27
Nov
2010

Autorità per l’energia. Non hai vinto, ritenta

La bomba è scoppiata a Palazzo Chigi questa mattina. Antonio Catricalà, presidente non-più-uscente dell’Antitrust, ha rinunciato a prendere la guida dell’Autorità per l’energia. Nel pomeriggio, lo stesso Catricalà ha confermato la decisione, giustificandola così:

Ho scritto al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per comunicargli la mia decisione di rimanere all’Antitrust. Sono un uomo delle istituzioni e non voglio consentire che l’Autorità che presiedo e l’Autorità dell’energia siano paralizzate da veti incrociati che pur non riguardano la mia persona.

Cosa c’è dietro, e cosa abbiamo davanti?

Read More

26
Nov
2010

Agricoltura, trasporti e biodiversità: la nuova frontiera del protezionismo commerciale

Alcuni commenti al mio ultimo post su Chicago Blog mi inducono a tornare su un argomento, quello dell’agricoltura di prossimità e della sovranità alimentare, intorno al quale mi sembra che circolino molti luoghi comuni e ben radicati. In particolare un lettore scriveva che è giusto sostenere l’agricoltura locale, o nazionale, per alcune ragioni:

  1. perchè è buona e salutare e va tutelata per la salute di tutti (anche la vostra)
  2. perchè si aiuta la produzione italiana, e tutti i paesi proteggono la propria produzione (anche la Germania che va tanto di moda solo perchè spende un po meno degli altri)
  3. perchè l’ortofrutta non è un prodotto normale, portarla in giro per il mondo ne sminuisce la qualità
  4. la biodiversità è un patrimonio inestimabile della umanità, purtroppo certe cose non hanno prezzo ed il mercato non funziona per loro Read More
26
Nov
2010

Prezzi, inflazione… e concorrenza?

Spesso, parlando dell’attuale recessione e della politica monetaria adottata per venirne fuori, mi sono trovato a parlare di andamento dei prezzi, di pericoli di inflazione, e del ruolo calmieratore della Cina. Per la verità, all’inizio di tutta la storia lanciai pure veri e propri allarmi di elevata inflazione a venire, intesa come rialzi dei prezzi al consumo. Tutto sommato questo non si è avverato, e se accadesse tra un paio di anni non varrebbe, ritengo, a validare l’anzidetta profezia (prima o poi tutto accade, quindi i vaticini reiterati ad aeternum sono solo un ottimo espediente per darsi ragione prima o poi…). Un errore di questa profezia è stato non capire che già si era in inflazione, perché i prezzi avrebbero dovuto scendere grazie ai vari shock produttivi (informatica, internet, Cina), e quindi la loro relativa stabilità vale effettivamente come perdita di potere d’acquisto; come si dice tra le leggi di Murphy “se ci sei, non ci puoi andare”.

Read More

25
Nov
2010

Università: come non si debbono fare le riforme

La riforma degli atenei statali in corso di approvazione alla Camera rappresenta un ottimo esempio di come non si debbono fare le riforme. In primo luogo non dimostra di poter realizzare un miglioramento rispetto ad uno status quo ritenuto insoddisfacente (mentre un buon progetto di riforma deve provare di poter realizzare un nuovo stato che sia superiore e dominante, possibilmente in maniera netta, rispetto a quello corrente). Per dimostrare di poter superare gli aspetti problematici della situazione esistente deve essere in grado di identificarli e quantificarli con esattezza: prima di individuare la terapia occorre una diagnosi accurata. La riforma, invece, è  una terapia senza diagnosi (secondo difetto). Read More

25
Nov
2010

Poche tasse, molte entrate. Perché l’Irlanda non vuole alzare le imposte sulle imprese

Alle prese con gravi problemi di bilancio conseguenti alla decisione davvero improvvida di salvare le proprie banche e quindi costretta ad affrontare un deficit fuori controllo (superiore al 30% del pil), l’Irlanda sta studiando in vari modi come ridisegnare la propria economia. Ci saranno tagli alle spese e, soprattutto, vi sarà un massiccio aiuto dal resto d’Europa. Non è sorprendente che in questa situazione si inviti l’Irlanda a modificare le proprie regole in materia fiscale, in particolare accrescendo il prelievo sulle imprese, che oggi è tra i più modesti d’Europa, dato che è solo al 12,5%.

Da questo orecchio, però, gli irlandesi sembrano non sentirci, per ragioni che un recente intervento di Nicolas Lecaussin dell’Iref (Institut de Recherches économiques et fiscales) ha illustrato molto bene. Read More

24
Nov
2010

È necessaria una tragedia greca per ottenere le liberalizzazioni anche in Italia?

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Luigi Ferrata:

Vittorio da Rold su il Sole 24 Ore del 23 novembre analizza le ricette adottate dal Governo greco per fronteggiare la crisi.  Si tratta di una serie di liberalizzazioni e riforme strutturali che incidono in profondità nel tessuto sociale e burocratico del Paese. Da Rold sottolinea anche come Papandreu sia consapevole dell’impopolarità delle proprie scelte, ma che sia determinato a proseguire anche a costo di essere sconfitto alle elezioni.

Read More

23
Nov
2010

La manna è finita

Il mondo della cultura e dello spettacolo trova un nuovo importante alleato: il Presidente della Repubblica. E’ di oggi infatti l’esternazione di Napolitano in cui afferma che non è attraverso la “mortificazione” della cultura che “troveremo nuove vie per il nostro sviluppo economico e sociale”. Da tempo ormai le rivendicazioni fanno leva sull’effetto moltiplicatore degli investimenti in cultura. Facendo tesoro della lezione di Keynes, ora il concetto di moltiplicatore della spesa pubblica viene declinato a suo favore. Read More

23
Nov
2010

Trasporto regionale: poco mercato e tanti sussidi

Da pochi giorni è stato avviato il nuovo servizio ferroviario fra Milano e Torino di Arenaways, la prima azienda privata a sfidare il monopolista pubblico nel settore del trasporto locale di passeggeri. Le cronache dei giornali hanno ampiamente parlato dei mille dispetti che Trenitalia ha fatto al nuovo concorrente. D’altra parte, c’era da aspettarselo, visto che è Trenitalia a gestire i servizi di stazione che, secondo ogni logica, dovrebbero essere affidati a una società terza. Ma la cosa peggiore è che, proprio alla vigilia dell’avvio del nuovo servizio, è arrivata la decisione dell’“Ursf” (Ufficio per la regolazione dei servizi ferroviari, in realtà una branca minore del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti), che impedisce ai convogli di effettuare fermate nelle stazioni intermedie, trasformando così un servizio concepito come “regionale” in uno diretto “a media percorrenza”. Non è difficile immaginare come ciò abbia modificato i calcoli di convenienza del nuovo operatore: ecco un esempio dei costi dell’incertezza regolatoria.
Prosegui la lettura…