11
Set
2010

Piccolo Guinness di Alitalia II

Aggiorniamo il piccolo Guinness di Alitalia con i conti della nuova azienda relativi al primo semestre 2010, resi noti nel comunicato stampa dello scorso 30 luglio. Come nella precedente puntata, relativa ai dati del I trimestre 2010, confrontiamo i risultati del nuovo vettore con  quelli della vecchia compagnia nel periodo corrispondente del 2007 (I semestre), ultimo anno di relativa normalità operativa. La domanda cruciale, infatti, non è tanto se la nuova Alitalia stia andando meglio nel 2010 rispetto al 2009 quanto se essa vada meglio della vecchia, dato che questo era l’obiettivo implicito del costoso intervento pubblico. Per ogni variabile i dati 2007 di raffronto sono riportati in parentesi dopo quelli del I semestre 2010:

  • Ricavi operativi: 1.480 mil.  ( 2.309 mil.) 
  • Costi operativi: 1.609 mil.  (2.436 mil.)
  • Risultato operativo:  -129 mil. (-127 mil.)
  • Risultato operativo in % ricavi op.:  -8,7  % (-5,5 %)
  • Passeggeri trasportati: 10,6 mil. (11,9 mil.)
  • Load factor: 68,0 %  (73,3 %)
  • Risultato operativo/passeggeri trasportati: -12 euro (-11 euro)

I dati precedenti evidenziano come la nuova Alitalia pur avendo notevolmente migliorato i suoi risultati nella prima metà del 2010 rispetto al 2009, come messo in rilievo nel comunicato stampa, non abbia ancora raggiunto quelli che la vecchia azienda era comunque in grado di conseguire in periodi di normale operatività. L’obiettivo di una nuova azienda migliore della vecchia non è dunque ancora raggiunto e appaiono non giustificati i titoli ottimistici che compaiono regolarmente su molte testate giornalistiche. Il Corriere di ieri, ad esempio, titolava:

Il rilancio Nel terzo trimestre previsto il raddoppio dell’ utile operativo della compagnia.

La ripresa d’ estate per la nuova Alitalia

La ripresa d’estate per un’azienda come Alitalia si chiama tuttavia stagionalità: è ovvio che i mesi estivi siano migliori dei precedenti e anche che siano migliori degli stessi mesi dell’anno prima, visto la difficile partenza del nuovo vettore e la recessione economica nel 2009. Per dare giudizi più seriamente basati su fatti e numeri meglio aspettare sia  il III che il IV trimestre.

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11
Set
2010

Il punto sulla Spagna – La riforma del lavoro di Zapatero

È arrivata questa settimana la riforma spagnola del mercato del lavoro. Celestino Corbacho, ministro del lavoro e tutto il governo Zapatero hanno approvato in solitudine un cambiamento necessario. Senza dubbio vi era bisogno di una riforma, perché come “certificato” anche dal World Economic Forum, la Spagna ha un mercato del lavoro estremamente complicato. La posizione nel ranking mondiale stilato dal WEF registra che il Paese iberico si trova al 130esimo posto su 139 Stati in classifica per quanto riguarda la flessibilità del mercato del lavoro. Questo dato potrebbe sorprendere, poiché in Spagna circa il 95 per cento dei nuovi contratti è a tempo determinato. Ma vi sono altri elementi che rendono la Spagna anti-competitiva in questo campo e che hanno portato il Paese ad avere un tasso di disoccupazione superiore al 20 per cento. Anche nelle regioni più ricche, quali la Catalogna o la Regione di Madrid si registrano tassi di disoccupazione superiori al 15/16 per cento. Un’anomalia europea.In primo luogo vi sono il costo molto elevato del licenziamento e la disparità dell’indennizzo di licenziamento tra contratti determinati e indeterminati. Questo argomento è al centro della riforma di Zapatero ed è un elemento che ha creato molta discussione. Read More

10
Set
2010

Fs e la concorrenza scorretta

Ha ragione o torto Mauro Moretti, l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, quando ha affermato “Tu puoi fare la migliore gara possibile e la più trasparente, ma in Italia chi perde si tutela col giudice amministrativo e tu non puoi fare nulla”? Ha ragione o torto, quando annuncia che Fs in futuro, nei settori del mercato aperti alla concorrenza, potrebbe decidere attraverso affidamenti diretti e non più gare, seguendo la possibilità prevista dall’articolo 30 della direttiva 17 del 2004? E’ una duplice questione di peso, per noi che siamo a favore della concorrenza e del mercato. Ma secondo me Moretti ha ragione. E’ l’Europa a dargliela, non noi. Vediamo perché. Read More

10
Set
2010

Senza nucleare il futuro non è “Zero Emission”

Si è conclusa oggi, venerdì 10 settembre, “Zero Emission”, la maratona di quattro giorni dedicata alle energie rinnovabili e alla lotta alla CO2. Quattro giorni, alla Fiera di Roma, tra tavole rotonde, convegni e incontri, dove si è discusso di fotovoltaico, eolico, ma anche di quelle tecnologie, come la Ccs (cattura e stoccaggio della CO2), in grado di ridurre i gas climalteranti. Unico assente, con grande stupore di chi vi scrive, il nucleare. Già perché parlare di un futuro senza nucleare, equivale a spingere nelle braccia degli idrocarburi il nostro fabbisogno energetico. Read More

