18
Gen
2011

Il debito americano, il declino e la Cina

La visita del presidente cinese Hu Jintao a Washington domani non poteva avvenire con una premessa più chiara, visto che in un’intervista scritta al Wall Street Journal di ieri ha annunciato con tagliente durezza che l’era di un sistema monetario mondiale dominato dal dollaro “appartiene al passato”. E’ un giudizio che ha seguito solo di pochi giorni il monito di Moody’s e Standard&Poor’s sul fatto che il debito federale Usa possa non solo perdere molto presto la sua “tripla a”, ma avvitarsi in una vera e propria prospettiva di default. E il default non è un timore tanto per dire, visto che ancora pochissimi giorni prima il presidente del Council of Economic Advisors del presidente Obama, Austan Golsbee, ha rivolto alla Camera dei rappresentanti ora a maggioranza repubblicana un’accorata implorazione ad alzare il più pesto possibile il tetto del debito pubblico federale Usa oltre la soglia attuale, che è a 14.300 miliardi di dollari, visto che il debito corrente è già oltre quota 13.900 e in pochi mesi la situazione potrebbe evolvere non verso il default sostanziale, ma il default tecnico secondo le leggi contabili degli USA. Read More

18
Gen
2011

La forza di rialzarsi – Il caso FIAT-FIOM – di Diego Valiante

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Diego Valiante.

Leggevo senza molte sorprese un articolo sulle scritte contro Marchionne rinvenute a Torino in questi giorni. Al di là del singolo episodio assolutamente da deprecare, c’è di fatto un conflitto sociale che oggi cresce nel Paese, ma che viene discusso sui nostri media in una maniera strumentale e a mio parere poco costruttiva. Si tratta agli occhi di tutti della solita contrapposizione tra capitalismo/liberismo e coloro che vogliono difendere lo stato sociale e il ‘lavoro’ (come se ci fosse una sola definizione di lavoro a cui tutti noi ci dovremmo prostrare). Read More

17
Gen
2011

L’amaro bilancio dell’eccezionalismo, alcune domande scomode su Mirafiori

Contati i voti e dopo i primi commenti, e mentre ormai le cronache devieranno sul Bunga Bunga, è il caso di una riflessione più fredda e storica su Mirafiori. Perché mi ha colpito molto, che nessuno abbia fatto in questa occasione la storia del’eccezionalismo operaio, e del suo amaro bilancio. È anche necessario porre alcune domande sul resto della manifattura italiana, domande anch’esse che nessuno o quasi ha fatto, evidentemente per non far rilevare sui grandi media italiani che la Fiom è un’eccezione anche a casa sua. Hai visto mai, se avesse vinto, che non valesse la pena tenersela amica… Read More

17
Gen
2011

Energia, Autorità, mercato e privatizzazioni… radicali

Finalmente la politica batte un colpo sulla faccenda, ormai quasi grottesca, delle mancate nomine all’Autorità per l’energia. Lo fa con una lettera aperta del segretario di Radicali Italiani, Mario Staderini, al quotidiano Terra, che incollo integralmente in coda a questo post. A Staderini va riconosciuto il merito di aver preso la questione di petto, con parole chiare e fornendo un quadro preciso della situazione che abbiamo di fronte. E, soprattutto, di essere uscito dal tormentone su chi-appartiene-a-chi e aver impostato il tema secondo le sue direttrici generali.

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15
Gen
2011

Il sì sul filo a Mirafiori mostra che molto resta da fare

Il successo del sì a Mirafiori è stato testa a testa, e per chi qui scrive ed è cresciuto a Mirafiori non è stata affatto una sopresa. L’ho detto anche in diretta ieri sera su Rai2 a seggi appena aperti, e ho continuato comunque a battermi per il sì con tanto di cori finali di “buffone buffone” che non credevo di meritare.Non mi ha molto incoraggiato, constatare che mentre in quelle ore il no era in vantaggio, nelle reti tv che seguivano il voto, di giornalisti e intellettuali convinti di dover pacatamente ragionare per il sì sembrava non ce ne fosse più neanche uno. Ma prima che per questo, il voto è molto importante per tre ragioni. Per il futuro da difendere e confermare in Italia della nuova Fiat di Jaki Elkann e Sergio Marchionne. Per l’innovazione delle relazioni industriali nel nostro Paese. Per la crescita generale che potrà venirne, se si metterà a frutto l’esperienza maturata e non prevarrà un’ondata ancor più forte di demagogia e radicalizzazione, il cui solo effetto è di portarci fuori dal mondo e a vele spiegate nell’utopia della felice deindustrializzazione. Read More

13
Gen
2011

Piú saldi per tutti!

