25
Gen
2011

La grande finzione

“Lo Stato è la grande finzione attraverso la quale ognuno cerca di vivere a spese di tutti gli altri”: tutti conoscono la frase di Bastiat, non tutti ne capiscono la straordinaria importanza come intuizione teorica. Grazie a questo articolo di Claudia Biancotti mi è tornata in mente una delle conseguenze nefaste della politicizzazione della vita sociale.

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24
Gen
2011

Non, non mi ha convinto Veltroni Lingotto 2.0

Uscire dal Novecento. Il sogno, ha detto Eugenio Scalfari commentando più che positivamente l’indomani, il sogno che occorre recuperare per vincere. Per vincere contro Berlusconi. Ma senza ricorrere a coalizioni eterogenee, abbandonando la strada sulla quale dopo la batosta del 2008 il Pd si è disordinatamente e litigiosamente rimesso in moto. Per commentare il Lingotto 2.0 di Veltroni del 21 gennaio scorso, occorre guardarsi dalle mille piccolezze che affollano le cronache di un partito molto diviso, e andare alla sostanza.

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24
Gen
2011

Stiamo lavorando per voi. Ministri uniti contro i rincari

In genere gli incontri dei ministri dell’agricoltura non conquistano la ribalta o le prime pagine dei giornali, e questo non ha fatto eccezione. Ma la notizia che mi ha segnalato Giovanni Boggero un minimo di attenzione la merita.

Il Deutsche Welle racconta di un incontro nel quale si è affrontato il tema del rialzo dei prezzi delle commodities agricole, alla luce delle recenti rivolte del Nordafrica. In particolare i ministri francese (Bruno le Maire) e tedesco (Ilse Aigner) si sono detti convinti che non è accettabile vedere paesi come l’Algeria e la Tunisia subire rincari così repentini dei beni alimentari, e che quindi è necessario agire contro la volatilità dei prezzi e contro la speculazione.

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22
Gen
2011

Tremonti, la ricchezza e il debito

Alcune recenti affermazioni del Ministro Tremonti in tema di ricchezza e debito rischiano di mettere in difficoltà gli studenti del mio corso di Finanza pubblica. Ecco di che si tratta:

Non è più possibile andare avanti con un sistema che produce più debito che ricchezza: è necessario un cambiamento. Ad affermarlo il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, in occasione della presentazione del libro ‘La via dell’austerità’ che racchiude due discorsi di Berlinguer del 1977. “Noi non possiamo continuare a fare più debito che ricchezza, più deficit che Pil. Questo impone un cambiamento del sistema. La crisi ha radicalmente cambiato la struttura del mondo”. (Virgilio Economia, 20 gennaio) Read More

22
Gen
2011

Sugli utili ai lavoratori ci vuole prudenza – di Mario Unnia

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Mario Unnia.

Gli utili sono una cosa seria, non piovono dal cielo e arrivano quando è annullato il rischio delle perdite. Un rischio che corrono solo gli azionisti, i quali non hanno la CIG, né ordinaria né straordinaria. Occorre dunque stare attenti a non fare promesse affrettate sugli utili ai lavoratori. Read More

21
Gen
2011

Autorità per l’energia. Ci siamo?

Questa mattina il Consiglio dei ministri ha designato Guido Bortoni presidente dell’Autorità per l’energia. Il collegio, che dovrà essere approvato a maggioranza qualificata dalle commissioni parlamentari competenti, è composto anche da Alberto Biancardi, Luigi Carbone, Rocco Colicchio e Valeria Termini. Siamo arrivati alla fine del sit com? Non proprio: le telenovele non finiscono mai.