9
Set
2010

Tirrenia: la migliore delle aziende possibili

Non si è fatta attendere la risposta dei sindacati al focus pubblicato dall’Istituto Bruno Leoni. C’era da aspettarselo, dato che le accuse ai sindacati e alla gestione tragica dell’azienda erano state molto forti. Ma di critiche forti al processo di privatizzazione farsa ce ne era il bisogno, come quelle di Oscar Giannino sulle colonne di Chicago-blog. Tirrenia è arrivata a quello che ormai era prospettato da anni. Un’azienda pubblica decotta, che era andata avanti per decenni solo grazie ai sussidi pubblici. In parte questi erano “legalizzati” sotto la sigla OPS, oneri di pubblico servizio. Read More

9
Set
2010

Se il benzinaio ti porge giornale e caffè

La quotidianità di ciascuno di noi è segnata da abitudini più o meno d’obbligo concatenate nel tempo. Il ragionier Ugo Fantozzi era giunto a mettere la sveglia alle 7.51 per arrivare a lavoro alle 8,30. Tutto era calcolato al dettaglio: “cinque secondi per riprendere conoscenza, quattro secondi per superare il quotidiano impatto con la vista della moglie, sei per chiedersi cosa mai lo spinse un giorno a sposare quella specie di curioso animale domestico, tre secondi per bere il caffè”, un’altra manciata di minuti per le normali pratiche mattutine, “tre minuti per vestirsi e correre alla fermata del suo autobus che passa alle 8.01”.

Se anziché usare i mezzi pubblici il ragioniere avesse impiegato l’auto, se avesse avuto il vizio del fumo e se, infine, fosse stato un uomo dalla spiccata curiosità intellettuale, bramoso di leggere gli articoli di Giannino, Mingardi, Stagnaro e Lottieri Read More

9
Set
2010

Una “Fist Rule” a tutela del diritto (e per aprire a un nucleare di mercato)

Da quando il diritto è stato ridotto alla semplice volontà del “sovrano” (in passato era un re, oggi in genere è un’assemblea parlamentare), uno dei problemi più gravi che ne sono derivati riguarda la tenuta delle regole. In definitiva, una delle funzione fondamentali di un buon sistema normativo consiste proprio nel limitare l’incertezza: nel garantire quale sarà l’orizzonte legale entro cui ci si troverà a operare in futuro. Ma se le leggi non sono altro che semplici decisioni del sovrano, è facile finire vittima della volubilità del legislatore.

Questo è particolarmente grave quando si riflette sulle prospettive economiche del Paese. Read More

8
Set
2010

Teoria austriaca del ciclo

Sul sito NoisefromAmerika ho scritto un lungo articolo che riassume la teoria austriaca del ciclo economico, scendendo nei dettagli della struttura della produzione, dei suoi cambiamenti durante boom e recessioni, e dei motivi per cui la moneta è non-neutrale. Quest’ultimo problema è trattato estensivamente, anche perché è secondo me ancora da fondare correttamente sul piano teorico, e per questo motivo descrivo due possibili strade per giungere alla soluzione: costruire un modello formale lasciando perdere i dettagli sulla teoria del processo di mercato, oppure sviluppare questa teoria in modo da costruire una teoria completa dell’economia monetaria al di fuori dell’equilibrio generale, completando i lavori di Mises e Hayek.

Nonostante la sua lunghezza, ci sono cose che non ho potuto dire o citare, ma sono convinto che come sunto della teoria sia di ottima fattura, anche visto e considerato che le versioni che si trovano su internet sono spesso troppo semplicistiche. Non parlo ad esempio dei lavori di Garrison (moral hazard, bolle, overproduction), né l’analisi del free banking (Selgin, White, Horwitz, Sechrest), né elenco i temi in cui gli austriaci dovrebbero secondo me cominciare a lavorare (flussi internazionale di capitale, struttura dei mercati finanziari).

7
Set
2010

La disdetta di Federmeccanica, il bando Fiom a me

Dieci, cento, mille Pomigliano. Le nuove regole contrattuali sottoscritte da Confindustria nel 2009 con tutti i sindacati meno la Cgil, l’accordo applicativo delle nuove regole per più produttività in cambio di più salario detassato proposto da Fiat a Pomigliano e approvato alle urne da due terzi dei dipendenti, hanno compiuto ieri un altro passo verso la rivoluzione delle relazioni industriali italiane. All’unanimità, il consiglio direttivo delle imprese meccaniche di Confindustria ha infattin ieri affidato al presidente, Pierluigi Ceccardi, il mandato di procedere alla disdetta del contratto dei metalmeccanici siglato il 20 gennaio del 2008. La Fiom è insorta, il suo segretario Maurizio Landini ha giudicato la scelta come una vera e propria lesione alle regole democratiche del Paese. Prima dell’analisi della nuova fase che si apre, è il caso di spiegare ai non addetti ai lavori in che cosa davvero consiste, la scelta confindustriale adottata tra le reazioni positive di tutte le altre sigle sindacali. Read More