubbio quello di aver contribuito a spezzare il recinto della diffidenza verso l’analisi economica del diritto nel nostro paese. Troppo a lungo, infatti, dottrina e giurisprudenza italiane hanno fondato la loro attività di ricerca sulla “regola migliore”, entro gli stretti confini della forma codicistica. Il contributo della Economic Analysis of Law -di casa Oltreoceano, ben poco qui da noi- ha di certo portato una ventata d’aria fresca, cambiando in parte il paradigma con il quale il giurista italico guarda alle norme e alla loro evoluzione. Read More

25
Giu
2010

Econo-Etica, invece di economica etica

Riceviamo da Leonardo Baggiani (IHC) e volentieri pubblichiamo

Ritengo che l’economia, come scienza, dovrebbe cercare di rendere i propri argomenti più possibile oggettivi, per poter capire “cosa accade”, “perché accade”, e “cosa accadrebbe se”. In tal senso i giudizi di valore e preferenze dovrebbero finire a valle della discussione. Si dovrebbe cioè parlare in primis di “fatti economici” e non di “valori etici”, di meccaniche e non di intenzioni. In questa ottica restano delle posizione di valore riguardanti libertà e proprietà, che però non mirano a dettare positivamente fini sull’azione economica e umana, come invece si verifica nel caso dell’onda “moralizzatrice” di chi vuol dare contenuto e movente etici all’economia, subordinando così i “fatti” ai “valori”. Questo è ad esempio il caso del valore etico della “solidarietà”. Read More

25
Giu
2010

A tutto c’è un limite, e gli ambientalisti spagnoli quel limite l’hanno passato

UPDATE: A quanto risulta dalle ultime informazioni – riportate per esempio da Pajamas Media – il “pacco bomba” è frutto di una serie di errori e fraintendimenti: il pacco non era destinato a Calzada, e il suo contenuto, pur potendo apparire una bomba smontata, era in realtà una serie di componenti meccanici inoffensivi. Il fraintendimento da parte di Gabriel dipende, probabilmente, un po’ dalla risposta ambigua della persona responsabile della spedizione (“è la nostra risposta al suo studio sulle fonti rinnovabili”, che ora sostiene di aver inviato un plico cartaceo che, per errore, sarebbe stato inviato a qualcun altro); e un po’ dal fatto che Calzada in passato aveva già ricevuto diverse minacce e intimidazioni. Meglio così.

Gabriel Calzada, presidente e direttore generale dell’Instituto Juan de Mariana, qualche giorno fa ha ricevuto un pacco inatteso da Thermotecnic, un produttore spagnolo di pannelli fotovoltaici. Insospettito dalla forma e il peso del pacchetto, Calzada telefona al mittente per verificare di essere davvero il destinatario desiderato, che non si tratti di un disguido. Gli rispondono:

es nuestra respuesta a los artículos sobre energía de Sr. Calzada en Expansión.

Expansiòn è il principale quotidiano economico-finanziario spagnolo, con cui Gabriel collabora regolarmente e per il quale si è occupato, in particolare, dell’impatto dei sussidi verdi sull’economia spagnola (tema a cui ha dedicato anche un ampio studio). La risposta era talmente obliqua, il tono talmente minaccioso, che Calzada ha voluto approfondire, e si è rivolto a un esperto di terrorismo per aprire il pacco. Paranoia?

Giudicate voi. Il pacco conteneva un ordigno smontato. Non pericoloso. Per ora. Un avvertimento. In futuro, chissà. Un abbraccio a Gabriel. Giudicate voi.

Qui la cronaca su Expansiòn, qui il resoconto su Pajamas Media.

24
Giu
2010

Martin Wolf e la Mugabenomics

Riceviamo da Silvano Fait (IHC) e volentieri pubblichiamo

Martin Wolf, columnist del FT, in un articolo ripreso e tradotto il 23 giugno dal sole24ore, di fronte ai tentativi di adozione di politiche di austerity da parte dei governi europei obietta che questi potrebbero ricondurre le economie lungo il sentiero della depressione. Suggerisce pertanto di adottare una politica estremamente espansiva di monetizzazione dei debiti pubblici, da neutralizzare una volta tornato il bel tempo con consistenti surplus di bilancio. Per quanto lo neghi – e a dire il vero, neanche con tanta convinzione – sta proponendo un passaggio dalla k-percent rule di Friedman alla Mugabenomics (v. Robert Mugabe politico zimbabwese). Vediamo allora di porci un quesito interessante per tempi interessanti: può fallire una banca centrale ? Read More

24
Giu
2010

Le politiche keynesiane hanno portato la Gran Bretagna sull’orlo della rovina

Riceviamo da Kevin Dowd e volentieri pubblichiamo:

Il miglior contributo al dibattito parlamentare sulla “finanziaria” d’emergenza del regno Unito è quello dato da Steve Baker, deputato eletto nella circoscrizione di Wycombe. Avvalendosi di un’analisi impeccabile e di fonti universalmente rispettate (ONS – Office for National Statistics – e Banca dei regolamenti internazionali) per i dati che ha citato, Baker ha dipinto un quadro spaventoso: le politiche fiscali dei governi dei paesi occidentali sono insostenibili, e lo erano anche prima che si verificasse la crisi delle ultime settimane.

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