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21
Gen
2011

“Una volta laureato, guadagno assicurato”

A fine gennaio è atteso il picco influenzale, anche se sono già migliaia gli italiani a letto con la febbre. Molte persone avranno bisogno delle cure del medico di famiglia. Pare, però, che ultimamente per essere visitati dai medici in ambulatorio si debba prendere il numero, come in macelleria. E se si arriva tardi, si deve tornare l’indomani. Il motivo è sempre lo stesso: regole, regole e ancora regole. Norme sbagliate, che incentivano comportamenti inadeguati da parte dei medici, ma soprattutto una scarsa prestazione professionale. La principale distorsione, che oltre a determinare seri disagi ai pazienti richiede ulteriori regole altrimenti non necessarie, riguarda il compenso dei medici di base: essi, infatti, ricevono una quota fissa per ogni utente mutuato, indipendentemente da quante volte (e se) visitano il paziente. Detto altrimenti, citando una battuta di Tom Cruise, medico di famiglia nel film Eyes wide shut di S. Kubrik: “Una volta laureato, guadagno assicurato”, a prescindere dal fatto che si lavori o meno. Un simile meccanismo retributivo implica il tentativo da parte di tutti i medici di ottenere il numero massimo di mutuati che, per legge, non può essere superiore ai 1.500. Una volta raggiunto tale obiettivo, non importa quanti pazienti vengano curati e con quali risultati: ben vengano quindi i numeri del salumiere, anche a costo di penalizzare quanti, per motivi di lavoro, famiglia o di salute, non possono andare a prendere il posto in tempo utile.

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20
Gen
2011

Education and the Quality of Human Capital. Liveblogging

“If wishes were horses, beggars would ride” recita una nursery rhyme inglese, per indicare quanto  sia sconveniente confidare nelle mere speranze. Tuttavia, se i buoni propositi germogliano in posti dove anche solo la noiosa routine è la più auspicabile delle chimere, benvengano carovane di destrieri.

Una delle maggiori sfide per i Paesi in via di sviluppo o developing countries, che dir si voglia, è la creazione di un sistema di istruzione adeguato a valorizzare il capitale umano e in questa senso un ruolo rilevante nell’andare incontro alle famiglie e ai giovani discenti,  può giocarlo l’offerta privata.

Della rivoluzione portata dalle scuole private a basso costo nei Paesi in via di sviluppo, si parlerà tra poco durante il workshop “Education and the Quality of Human Capital – What Role Does The Private Sector Play “, organizzato dall’Istituto Bruno Leoni e dalla Fondazione Milano per Expo 2015.

Relatore principale dell’incontro sarà James Tooley (Professore di Education Policy presso la Newcastle University, England e autore di The Beautiful TreeA personal journey into how the world’s poorest people are educating themselves). Prenderanno parte al confronto anche Franklin Cudjoe (Presidente, IMANI) e don Carlo d’Imporzano (fondatore, Monserrate).

Con l’intento di cogliere questa preziosa occasione di riflessione, abbiamo deciso di seguire in tempo reale l’incontro. Dalla sala “Il Teatrino” di Palazzo Visconti a Milano, il liveblogging dell’evento.

18.27 – Semplici interrogativi stimolano la riflessione e la parola passa al pubblico che interviene con alcune domande…

18.20 – Ma quanti sono realmente impegnati in questa crescita?

18.18 – Cudjoe cita Friedman il quale sostiene che la vera rivoluzione si attua attraverso l’istruzione e la crescita – e per questo fu sempre un grande paladino della school choice, della libertà per le famiglie di scegliere la scuola dei propri figli.

18.10 – Cudjoe riprende le fila del discorso di J. Tooley e Don Carlo d’Imporzano sulle differenze tra scuola pubblica e scuola privata, sulla proprietà e la gestione delle stesse nei paesi in via di sviluppo

18.06 – La parola passa nuovamente ad A. Mingardi che introduce il fondatore di IMANI, Franklin Cudjoe

18.00 – Volgendo al termine del suo intervento, Don Carlo ricorda come, in tema di istruzione e non solo, l’insegnamento, non è presunzione di conoscenza, ma bidirezionalità.

17.52 – La sua esperienza in Sud America, insegna come le State school non hanno nè riflettono negli insegnamenti un’identità solida. Bisognerebbe, invece, arrivare a un livello tale per cui tutti i tipi di istruzione raggiungano un livello soddisfacente.

