Siamo tutti musulmani
L’attentato di Alessandria ha ulteriormente alzato il livello della polemica sulla costruzione di moschee in Italia. I due casi più importanti sono a Genova e Torino. In entrambi i casi ci sono molti aspetti non del tutto limpidi, relativi sia all’individuazione del sito per la nuova moschea, sia al finanziamento delle spese necessarie, sia agli aspetti “estetici” degli edifici di culto e, in particolare, alla presenza o meno di minareti (che però ne sono parte integrante). Quello che colpisce, però, è che il dibattito pubblico sia sostanzialmente privo di sfumature, e privo di riferimenti concreti, se non occasionali e strumentali, a questi aspetti. Il dibattito pubblico è semplicemente: mosche sì, moschea no, e, come dimostra il sondaggio di Radio 24, essendo chiamati al derby, gli italiani reagiscono nel peggiore dei modi. Il problema è che quasi nessuno – neppure i sostenitori della moschea, che si appellano ad argomenti quasi esclusivamente utilitaristici – va alla sostanza. E la sostanza è: non stiamo parlando si una moschea, di cui francamente mi interessa poco; non stiamo parlando neppure di libertà religiosa, che mi interessa già un poco di più; stiamo parlando di libertà tout court.