19
Dic
2010

Quel duro conservatorismo travestito da “sociale”

Premessa. Parlerò d’altro, di mercato, Italia, e Corriere e Repubblica di oggi. Ma prima dirò perché non ho aggiunto commenti a chi al precedente mio post su Marchionne – chi fosse interessato, trova un mio ulteriore articolo sul tema, sul Messaggero di oggi – mi ha definito “trinariciuto liberista”, aggiungendo che urlo perché ho poche idee, e che ho anche seri problemi psicologici, e che infine non attaccherei i giornalisti di destra ma solo queklli di sinistra che fanno “eguali porcate”. Read More

16
Dic
2010

Cournot e Bertrand in aeroporto

Come incidono il potere contrattuale delle compagnie e le discriminazioni tarrifarie praticate dai gestori sul mercato aeroportuale e sul consumatore finale? A questa domanda hanno cercato di rispondere empiricamente Jonathan Haskel, Alberto Iozzi and Tommaso Valletti del Ceis di Tor Vergata ricorrendo a due modelli standard di oligopolio applicate al settore: quello di Cournot e quello di Bertrand.

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14
Dic
2010

Metamorfosi televisive

Dal bruco alla farfalla

Riceviamo da Stefano Quintarelli e volentieri pubblichiamo. L’autore è un carissimo amico, oltre che uno dei maggiori esperti italiani di tlc e digitale, provare per credere il  suo Quinta’s weblog

Cos’è la televisione ? sembra una domanda banale perché tutti abbiamo in mente come riferimento cosa ERA la televisione: un servizio in cui un broadcaster emittente trasmette via etere i programmi televisivi (di cui ha acquisito i “diritti” per il suo paese) che, ricevuti da una antenna, vengono guardati su un televisore (un oggetto costituito da un sintonizzatore, uno schermo, degli altoparlanti).

Emittenti che, è bene ricordare, hanno degli obblighi di legge tra cui quelli riguardanti la par condicio, le fasce orarie di protezione dei minori, l’affollamento pubblicitario, la promozione di opere europee, le televendite, l’informazione sportiva, ecc.[1] Read More

14
Dic
2010

Silvio è vivo e Sergio lotta

Dedicherò solo poche righe al voto della Camera, coem avete visto cui siamo dati la regola di non fare post di politique politicienne. Silvio Berlusconi è un osso duro. Fini ha perso, Casini ha rotto politicamente e si è fatto contare alle urne, lui ha rotto personalmente e al dunque non ce l’ha fatta. Il Pd è nella palta. I problemi del Paese sono altri, e avremo altri terribili mesi di inedia. Sullo sfondo, elezioni con questa legge elettorale con Berlusconi ancora capo del centrodestra, e auguri al risultato. Per gente seria un nuovo impulso a emigrare perché non si salva praticamente nessuno, e nel pensarlo si prova autoribrezzo all’idea di diventare qualunquisti, qualunque cosa pensiate degli eccessi e delle tragiche promesse liberali mai mantenute da SB (io ne penso male e malissimo, dalle tasse alla spesa pubblica altissime alla riforma della giustizia mai varata pensando solo a sé, ma al dunque non c’è mai chi lo affronti senza scappare e lui resta in piedi ingessando sempre più tutto su se stesso, quanto alla sinistra in questi due anni l’ala liberal r firomista mi sembra travolta da posizioni neostataliste e tassaiole che mi fanno orrore, dei giustizialisti non parlo per evitare parole improprie, il neoproporzionalismo mi atterrisce per la spesa pubblica che provocherebbe con le mani libere di ogni partitino in Parlamento). Di fronte a tale scontro a coltello che fa altre macerie e avviene ignorando che tra poche settimane riparte l’euroballo del debito e noi ci finiremo dentro, dico che Dio aiuti l’Italia – e cioè i milioni di italiani che faticano seriamente senza fiatare e vengono assassinati dal fisco. Preferisco dedicarmi a una questione che considero purtroppo più seria. Anch’essa perfetta sintesi del gap italiano. Che cosa vuole Marchionne a Mirafiori? Read More