31
Ago
2010

Una fenice viennese? – 5

Concludo con tre dibattiti che non ci furono mai, e le cui conseguenze negli anni ’50 dividevano radicalmente, e ancora oggi distinguono, gli austriaci dal mainstream: quello sul positivismo, quello sulla formalizzazione, e quello sull’uso di costrutti ideali. Read More

30
Ago
2010

Tea Party Italia risponde

Riceviamo da David Mazzerelli (coordinatore nazionale Tea Party Italia) e volentieri pubblichiamo

Approfitto di Chicago Blog e della consueta franchezza che contraddistingue il suo direttore, Oscar Giannino, per chiarire alcune questioni emerse su un articolo – qui pubblicato – in cui viene citato più volte, spesso in maniera scorretta, il movimento dei Tea Party italiani. Queste erronee interpretazioni del nostro lavoro seguono le mistificazioni della stampa italiana che – in seguito al’evento “Restoring Honor”, che Glenn Beck ha promosso lo scorso sabato, portando centinaia di migliaia di persone a Washington – ha parlato di un movimento di “ultra-destra” che avrebbe niente meno che Sarah Palin come leader maximo.
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30
Ago
2010

La volpe e il tè

“L’ottimo post di Alberto Mingardi da Washington sulla giornata Restoring Honor ha suscitato molti commenti. Luca Fusari torna qui con le sue opinioni sulla peculiarità liberataria dei Tea Parties rispetto allo show Dio-Patria-Famiglia messo in piedi dalla Fox e rispetto alla tendenza GOP di ‘riprendere il controllo’ del movimento in vista del midterm. Ma Luca affronta anche il tema della possibilità e opportunità di qualcosa di simile in Italia, come aveva chiesto rilanciando ieri Mingardi su Facebook. Spero che altri vorranno contribuire con le loro opinioni. E’ venuto il momento, di dare all’iniziativa libertaria-liberista un fremito di energico attivismo, fuori dai partiti per me, nella società italiana?”  O.F.Giannino Read More

30
Ago
2010

Una fenice viennese? – 4

“Vienna vs Keynes”

Veniamo all’ultimo dibattito degli anni ’30 tra austriaci e il resto del mondo: quello sulla macroeconomia. Nella General Theory di Keynes c’è il grossolano errore di storia del pensiero economico per cui i classici non avevano alcuna teoria del ciclo economico, quando in realtà di cicli se ne parlava già a metà ‘800 in Inghilterra, tra currency school e banking school, e ne aveva parlato ancor prima Ricardo. Questo errore – o forse menzogna – divenne però parte dell’ortodossia, tant’è che ancora oggi c’è chi lo ripete. Read More

29
Ago
2010

Continental e United e la concorrenza nel mercato aereo

È arrivata ieri una notizia che rivoluzionerà i cieli mondiali: il Dipartimento di Giustizia Americana ha permesso la fusione tra United Airlines e Continental Airlines. Certo la notizia era già annunciata poiché lo scorso 12 agosto le due compagnie avevano svelato il marchio che avrebbe volato sulle fusoliere della flotta della nuova compagnia. L’Antitrust americano ha posto alcune condizioni, in particolare la vendita di alcuni slot nello scalo di Newark. La nuova compagnia avrá la sua base a Chicago e farà una forte concorrenza all’altro grande operatore tradizionale americano, Delta Airlines e alla prima low cost statunitense Southwest. È nata dunque una delle più grandi compagnie mondiali almeno in termini di passeggeri, ma il fatto più rilevante è che questa fusione conferma una tendenza degli ultimi anni. Read More

29
Ago
2010

La pianta del tè

Oggi Washington è stata letteralmente invasa dagli ammiratori di Glenn Beck, per una manifestazione enfaticamente intitolata “Restoring Honor”, pensata a sostegno delle forze armate Usa ma anche dei valori di “fede, speranza e carità” incarnati da figure esemplari della società civile. L’evento è stato in prima battuta un fund raiser per la Special Operations Warrior Foundation – e poi un test per la popolarità del conduttore radiofonico. In diversi hanno associato questa manifestazione ai “Tea Party” ma effettivamente si è trattato di un evento molto diverso da quello che lo scorso 12 settembre ha visto un numero straordinario di americani correre nella capitale per dire il loro “no” alla cultura dei bail-out.

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28
Ago
2010

Una fenice viennese? – 3

“Vienna vs Lange”

Il secondo dibattito degli anni ’30 da cui la Scuola austriaca uscì sconfitta fu quello sul socialismo. L’Unione Sovietica è ormai morta da un pezzo, ma non si è ancora d’accordo sul perché: c’è chi usa l’argomento di Mises, e chi parla di problemi di incentivi (i due argomenti credo siano collegati). Il problema è che dal dibattito sul calcolo economico è nata la teoria del processo di mercato, cioè la visione microeconomica della Scuola austriaca: il tema del calcolo economico è quindi quello più pregno di conseguenze per le differenze nel modo di vedere l’economia.

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27
Ago
2010

Preparatevi all’oppressione finanziaria, dice Morgan Stanley

Da due giorni i blog finanziari rilanciano questo report che Morgan Stanley ha commissionato ad Arnaud Marés, ma non pubblicato se non molto dopo che il testo già girava.  In effetti, vale la pena. La tesi è che è “del tutto ottimistico dare per scontato che la tutela dei bondholders pubblici (e bancari, oops!) possa proseguire ad libitum escludendoli da perdite patrimoniali come unica costituency integralmente protetta”. Alla luce dei debiti pubblici e soprattutto della sottostima della sfida fiscale che sta di fronte a molti Paesi avanzati “c’è un’alternativa al semplice default sovrano: l’ ‘oppressione finanziaria’, cioè l’imposizione ai creditori di tassi reali di ritorno dell’investimento negativi o artificialmente bassi, strumento più volte usato nella storia in circostanze analoghe”. E’ meglio che gli investitori si preparino, la mesta conclusione. Read More

27
Ago
2010

Il nuovo patto sociale di Marchionne

Sergio Marchionne ieri ha conquistato il Meeting di Rimini. Come il giorno precedente Emma Marcegaglia, si è guardato bene dal cadere nella trappola di chi sulla vicenda Fiat-Melfi alza i toni per alzare polveroni. Ha usato sobrietà e misura, l’uomo che porta la nuova Fiat di John Elkann alla sfida mondiale attraverso l’America. Con il pieno  sostegno non solo dell’azienda che guida ma – c’è almeno da sperarlo – di tutta l’industria italiana, ha lanciato un fermo appello a chiunque nella società italiana comprenda che è tempo di usare grande responsabilità, di scelte rapide ed efficaci, e di regole nuove che le consentano nell’interesse di tutti: delle aziende, dei lavoratori, del Paese intero. E’ un Marchonne molto diverso da quello che, tra 2005 e 2007, piaceva alla sinistra perché “socialdemocratico”. E che torna invece al suo credo illustrato due anni prima di assumere la guida Fiat all’Harvard Business Review, quando il suo unico faro era lo shareholder value. E’ un vero e proprio nuovo patto sociale, quello che Marchionne e il presidente di Confindustria hanno perorato a Rimini. E’ il contrario di quella specie di rozza imposizione, unilaterale e autoritaria, che Fiom e sinistra antagonista attribuiscono al nuovo corso dell’azienda leader della manifattura italiana, e a tutti coloro che insieme a lei indicano nel rapido decollo dei Paesi emergenti il treno della crescita sul quale o ci attrezziamo a salire subito, oppure per anni e anni resteremo confinati a un crescita ancor più stagnante di quella del decennio precrisi. Read More