17.46 -Don Carlo ricorda la differenza tra “scuola pubblica” e “scuola privata” o, in inglese, tra: “Public school”, “State school”, “Private school”

17.44 – Alberto Mingardi introduce don Carlo d’Imporzano (fondatore, Monserrate).

17.41 – Termina l’intervento di J. Tooley con alcune immagini toccanti…

17.37 – 1 Cedi al giorno basta per un pasto, il trasporto, l’uniforme, i testi e l’assicurazione

17.32 – Le previsioni fanno pensare alla possibilità di perpetuare la presenza di scuole private low cost e di espanderle. Le stesse diventano un’alternativa più efficiente alle Government School o alla totale assenza di istruzione per le famiglie meno abbienti

17.29 – I risultati dei test condotti dai team di Tooley dimostrano  come nelle scuole private i livelli di apprendimento siano più alti

17.26 – Dal 2003 al 2007, c’è stato un incremento del 130% di giovani studenti nelle scuole private

17.23 – Alcuni dati relativi alla regione di Lagos, Nigeria, % di alunni: scuole pubbliche 26%, private non riconosciute 33%,  private riconosciute 41%

17.18 – Un viaggio lungo diversi continenti che ha confermato la presenza e l’utilità di scuole private a basso costo per garantire l’istruzione per tutti. Emozionanti contributi video.

17.14 – La parola passa a James Tooley che subito inizia ad affascinare i presenti col racconto del suo viaggio  “into how the world’s poorest people are educating themselves”

17.09 – Mingardi cita E. G. West, importante studioso di Adam Smith, il cui Education and the State, pubblicato nel 1965 dall’Istitute of Economic Affairs fece riscoprire al mondo il fatto che, prima dell’avvento dell’educazione di Stato, i più poveri sapevano risparmiare ed investire per l’istruzione dei figli

17.02 – Diana Bracco presenta il tema dell’incontro che rientra negli intenti di promozione delle eccellenze della Fondazione

17. 00 – Alberto Mingardi (Direttore Generale Istituto Bruno Leoni) prende per primo la parola e introduce la Dott.ssa Diana Bracco, Presidente Fondazione Milano per Expo 2015

16.46 – La sala è piena e pronta per il workshop. James Tooley, Franklin Cudjoe e don Carlo d’Imporzano già presenti sono in procinto di salutare i presenti…

20
Gen
2011

Ma allora il tetto ai debiti in Costituzione funziona?

Qualche settimana fa, dalle colonne di Libertiamo manifestavo scetticismo sull’operazione, pur razionale e ammirevole, di mettere un cap all’indebitamento direttamente in Costituzione.

Il sospetto è che, tra una tassa sulle compagnie aeree e un balzello sulle società energetiche, il governo stia facendo puro maquillage e sia pronto a passare la patata bollente del debito al governo successivo, che, viste le indagini demoscopiche più recenti, sarà probabilmente di colore opposto. Non per nulla il Ministro dell’Economia Brüderle ha parlato di un indebitamento zero tra il 2014 e il 2015, quando ormai la legislatura sarà scaduta da un pezzo. Ma se fossimo nel ticket rosso-verde non ci preoccuperemmo troppo. Pur credendo, come Oscar Giannino, che il freno ai debiti sia un pungolo necessario per una classe politica ovunque spendacciona, c’è da essere assai realisti in merito ai suoi effetti sostanziali. Qui, come altrove, vale quanto scriveva Anthony De Jasay, ossia che «una Costituzione è come una cintura di castità di cui il legislatore ha la chiave». E in effetti basta leggere il nuovo comma 2 dell’articolo 115 della Legge fondamentale per comprendere come esso ammetta margini di interpretazione davvero generosi ovvero non inibisca affatto politiche economiche anticicliche. In caso di “catastrofi naturali” o “situazioni di emergenza” è sufficiente una risoluzione della maggioranza dei componenti del Bundestag per derogare alla norma costituzionale.

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