Il nuovo patto europeo, più ombre che luci
E’ stata necessaria una mediazione diretta tra Angela Merkel e Nikolas Sarkozy, per sbloccare il braccio di ferro che da settimane spaccava a metà i 27 membri dell’Unione europea sul nocciolo del nuovo patto europeo di stabilità da far succedere al “patto stupido” precedente. Cioè quello di Maastricht del 1992, che già prima della crisi è stato interpretato sempre più discrezionalmente a cominciare da Francia e Germania e che comunque negli ultimi due anni è stato spazzato via, definito com’era sull’irreale ipotesi di una crescita del 3% l’anno in termini reali e del 5% in termini nominali, cioè compresa l’inflazione. Il braccio di ferro opponeva da una Parte Germania e Paesi nordici, come Olanda e Finlandia, dall’altra Francia, Italia, Paesi latini e la maggioranza di quelli dell’Est. E’ buono, il compromesso? Che cosa signifca, oltre che per l’Ue, per l’Italia?