Periodo di saldi, periodo di polemica. Puntuali o quasi, la scorsa settimana, come ogni anno sono iniziate le vendite promozionali invernali. Le polemiche non sono mancate dato che molti negozianti hanno cominciato a fare offerte in anticipo rispetto al periodo deciso per legge. Le vendite sottobanco sono sempre esistite e ogni anno ritorna come un refrain. Niente di nuovo. Le novità sono altre. Come ha giustamente fatto notare Serena Sileoni i saldi sembrano ormai anti-storici. Le vendite negli outlet e le promozioni via internet fanno sì che un consumatore riesca a trovare sempre o quasi la merce che desidera a prezzo scontato. È possibile comprare di tutto online e anche le maggiori catene di abbigliamento hanno cominciato ad introdurre il web come canale di vendita. Certo, questa tipologia di bene, non è facilmente vendibile come un viaggio aereo, ma da quando Zara ha deciso di introdurre questa possibilità, circa il 2 per cento delle vendite della catena avviene tramite questo canale. Il 2 per cento di una catena che fattura oltre 13 miliardi di euro annuali non è poca cosa; sono oltre 200 milioni di euro annuali e questa clientela tende a spendere di piú per ogni acquisto. Read More

13
Gen
2011

Acqua e referendum. Chi se la beve quella della privatizzazione?

di Luciano Lavecchia e Carlo Stagnaro

La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibili  2 dei 3 quesiti referendari posti da varie associazioni inerenti la Riforma del Servizio Idrico Integrato (SII), in particolare i quesiti n.1 e 3. Nella retorica referendaria, è come se la società civile avesse segnato un goal nella sua partita contro la speculazione finanziaria. Eppure, qualcosa non torna – oltre al fatto che sono stati decenni di gestione pubblica a creare un sistema ove mediamente 35 litri, su 100 immessi, si perdono lungo la strada.

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13
Gen
2011

Autorità. 30 giorni al big bang

Per chi segue la telenovela che ormai si trascina avanti da anni prima sul completamento, e poi sul rinnovo del collegio dell’Autorità per l’energia. Dopo il passo indietro del presidente designato, Antonio Catricalà, si è assistito a una girandola di nomi, dei quali i più accreditati parevano essere Rocco Colicchio e Raffaele Squitieri, improvvisamente tutto si è fermato. E’ infatti intervenuto un parere del Consiglio di stato, richiesto dalla stessa Autorità, secondo cui – in assenza di nomine – il collegio in carica avrebbe potuto restare in carica per altri 60 giorni. Da allora, la prima notizia è che non ci sono notizie. La seconda notizia è che non ci sono cambiamenti.

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10
Gen
2011

Senza sì a Mirafiori la Fiat andrà al 51% di Chrysler senza Italia

Fiat è già al 25% di Chrysler, e punta ad anticipare di 3 anni, cioè entro l’anno in corso addirittura, la salita al 51%. Di mezzo, occorre la restituzione dei 9 miliardi ottenuti dal governo USA per il salvataggio-ponte della casa americana. Dunque serve una IPO che faccia incassare a Chrysler-Fiat più o meno una ventina di miliardi di dollari, per ridare a Obama e per finanziare la crescita visto che c’è scarsità di mezzi propri. Nessun italiano sensato può sperare che Fiatb non ce la faccia. Anche se i nuovi modelli del segmento medio-basso per Italia ed Europa scarseggiano oggi e nel medio futuro, visti i guai recenti e i bassi investimenti in passato di Fiat. Detto questo, se a Mirafiori vincono i no, giovedì e venerdì, Marchionne può farcela comunque ad assicurare a Fiat la maggioranza di Chrysler- visto che è finanza quella che conta nel breve, per salire in Chrysler, più dei prodotti a breve –  e la differenza sarebbe solo che lo farebbe senza stabilimenti e manifattura in Italia. A chi conviene?  Ai lavoratori? Ma andiamo. Purtroppo, alzare irresponsabilmente i toni dello scontro sociale porta ad accrescere le probabilità che si riaffaccino ipotesi di violenza cieca. E’ puntualmente avvenuto a Torino, dove sono ricomparse sui muri della città stelle a cinque punti e minacce dirette a Sergio Marchionne. Read More