9
Set
2010

Una “Fist Rule” a tutela del diritto (e per aprire a un nucleare di mercato)

Da quando il diritto è stato ridotto alla semplice volontà del “sovrano” (in passato era un re, oggi in genere è un’assemblea parlamentare), uno dei problemi più gravi che ne sono derivati riguarda la tenuta delle regole. In definitiva, una delle funzione fondamentali di un buon sistema normativo consiste proprio nel limitare l’incertezza: nel garantire quale sarà l’orizzonte legale entro cui ci si troverà a operare in futuro. Ma se le leggi non sono altro che semplici decisioni del sovrano, è facile finire vittima della volubilità del legislatore.

Questo è particolarmente grave quando si riflette sulle prospettive economiche del Paese. Read More

8
Set
2010

Teoria austriaca del ciclo

Sul sito NoisefromAmerika ho scritto un lungo articolo che riassume la teoria austriaca del ciclo economico, scendendo nei dettagli della struttura della produzione, dei suoi cambiamenti durante boom e recessioni, e dei motivi per cui la moneta è non-neutrale. Quest’ultimo problema è trattato estensivamente, anche perché è secondo me ancora da fondare correttamente sul piano teorico, e per questo motivo descrivo due possibili strade per giungere alla soluzione: costruire un modello formale lasciando perdere i dettagli sulla teoria del processo di mercato, oppure sviluppare questa teoria in modo da costruire una teoria completa dell’economia monetaria al di fuori dell’equilibrio generale, completando i lavori di Mises e Hayek.

Nonostante la sua lunghezza, ci sono cose che non ho potuto dire o citare, ma sono convinto che come sunto della teoria sia di ottima fattura, anche visto e considerato che le versioni che si trovano su internet sono spesso troppo semplicistiche. Non parlo ad esempio dei lavori di Garrison (moral hazard, bolle, overproduction), né l’analisi del free banking (Selgin, White, Horwitz, Sechrest), né elenco i temi in cui gli austriaci dovrebbero secondo me cominciare a lavorare (flussi internazionale di capitale, struttura dei mercati finanziari).

7
Set
2010

La disdetta di Federmeccanica, il bando Fiom a me

Dieci, cento, mille Pomigliano. Le nuove regole contrattuali sottoscritte da Confindustria nel 2009 con tutti i sindacati meno la Cgil, l’accordo applicativo delle nuove regole per più produttività in cambio di più salario detassato proposto da Fiat a Pomigliano e approvato alle urne da due terzi dei dipendenti, hanno compiuto ieri un altro passo verso la rivoluzione delle relazioni industriali italiane. All’unanimità, il consiglio direttivo delle imprese meccaniche di Confindustria ha infattin ieri affidato al presidente, Pierluigi Ceccardi, il mandato di procedere alla disdetta del contratto dei metalmeccanici siglato il 20 gennaio del 2008. La Fiom è insorta, il suo segretario Maurizio Landini ha giudicato la scelta come una vera e propria lesione alle regole democratiche del Paese. Prima dell’analisi della nuova fase che si apre, è il caso di spiegare ai non addetti ai lavori in che cosa davvero consiste, la scelta confindustriale adottata tra le reazioni positive di tutte le altre sigle sindacali. Read More

7
Set
2010

Profumo, Passera e la grande banca

Ci sono due modi di guardare all’apparente crisi di fine estate dei due amministratori delegati delle due maggiori banche italiane. La prima è quella di perdersi nel filo di Arianna delle considerazioni di ordine personale, che tanto vanno per la maggiore nella stampa retroscenista, e non solo in quella politica. E così si sono lette fior di illazioni, su che cosa abbia spinto davvero o quali benedizioni abbiano indotto il Corriere della sera a pubblicare per due giorni di seguito articoli intorno agli investimenti alberghieri della famiglia Passera. E analogamente si sono sprecate le strizzate d’occhio, intorno al mormorio delle fondazioni azioniste raccolte insieme al presidente di Unicredit Dieter Rampl, nel protestare per aver appreso dai giornali che il fondo sovrano della Libia aveva aggiunto un altro due per cento buono di capitale alla quota di poco sotto al 5% già detenuta dalla banca centrale del Paese guidato dal finalmente amicissimo dell’Italia, il colonnello Gheddafi. Senonché chi scrive qui non intende inseguire considerazioni personalistiche. Hanno sicuramente il loro peso, per carità. Perché alla testa di grandi banche lo stile personale del numero uno operativo investe inevitabilmente il modello gestionale, il rapporto con gli azionisti, la scelta della prima cerchia del management alla testa delle diverse unità di business, e la modalità attraverso la quale essi trasmettono valori e procedure dell’istituto nelle attività di cui sono responsabili, a scendere fino all’ultimo sportello. Ma il primario giudizio su questo spetta agli organi e agli azionisti della banca. Tocca a noi tentare di capire invece se le polemiche tardoestive siano anche figlie di peculiarità sistemiche, quelle di cui ci occupiamo qui. Read More

7
Set
2010

Cambiategli nome

La pubblicazione del rapporto dell’InterAcademy Council sul processo dell’Ipcc – l’organizzazione delle Nazioni unite che fa “il punto” sulla scienza del clima – ha generato reazioni eterogenee quanto prevedibili. Gli “amici” dell’Ipcc vi hanno letto una sentenza di assoluzione, i critici una condanna. Probabilmente la verità sta nel mezzo, ma certamente sarebbe sorprendente se la cosa rimanesse priva di conseguenze. Come invece sarà.

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6
Set
2010

Germania, per qualche atomo in più…

A quasi un anno dalla storica vittoria elettorale del 27 settembre, CDU/CSU ed FDP sono finalmente giunte ad un accordo per prolungare la vita dei diciassette reattori nucleari della Repubblica federale. Basterà il voto del Bundestag; il Bundesrat, in cui l’esecutivo non ha più la maggioranza, verrà comodamente aggirato.* In una lunga riunione, tenutasi ieri in una Cancelleria assediata dai manifestanti ecologisti, gli esponenti del governo hanno stilato le linee guida di questo “phase-out dal phase-out”, come è stato ribattezzato in questi mesi dalla stampa. Read More

4
Set
2010

Più stoccaggi per tutti. E per il mercato?

L’Autorità per l’energia ha inviato a Parlamento e governo una segnalazione che solleva alcuni punti molto critici sul decreto stoccaggi, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 29 agosto. Il decreto muove dal presupposto che occorre mobilitare investimenti in nuova capacità di stoccaggio, indispensabile a garantire al mercato del gas (e, indirettamente, all’elettrico) la flessibilità necessaria specialmente nei mesi di maggior domanda. Se, da questo punto di vista, gli strumenti adottati possono essere efficaci, essi rischiano di essere inefficienti a causa delle conseguenze, potenzialmente negative, che rischiano di generare su un altro terreno: quello della concorrenza e del mercato.

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